
Sempre attento e sul pezzo il nostro amico Francesco. E talvolta , come adesso, anche per notizie tristi:
“Amici miei, oggi dovrò darvi una bruttissima notizia che non avrei mai e poi mai voluto darvi: un ragazzino bresciano di appena otto anni si è tolta la vita impiccandosi perché era stato rimproverato dai genitori forse per qualche cosa che aveva commesso a scuola.
La tragedia si è verificata a Travagliato in provincia di Brescia.
E’ stata la madre del piccolo a trovare il piccolo nel primo pomeriggio di giovedì mentre era nella sua cameretta.
Per compiere il terribile gesto il bambino ha usato una sciarpa che poi ha fissato ad un armadio.
Era ancora in vita quando è stato trovato.
La madre sconvolta ha urlato tutto il suo dolore chiedendo aiuto.
L’ambulanza è arrivata sul posto e a sirene spiegate ha trasportato il piccolo al nosocomio di Brescia dove è stato ricoverato in terapia intensiva.
Il suo cuoricino ha cessato di battere durante la notte.
Sul caso la Magistratura ha aperto un’indagine, subito chiusa perché per l’accaduto non ci sono responsabilità né da parte dei genitori né di altri familiari.
La tragedia ha scosso Brescia e tutta la provincia, ma anche tutta la comunità Pakistana che nel bresciano è molto numerosa.
Ndr Da Bresciatoday
Il giorno dopo la tragedia un silenzio surreale avvolge la scuola elementare di Travagliato. La notizia della drammatica scomparsa di un alunno di terza arriva via telefono, tra una lezione e l'altra, spezzando la routine quotidiana col suo indicibile carico di disperazione.
Ad avvisare le maestre sono proprio i genitori del bimbo di 8 anni.
Poche parole che lasciano subito spazio alle lacrime, da una parte e dall'altra del telefono.
I volti delle insegnanti segnati da incredulità e sgomento per un dramma che sembra davvero inspiegabile.
Come si potrà mai trovare le parole giuste per spiegare ai propri alunni il perchè di quel piccolo banco per sempre vuoto?
"Siamo tutti sotto shock - spiega Davide Uboldi, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo di Travagliato ( nella foto).
È un gesto assurdo e inspiegabile per un bambino così piccolo, che non aveva problemi particolari né di rendimento scolastico né di comportamento: prendeva buoni voti, aveva la media del sette, ed era ben inserito nella classe."
Il dramma si è consumato proprio nell'intervallo tra le lezioni del mattino e il rientro pomeridiano.
Il bimbo era rincasato per pranzare con la famiglia: sgridato dai genitori perchè non voleva rientrare a scuola, si sarebbe chiuso nella sua cameretta e si sarebbe tolto la vita impiccandosi nell'armadio. Quando la madre lo ha trovato, il suo cuoricino aveva già smesso di battere.
È stato rianimato sul posto, poi la corsa al Civile di Brescia e il ricovero in Rianimazione, dov'è spirato nella notte tra le braccia di mamma e papà.
"Una famiglia tranquilla, come tante - racconta il dirigente scolastico -.
Anche tre dei quattro fratelli del bimbo scomparso frequentano il nostro istituto e non abbiamo mai avuto problemi a comunicare con i loro genitori, sempre presenti e attenti."
Finisce sul web e indigna non poco un filmato in cui un automobilista che aveva parcheggiato la propria auto in uno stallo riservato ai vigili urbani in via Vittorio Emanuele II, a Castelvetrano , sputa e insulta una vigilessa intenta a contestargli una multa per l'infrazione rilevata.
L'episodio risale a qualche giorno fa ma lo si è appreso soltanto oggi.
Alla vigilessa sono arrivati diversi attestati di solidarietà.
L'automobilista rischia, invece, una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale.
"Ad oggi non sono stato informato dell'accaduto, però sto cercando di acquisire le dovute informazioni per assumere le azioni consequenziali", dice Giuseppe Barresi, dirigente della Polizia municipale di Castelvetrano.
Castelvetrano. 8 febbraio
E potrei continuare:
Ed ora l’assassino della giovane ragazza potrebbe tornare subito in libertà.
Ma andiamo con ordine.
