Un medico Veneto chiede 2000 euro per far saltare la lista d’attesa in ospedale.
A chiedere tangenti per ottenere un servizio immediato.
Due gli episodi mostrati dalla trasmissione Petrolio, andata in onda su Rai Uno.
In un caso sei mesi di attesa per una consulenza per la procreazione assistita si trasformano in un giorno solo, purchè la visita avvenga nello studio privato del medico, dietro pagamento di 180 euro, ridotti a 140 senza ricevuta.
Nel secondo caso, un primario chiede 2mila euro alla donna per farle saltare le liste d’attesa e garantirle – in ospedale e quindi in una struttura pubblica – un intervento per la chiusura delle tube, da effettuare tra Natale e Capodanno.
La registrazione è stata fatta vedere al presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha commentato: “Questa è concussione, è un caso classico di concussione. Mi auguro che la Procura competente chieda il filmato e proceda”.
Zaia è andato su tutte le furie e, prima ancora di aver visto la trasmissione, ha affidato la sua indignazione a un comunicato.
“Queste due notizie gettano non soltanto pessima luce sull’immagine di un servizio sanitario, come quello veneto, in cui efficienza e rigore ho sempre preteso siano norma e prassi, ma integrano anche un danno patrimoniale”.
Ha annunciato che la Regione “ di cui devo tutelare in ogni sede l’interesse” presenterà “alla magistratura un esposto-denuncia sui fatti, documento che verrà poi integrato con quanto emergerà ulteriormente dalla trasmissione televisiva, il cui contenuto mi auguro venga al più presto consegnato alla competente giurisdizione.
È assolutamente inaccettabile che una o due mele marce vanifichino l’ottimo e faticoso impegno quotidiano di decine di migliaia di operatori che consente al sistema sanitario veneto di essere ai primi posti in tutte le classifiche.
Per questo, quando qualcuno sbaglia, deve essere identificato e punito”.
Silenzio da parte della ministra Lorenzin.