
Sì, amici miei, da domani le bollette della luce saranno più care. Sapete perché? Perché dovremo pagare le bollette dei furbetti che da 5 anni non le pagano pur avendo usufruito dell’energia elettrica. Hanno usufruito dell’energia elettrica malgrado i solleciti e se ne sono fregati. Sanno che in Italia ci sono sempre i fessi che pagano, tanto vale allora approfittarne. Ma chi dovrebbe pagare l’energia consumata? Chi la consuma e chi ha un regolare contratto con l’ENEL o con altre piccole società. Così dovrebbe essere, ma spesso non è così. Infatti da domani le bollette dei furbetti consumatori di elettricità le dobbiamo pagare tutti noi, consumatori onesti, che ogni mese ci rechiamo presso gli uffici postali e attraverso un bollettino prestampato e compilato saldiamo il conto mensile, a volte anche imprecando perché la bolletta sembra un po’ gonfiata. La notizia che vi ho dato, amici miei, è vera, è davvero inquietante e sconvolgente. Le bollette della luce fino ad oggi non pagate dai furbetti le devono pagare la collettività. Ma questo è giusto? Non è giusto. Purtroppo per noi, però, la decisione è stata già presa dall’Autorità per l’energia. Lo Stato vuole recuperare dalle bollette non pagate i cosiddetti oneri di sistema che pesano sulla spesa elettrica di famiglie e imprese. Ma cosa sono gli oneri di sistema? Sono il trasporto, l’Iva e altri iniqui balzelli. Ovviamente questa decisione presa dall’Autorità dell’Energia è stata accolta favorevolmente e ritenuta giusta dall’Associazione dei fornitori di energia. Ma accolta dai consumatori con disprezzo perché ritenuta iniqua e sbagliata. I morosi non hanno pagato le bollette? E’ compito delle varie compagnie farsi pagare le bollette, esse hanno tutti gli strumenti per ottenere il pagamento, in primis tagliare i fili della luce, staccare il contatore. Basta un minuto. Povera Italia come sei ridotta! Non sei più in grado di identificare i portoghesi elettrici figuriamoci se sarai in grado di catturare i ladri di polli, per non parlare degli stupratori, dei mafiosi, dei ladri di appartamenti, degli imbroglioni, degli evasori, degli assassini, dei violenti, dei bulli. Ma nella nostra Costituzione, in quella tanto osannata e che tutti si riempiono la bocca, non c’è scritto che gli onesti debbano pagare i debiti altrui. Ma siamo in Italia, ormai un paese del terzo mondo. Ed allora non ci dobbiamo meravigliare se il 4 marzo la maggioranza degli italiani diserterà le urne o se qualcuno stanco di pagare iniqui balzelli sulla elettricità, sulla telefonia, sul consumo dell’acqua, sul gas, sulla benzina, sulla spazzatura e sull’aria che respiriamo deciderà di emigrare all’estero in posti più sicuri e molto più seri.
Amici miei carissimi, chissà quante volte avete letto di truffe, di raggiri ai danni di persone anziane, ma mai fino ad oggi avete letto di una truffa d’amore.
Mi spiego meglio.
Con i soldi che mensilmente gli versava l’amante italiana un uomo finto straniero manteneva la vera moglie e il figlio che le aveva fatto credere abitassero all’estero, ma abitavano a Rimini.
La storia è andata avanti per lunghi sei anni perché l’amante italiana non sapeva che l’uomo fosse sposato ed essendo innamorata pazza di questo uomo dolce e gentile continuava a fargli prestiti.
Siamo a Rimini e un uomo all’apparenza dolce e gentile incontra una donna italiana molto facoltosa, sola, bisognosa di amore e di affetto.
Si innamorano e incominciano a frequentarsi e si vedono spesso.
L’uomo, però, è riuscito a raccontarle un sacco di bugie.
Ti amo, ma mi servono i soldi.
