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soldi imA Sanremo residenti infuriati coi richiedenti asilo. Pur avendo vitto e alloggio pagati, gli immigrati vanno in giro a chiedere l'elemosina (con lo smartphone in mano)
Tutto questo succede a Sanremo, ma anche nella nostra città di Cosenza specialmente nella nuova Piazza Bilotti e davanti ai negozi e supermarket  troviamo gli immigrati che chiedono l’elemosina. Non usano il cappellino, ma un bicchiere di plastica. Qualcuno ancora da una piccola offerta, la maggioranza della gente però si sente infastidita e borbottando qualcosa passa oltre, neppure li guarda.

Sanremo - Cappellino per l'elemosina da una parte e smartphone o sigaretta dall'altra.

 È questo l'identikit del "nuovo" profugo. Una figura che impazza, da mesi ormai, per le strade del centro di Sanremo, scatenando polemiche tra gli abitanti, che si sentono molestati ad ogni angolo con insistenti richieste di denaro da parte degli immigrati.
"Ehi, capo, un euro". Oppure: "Signora, una piccola offerta per mangiare". Ma quale offerta per mangiare: per loro vitto e alloggio sono gratuiti. E meno male, altrimenti al posto delle sigarette o delle schede telefoniche, con i soldi dell'elemosina gli immigrati dovrebbero comprarsi il mangiare. Ma la gente ormai lo ha capito e se all'inizio c'era ancora qualcuno che allungava una piccola offerta, oggi quei cappellini sono più o meno vuoti. "Hanno già tutto", lamentano i più. Resta soltanto il fastidio procurato a turisti e abitanti che in questi giorni di festa affollano la centralissima via Matteotti, il quartiere del teatro Ariston.
Le forze dell'ordine non possono fare nulla. Motivo? Hanno tutti lo status di rifugiato politico e, quindi, sono protetti dalla legge. Se a ciò aggiungiamo che l'accattonaggio non è reato, i conti sono presto fatti. Ma torniamo ai telefonini. Nelle vie di grande afflusso chiedono tutti l'elemosina, allungando il cappellino sotto il naso dei passanti, ma una volta girato l'angolo, ecco uscire magicamente dalle tasche smartphone e pacchetti di sigarette. Insomma, bella la vita da rifugiato.

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Folla e lacrime a Sulmona per i funerali di Fabrizia di Lorenzo, la giovane italiana morta a Berlino per mano di Anis Amri

Un lungo e composto applauso della folla ha salutato la bara portata a spalla dentro la chiesa per l'inizio dei funerali.

Ed anche all'uscita dalla chiesa un lungo applauso ha accolto il feretro.

Tanti occhi umidi, tanti col groppo alla gola. .

Poi la salma è stata trasportata nel cimitero di Sulmona per la tumulazione con cerimonia privata.

Per lo Stato il presidente Mattarella.

Per il governo il ministro dell’interno Minniti, quello che ha pubblicato i nomi dei poliziotti che hanno affrontato Anis Amri.

Ma non c’erano né il ministro Poletti, né la presidente della camera Boldrini

Si! Parliamo di Poletti, il ministro di Renzi, quello che ha offeso i giovani italiani che lavorano all’estero sostenendo che “Centomila giovani se ne sono andati dall’Italia? Sì, ma “non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi”.

Chissà se quando diceva che in Italia non restano i pistola si riferiva al figlio che vive dei contributi statali ( 500 mila euro in 3 anni!)

Si! Parliamo della Boldrini, il Presidente della Camera

Quella che il 31 marzo scorso ha dichiarato che noi italiani dovremmo imparare dagli immigrati lo stile di vita della globalizzazione che loro incarnano, mentre noi italiani dovremmo abbandonare il nostro stile di vita che apparterebbe a un passato da seppellire.

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Vi state chiedendo il perché di questa affermazione?

Semplice.

Intanto parliamo di Bruno Valentini “laureato con Lode, come studente-lavoratore, in Scienze Economiche e Bancarie all’Università di Siena”.

 

Siena lo ricordiamo è la città del Monte dei Paschi di Siena

Leggiamo che il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli è furioso e dice: “

«Salvataggio Mps? È una vergogna perché sono stati usati due pesi e due misure.

Un anno dopo il decreto che ha azzerato 4 banche tra cui Banca Etruria rendendo carta straccia subordinate e azioni, il governo vara un provvedimento da 20 miliardi che consente il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena attraverso l’acquisto del tesoro delle azioni dell’istituto di Piazza Salimbeni e soprattutto la riconversione delle obbligazioni subordinate dei risparmiatori in azione ordinarie.

 

Diverso il premier, stavolta Gentiloni, lo stesso il ministro dell’economia Padoan, lo stesso Presidente della Repubblica che ha firmato il decreto».

Poi aggiunge che “… protesterà nelle sedi opportune con questo Presidente della Repubblica. Per Banca Etruria non è stato mosso un dito per salvare i risparmi dei tanti correntisti. Mi auguro che l’acquisto di Banca Etruria, da parte di Ubi Banca, annunciato per dopo Natale, mantenga i livelli occupazionali dell’istituto aretino come richiesto in sede di trattativa e come garantito. Resta l’amarezza per il trattamento usato con due città che insistono entrambe sulla stessa area della Toscana Sud, che hanno servizi gestiti insieme. Non si possono trattare così, anche perché per salvare Banca Etruria ed evitare il disastro per centinaia di famiglie bastava un investimento molto meno significativo»

Ed ecco che il primo cittadino di Siena Bruno Valentini, commentando le parole del collega di “Alessandro Ghinelli «ha veramente ragione».

Spiertu, eh? Quasi a dire “salvate pure la banca Etruria, basta che salvate la nostra MPS!”

 

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