L’operazione partirà a settembre e sarà finanziata con 30 milioni di euro l’anno frutto della razionalizzazione di spesa. «È una rivoluzione culturale»
Ospedali aperti di notte dalle 20 alle 24 per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi in Veneto per rispondere alla stringente necessità di limitare le liste d’attesa.
La proposta, che il presidente della Regione ha definito una «rivoluzione culturale», è stata presentata e illustrata ieri alle direzioni strategiche delle Ullss e Aziende Ospedaliere nel corso di un incontro.
La novità, unica in Italia, è stata messa nero su bianco in una delibera della Giunta regionale e prevede che l’intera rete ospedaliera veneta debba essere attivata entro il prossimo primo settembre, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale. I servizi interessati sono quelli ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l’utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e risonanze magnetiche.
«È una nuova filosofia, una vera rivoluzione – ha detto il presidente della Regione – che si rivolge prima di tutto ai corregionali ma che ci chiedono tempi più veloci per gli esami e le visite. Avviciniamo la sanità alla gente, rendiamo più efficiente l’intero sistema, creiamo una vera e propria rete di presa in carico del paziente che, attraverso i Centri Unici di Prenotazione, troverà non solo assistenza per la prenotazione singola, ma anche per la definizione del percorso di controlli ed esami dopo una fase acuta passata in ospedale. Il tutto nei tempi più brevi possibili, perché l’obiettivo tendenziale è quello di chiudere le liste d’attesa o, nel peggiore dei casi, di ridurle al minimo fisiologico».
«È una sfida dell’intera comunità – ha detto ancora il governatore – che lanciamo assieme a tutti gli operatori della sanità che hanno dimostrato tanta disponibilità e senso civico e che ringrazio sin d’ora».
L’operazione sarà finanziata con circa 30 milioni di euro l’anno, frutto della razionalizzazione di spesa già in atto, destinati al pagamento del personale e delle spese organizzative. Ai lavoratori sarà garantito il pieno rispetto degli accordi sindacali. Laddove apparisse necessario, i direttori generali potranno attivare anche nuove assunzioni.
Centrale sarà la funzione del Centro Unico di Prenotazione e del Cup Manager, la cui attività dovrà essere anche di vera e propria assistenza al cittadino, fornendo indicazioni e consigli sulla via più breve e comoda da seguire per ottenere la prestazione. Dovranno anche essere attivati sistemi di intercettazione delle prenotazioni con tempi di attesa superiori a quanto prescritto e verifiche immediate se il sistema elettronico dovesse indicare tempi anomali e realizzata un gestione integrata delle agende che comprenda anche il privato convenzionato. Ogni direttore generale dovrà realizzare il “Piano Aziendale Liste Attesa” e attivare un Tavolo di Monitoraggio sulle attese per visite e prestazioni e per i percorsi diagnostico terapeutici.
«Lo spirito – ha sottolineato l’assessore alla Sanità – è quello di avvicinare l’ospedale al territorio e dare una nuova grande opportunità anche a chi lavora ed è costretto a prendersi ferie e permessi per andare in ospedale negli orari abituali. Senza contare che più si usano i macchinari e prima si ammortizzano, ottenendo così anche un obiettivo di ottimizzazione dei costi».
Ah, nessuna paura per chi fa delle liste di attesa il proprio business personale!
La notizia è vera ma riguarda il veneto ed il governatore Zaia!
Ma veramente anche se per un attimo avete pensato che riguardasse la Calabria e Scopelliti: ILLUSI!
NB Grazie a Nuvoletta!