Ti voglio bene, ma ho bisogno di soldi perché ho avuto la casa distrutta.
Ti desidero, però i soldi che guadagno non mi bastano perché dovrò pagare alcuni debiti.
E raccontandole ad ogni incontro una montagna di bugie quest’uomo è riuscito a scucirle oltre 180 mila euro.
Le racconta che lavora fuori provincia, prima a Bologna, poi a Piacenza e infine nella Repubblica Cecoslovacchia.
La donna è pazzamente innamorata e crede a tutte le fandonie che le vengono raccontate.
L’amore è cieco e la donna non riesce a capire un bel niente.
Ama quell’uomo, lo desidera e con generosità cerca sempre di accontentare il suo gentile amante.
Un giorno le chiede dei soldi perché ci sono delle scadenze da pagare e lei senza fiatare sborsa migliaia di euro.
Un altro giorno le chiede un prestito per comprare una macchina nuova per andare e venire dalla Cecoslovacchia.
E poi altri soldi per poter trascorrere i week end con lei.
E poi e poi, di 2 mila euro in 2 mila euro, nell’arco di sei anni, i prestiti sono arrivati ad oltre 180 mila euro.
Ma arrivati a questo punto la corda tirando tirando si spezza e gli imbrogli e gli inganni vengono a galla.
Nell’ottobre scorso si scoprono gli altarini.
L’uomo viene scoperto in un supermercato di Rimini in compagnia della moglie e del figlio mentre facevano la spesa con i soldi che l’amante versava a quell’imbroglione.
Ma l’uomo non si doveva trovare all’estero in Cecoslovacchia?
Viveva invece a Rimini con moglie e figlio.
Da Rimini non si era mai mosso.
Alla povera donna innamorata pazza cade tutto il mondo addosso, ma non riesce a fare nessuna scenata, meglio aspettare.
Fa finta di niente.
Ha capito, però, che l’amante l’ ha tradita e che i soldi che chiedeva in prestito servivano per mantenere la vera famiglia.
Quando l’amante si è fatto vivo con una telefonata insieme alla richiesta di altri soldi, questa volta l’amante tradita gli risponde di no.
Come no, dice l’uomo.
Ma niente da fare.
La donna per la prima volta dice all’amante che non avrà più neppure un euro, anzi gli chiede il rimborso dei soldi prestati perché è stata tradita.
A questo punto l’uomo perde le staffe e incomincia a minacciarla:- O mi dai i soldi che ti ho chiesto oppure farò la festa a te e a tutti i tuoi parenti -.
La donna ha incominciato a registrare le telefonate che si facevano sempre più minacciose e pesanti e così si è rivolta ai Carabinieri denunciando l’amante truffatore.
Fine della storia d’amore.
Il rischio delle traduzioni amatoriali
Chi opera nel campo del commercio, del diritto, della comunicazione ha spesso l'urgenza di ottenere delle traduzioni professionali entro tempi molto ristretti. In questi casi, i committenti si scontrano con un problema ricorrente: si può accettare il rischio di rivolgersi ad un'agenzia che annovera traduttori non certificati, ma che promette tariffe abbordabili e tempi di consegna rapidi? O è sempre meglio affidarsi a professionisti del settore, possibilmente madrelingua, anche se questa scelta comporta tempi di attesa più lunghi e spese maggiori?
Risultati immediati e costi limitati costituiscono un binomio allettante per la clientela. Tuttavia, quando i contenuti da tradurre devono essere successivamente diffusi anche su scala globale, un lavoro di scarsa qualità sarà praticamente inservibile. Ecco perché è sempre raccomandabile contattare professionisti del settore, in grado di esibire certificazioni ed in possesso di comprovata esperienza nell'ambito delle traduzioni internazionali.