Due casi di cronaca nera che hanno sconvolto la vita degli italiani di cui se ne parla ancora e che hanno attirato le attenzioni dei politici e dei media nazionali perché cruenti e secondo alcuni uomini di sinistra odiosi e razzisti.(Vedi il caso Traini che spara agli immigrati).
Alcuni giorni orsono hanno trovato due trolley abbandonati in un fossato nelle campagne di Pollenza vicino a Macerata dove c’erano i resti di una bella fanciulla romana di 18 anni, Pamela Mastropietro, ( nella foto) che era scappata da una comunità di recupero “Pars di Corridonia”.
I Carabinieri, visionando le telecamere del luogo, hanno subito arrestato un giovane immigrato nigeriano col permesso di soggiorno scaduto e nella sua abitazione subito dopo perquisita una mannaia insanguinata, grossi coltelli da cucina e gli indumenti della ragazza sporchi di sangue.
Gli stessi indumenti che la ragazza indossava nel momento di allontanamento dalla Comunità.
Il nigeriano, fino ad oggi, non ha ammesso nessuno degli addebiti che il Magistrato gli ha contestato.
Lui nega di avere ucciso la povera ragazza, di averla squartata e di avere poi occultato il cadavere. Ha ammesso, però, che si era incontrato con la ragazza, di averla accompagnata in farmacia dove la ragazza avrebbe comprato una siringa e poi condotta a casa sua.
Qui, secondo il suo racconto che non ha convinto neppure il Magistrato, la ragazza ha avuto una crisi di overdose e lui, per paura, è scappato.
Come scappato!
Allora con lui c’erano altre persone.
Ma ora noi ci domandiamo: Chi ha ucciso davvero la giovane fanciulla romana?
Come è morta? E’ stata una overdose di droga o tagliata male a ucciderla?
A questi inquietanti interrogativi dovranno rispondere gli inquirenti, perché non solo la madre e il papà della ragazza, ma anche noi, vorremmo sapere la verità.
Per saperne di più bisognerà attendere i responsi degli esami tossicologici.
Intanto I Carabinieri del RIS e la Procura di Macerata stanno esaminando i movimenti del nigeriano e il percorso fatto dalla ragazza da Corridonia a Macerata.
Come è arrivata a Macerata?
Chi ha incontrato?
Chi le ha fornito la droga che secondo il nigeriano l’ha uccisa?
Si è saputo che un maceratese quella sera del 29 gennaio le abbia dato un passaggio in macchina fino a Macerata lasciandola presso la stazione ferroviaria.
Per ora, ma solo per ora, il nigeriano resta in carcere, però potrebbe presto essere liberato perché è accusato soltanto di vilipendio e occultamento di cadavere.
L’indagato non è stato ancora liberato soltanto perché non sono riusciti a trovare un domicilio idoneo.
Speriamo che non lo trovino perché la sua vita è in pericolo visti i precedenti di Traini che ha seminato terrore per le vie di Macerata accanendosi a sparare colpi di pistola contro persone dalla pelle nera, perché voleva vendicare l’assassinio della ragazza romana.
Scenario inquietante, amici miei carissimi.
Pamela, questa bella ragazza di 18 anni che ha fatto quella brutta e indescrivibile orrenda fine viene uccisa e fatta a pezzi ancora una volta dalla giustizia italiana.
Quel nigeriano merita l’ergastolo, non gli arresti domiciliari!
Deve marcire nelle patrie galere e di stare molto attento perché in carcere potrebbe fare una brutta fine.
Non ci sono attenuanti.
Pamela è stata fatta a pezzi e nascosta in due trolley, ma il nigeriano voleva fare dell’altro: voleva scioglierla nell’acido, ma il piano fallì.
E i giudici che fanno?
Discutono su chi ha fornito la droga: Chi è stato il pusher?
Se il nigeriano venisse davvero scarcerato andrebbe incontro davvero ad una brutta fine e il malessere che purtroppo si è immediatamente diffuso in tutta Italia ci porterebbe ad estreme conseguenze.
La gente si ribellerebbe, potrebbero scoppiare tafferugli e rivolte con spargimento di sangue.
E le elezioni sono alle porte.
E la triste fine della ragazza e il ferimento di sei nord africani sono stati subito strumentalizzati dai politici di casa nostra, che non avendo altri argomenti cercano di sfruttare la situazione a loro vantaggio.