
E’ successo in Sicilia. A Messina.
Ad incapparci il deputato regionale De Luca (Udc).
Era stato appena eletto nello schieramento di centrodestra che sostiene Nello Musumeci.
Addirittura aveva annunciato di volersi candidare a sindaco di Messina.
Aveva ottenuto alle elezioni ben5.418 voti.
De Luca è stato arrestato, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Messina a conclusione di articolate e complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Messina e della Compagnia Carabinieri di Messina Sud.
Il parlamentare è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Con lui ai domiciliari anche Carmelo Satta.
I due sono finiti agli arresti, "in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa 1.750.000 euro", si legge in una nota della Gdf.
Nel dettaglio, grazie alle indagini è stato individuato "un complesso reticolo societario facente capo alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori ed alla società CAF FE.NA.PI. s.r.l., riconducibile, direttamente o indirettamente, a De Luca e a Saitta, utilizzato, nel corso del tempo, per porre in essere un sofisticato sistema di fatturazioni fittizie finalizzate all’evasione delle imposte dirette ed indirette", sostengono gli inquirenti.
In pratica, lo schema evasivo emerso prevedeva secondo gli inquirenti l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf fenapi s.r.l., "individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale.
La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione Nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta".
Sono state denunciate altre 8 persone nell'ambito della stessa indagine.
Contestualmente è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi s.r.l., nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.
Bene, abbiamo detto, ma ora si arrestino tutti gli evasori! Almeno quelli di grandi importi come Cateno De Luca! Ce ne sono tanti!
Ieri, 6 novembre 2017, si è votato in Sicilia per l’elezione del Governatore e dell’Assemblea Siciliana.
Ha vinto il centro destra.
Ma il primo dato che emerge da questa tornata elettorale prima delle elezioni politiche del prossimo anno è il clamoroso flop del Partito Democratico di Renzi e il tracollo di Angelino Alfano e del suo partitino formato da fuoriusciti del partito di Berlusconi che aveva proprio in Sicilia il principale bacino elettorale.
Matteo Renzi aveva fiutato la debacle del suo partito e si era rifugiato in America. Tornato in Italia ha trovato un nuovo scenario e i suoi avversari interni sono già pronti a partire all’attacco in vista delle prossime elezioni politiche.
Per Alfano è l’inizio della fine.
Anche per lui suoneranno le campane a morte e si profila un rapido tramonto politico, come è successo all’altro traditore Fini.
Ma chi è davvero il vero, il principale vincitore di questa competizione elettorale?
Non è Renzi, non è Grillo, non è Berlusconi.
Ancora una volta ha vinto il partito del non voto.
Infatti meno della metà degli aventi diritto al voto si è recata alle urne.
Solo il 46,76% ha votato.
Un sintomo concreto del diffuso malcontento che regna tra gli elettori.
A questo punto la politica dovrebbe chiedersi il motivo di questa crescente disaffezione al voto. Il terremoto del voto in Sicilia ha portato alla cancellazione del confronto in televisione tra Renzi e di Maio, perché secondo il candidato premier del movimento 5 stelle Renzi non è più candidato Premier e il Pd, politicamente sconfitto, non è più secondo lui il competitor diretto del Movimento 5 stelle.
Il segretario Renzi dovrebbe dimettersi come lo hanno fatto altri segretari prima di lui dopo una batosta elettorale subita, ma sono sicuro che non lo farà.
E’ partito, invece, il solito spettacolino indecente alla ricerca di un capro espiatorio.
E nel mirino è finito addirittura il Presidente del Senato Pietro Grasso, colpevole di non aver accettato la candidatura a Governatore della Sicilia a sua volta proposta dal Partito Democratico il 25 giugno scorso.
Fino ad ieri Rosy Bindi. Renzi, Serracchiani ripetevano come un mantra:
Noi siamo il primo partito e ci candidiamo ancora un’altra volta a governare il paese.
Il Primo partito è quello di Grillo. Boom!
Il botto questa volta c’è stato ed è stato pure molto forte ed ha fatto tremare tutta la Sicilia e questa volta l’hanno sentito anche a Roma.
Chissà se il nostro amato ex Presidente della Repubblica Re Giorgio avrà sentito la tremenda botta proveniente dalla lontana Sicilia.
Beppe Grillo se la ride sotto i baffi e pensa già alle consultazioni nazionali della prossima primavera.
Questa è l’Italia che cambia.
Mancano meno di mille sezioni alle fine delle operazioni.
Sono state scrutinate 4.401 sezioni su 5.300.
Questi i dati:
Musumeci ha 664.583 voti pari al 39,7 per cento;
Cancelleri ha 581.902 preferenze pari al 34,8 per cento;
Micari ha 309.418 voti pari al 18,5 per cento;
Fava ha 103.598 preferenze pari al 6,1 per cento e
La Rosa ha 12.195 voti pari allo 0,7 per cento.
….continua …..
ore 21.00
Sezioni scrutinate 4.877 su 5.300“
Giancarlo Cancelleri 652.535 34,5
Movimento 5 Stelle 26,6
Nello Musumeci 754.603 39,9
Fratelli d'Italia, Noi con Salvini - Alleanza per la Sicilia 5,51
Diventerà Bellissima 6,06
Popolari-Autonomisti Idea Sicilia 7,2
Udc 7,09
Forza Italia 16,3
Fabrizio Micari 349.358 18,5
Pd 12,9
Arcipelago Sicilia Movimento dei territori - Micari presidente 2,4
Alternativa popolare-Centristi per Micari 4,1
Pdr Sicilia Futura - Psi 5,9
Claudio Fava 117.164 6,2
Siciliani Liberi "Cento passi per la Sicilia" 5,29
Roberto La Rosa 13.588 0,7
Siciliani Liberi 0,6 “