Questo non vuol dire che la totalità dei free-lance che si propongono su questo mercato non siano degni di fiducia. Qui si vuole piuttosto sottolineare il fatto che, con lo sviluppo di internet e del lavoro da casa, si è moltiplicato esponenzialmente il numero di sedicenti esperti nel campo delle traduzioni professionali: per alcuni di questi, si tratta invece di un metodo per arrotondare lo stipendio o di un test per mettere alla prova delle incerte competenze amatoriali. Tuttavia, se si accetta un lavoro "a scatola chiusa", ossia affidandosi a traduttori privi di esperienza o di attestati, ci si può domandare come sia possibile valutare la bontà di una traduzione. Esistono dei criteri sui quali basare un giudizio?
Agenzie e traduttori: come valutare i migliori?
Se si vuole valutare un'agenzia, si possono utilizzare dei punti di riferimento precisi:
- il primo riguarda il processo di revisione dei contenuti da tradurre: soprattutto se il documento riveste una certa importanza, una buona società lo sottoporrà ad ulteriori verifiche dopo la prima traduzione, in modo tale da garantire un risultato ineccepibile. Per contro, un free-lance può difficilmente disporre di queste risorse, per cui il suo lavoro sarà da "prendere o lasciare".
- Relativamente al processo, una traduzione professionale può essere effettuata utilizzando dei software specializzati, il cui costo non è certo accessibile a tutte le tasche. In questo caso, i traduttori che lavorano per una buona agenzia potranno disporre di queste risorse, che non saranno invece sempre disponibili ad un amatore.
- Sempre in tema di strumenti di lavoro, un'agenzia dalla lunga esperienza può fornire al traduttore la sua "memoria storica", ossia traduzioni precedenti inerenti a temi particolarmente tecnici. Tutto questo va a tutto vantaggio della qualità del prodotto finale, che sarà garantito dalla bontà delle traduzioni precedenti. Il free-lance, soprattutto quello alle prime armi, non potrà accedere a questo deposito di conoscenze, impiegando più tempo ed energie, senza peraltro assicurare un risultato attendibile.
Relativamente agli aspetti più tecnici di un lavoro di traduzione, molti addetti ai lavori sottolineano il fatto che il risultato perfetto non esista, in quanto ogni lingua presenta delle sfumature a volte intraducibili o estremamente difficili da rendere. Tuttavia, se il lavoro da consegnare non è particolarmente lungo o ostico, alcuni elementi possono aiutare a capire se il risultato sia o meno di buona qualità. I criteri principali sono ovviamente fluidità e fedeltà con il documento originale: si tratta di una combinazione solo apparentemente scontata, in quanto è proprio qui che si può notare l'abilità del traduttore navigato. Un altro aspetto da considerare, legato a quello precedente, è la capacità del traduttore di creare un testo di qualità adattando alcune espressioni e valutando la possibilità di essere meno rigido e più flessibile nella traduzione. Anche in questo caso, chi si occupa di traduzioni professionali possiede di solito la sensibilità per comprendere queste sfumature, spesso sconosciute agli amatori.
La passione per la traduzione
Il lavoro del traduttore non è semplice: si tratta di un'opera che richiede precisione, dedizione e concentrazione. A questo, si deve aggiungere anche una componente immancabile, ossia la passione per le lingue e per il proprio lavoro. Sono proprio queste le molle che spingono il professionista ad aggiornarsi e perfezionarsi di continuo. Le lingue sono infatti sempre vive, si sviluppano, cambiano con i tempi: un traduttore serio deve seguire queste tendenze, prestando attenzione alle evoluzioni linguistiche ed adattandosi di conseguenza. Dietro un valido traduttore ci sono anni di formazione e una lunga esperienza di lavoro e di vita, in quanto le lingue si apprendono studiando, ma anche viaggiando e vivendo in altri Paesi. Oltre a questo, un professionista delle traduzioni è, in un certo modo, anche uno scrittore. Come tale, dovrà possedere competenze specifiche (il suo stile dovrà essere all'occasione scorrevole ed elegante), al fine di consegnare risultati di alta qualità.