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aeropuerto-milan-malpensaGli aeroporti presenti sul nostro territorio sono molti, essi si diffondono sull’intera penisola da Nord a Sud. In Lombardia ve ne sono due che per notorietà e quantità di traffico urbano rientrano di fatto tra i più affermati ed utilizzati come scalo e non solo. Stiamo parlando di Malpensa e Linate, autentici fiori all’occhiello della sede aeroportuale lombarda. Vediamo come è possibile raggiungerli da Milano: modalità, costi ed altri fattori da considerare.

Destinazione Malpensa

Come detto, dunque, i due principali aeroporti del Nord Italia sono sicuramente quelli del capoluogo lombardo, ossia Malpensa e Linate. Due scali tra i più importanti d’Italia, assiduamente frequentati dai cittadini della nostra penisola come anche da personaggi pubblici durante i loro viaggi di lavoro o piacere. Raggiungere queste due sedi aeroportuali è possibile con varie modalità.

Innanzitutto tramite auto, che resta pur sempre il mezzo basilare e principale di spostamento. Ovviamente essa è consigliata laddove la tratta da coprire è breve, quindi se ci si trova già nei pressi dei comuni limitrofi. Ad esempio, l’aeroporto di Malpensa dista 50 km dal centro di Milano, e ciò comporta una scelta di viaggio che può ricadere soprattutto su auto e bus. Tuttavia esiste anche la linea ferroviaria Express che garantisce l’arrivo sul posto in questione in circa 40 minuti. I costi in tale circostanza si aggirano in media intorno ai 15/20 euro complessivi.

Se si vuole risparmiare sul piano economico ed al tempo stesso si ha pazienza per affrontare un tragitto più lungo, allora si può optare per il servizio bus. Infine vi è l’alternativa che potremmo definire d’élite, ossia il taxi (https://www.taximalpensamilano.it/). Esso impiega sui 50-60 minuti di tempo per giungere a Malpensa da Milano e comporta una spesa decisamente più elevata rispetto a quella menzionata in precedenza.

Destinazione Linate

Proprio come spiegato per Malpensa, anche l’aeroporto di Linate è sì raggiungibile partendo da Milano ma con costi e modalità un po’ diverse. Esso si trova davvero vicinissimo al centro città lombardo, motivo per cui vi conviene optare senza alcun dubbio per i servizi autobus o treno. Questo perché entrambi prendono il via dalla stazione centrale milanese, quindi un punto di snodo ottimale sia per chi risiede in loco o nei comuni limitrofi sia per chi sopraggiunge da fuori.

Anche sul piano economico la scelta sopraindicata è la migliore, perché comporta un costo decisamente contenuto (intorno ai 5-10 euro massimo) ed un tempo stimato di viaggio di 25 minuti.

Riepilogando quindi, è davvero estremamente semplice arrivare sia all’uno che all’altro aeroporto della Lombardia. Tutto quello che vi occorre è fissare un itinerario che tenga in considerazione il vostro punto di partenza (se più o meno vicino ad una delle due sedi aeroportuali) ed ovviamente la spesa che volete sostenere. In funzione di questi due fattori si svilupperà poi il vostro viaggio con destinazione Malpensa o Linate. Cosa state aspettando allora, organizzatevi fin da subito, stabilite le priorità e puntate la bussola verso uno dei due scali più importanti del territorio italiano.    

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Sdopa di ericaAmici carissimi, e qui mi rivolgo a quelli che hanno una certa età come la mia. Vi ricordate le scope che adoperavano le nonne e le nostre mamme per pulire il pavimento delle case? Erano fatte di rametti di erica raccolta nei boschi circostanti quasi simile a quelle che usavano gli spazzini per pulire le strade, solo che erano un po’ più piccole. Quando la scopa veniva usata produceva un fruscio che però col tempo e con l’uso quotidiano e continuo scompariva. Perché vi ho voluto dire questo? L’elezione di Enrico Letta a Segretario del Pd dopo le dimissioni improvvise di Zingaretti me lo hanno suggerito. Ha fatto tanto rumore. Come una scopa nuova ha fatto un po’ di “Strusciu”. L’Enrico stai sereno, il Cincinnati del Pd, eletto all’unanimità (solo 2 hanno votato contro), per essere al centro della scena e per occupare le prime pagine dei giornali e le prime notizie delle televisioni, si è presentato agli italiani come una novità. Una novità? E’ in politica da sempre. Iscritto giovanissimo alla DC e poi è stato uno dei fondatori del Pd. Ha ricoperto cariche istituzionali di un certo livello: Sottosegretario, Ministro, Presidente del Consiglio. Ecco il nuovo che avanza. Mi scuso: l’usato che avanza. Daje Enrì ripiamose sti cocci! Così c’era scritto in un tazebao di una sezione del Pd a Roma da lui visitata. E lui, il salvatore del partito moribondo, ha mantenuto la promessa. All’assemblea del partito domenica pomeriggio si è presentato mettendo al suo fianco una lattina rossa con la scritta “Bella ciao” e ha annunciato Urbi et Orbi lo Jus soli e il voto ai sedicenni, vecchio pallino di Beppe Grillo. Perché lo ha fatto? Perché rivolgendosi ai suoi elettori ha voluto affermare che qualche cosa di sinistra la sa dire. Sono Enrico, sono tornato, sono europeista, sono di sinistra. E’ stato un modo per ricompattare la base e il mondo progressista. Ha voluto simulare un finto cambiamento che ci sarà nel partito. Ohi Pascalì, u segretariu nuovu subitu se datu da fare! Francì, è na ncignata de vutta. Ogni volta che è stato eletto un nuovo Sindaco, un nuovo Segretario di partito, un nuovo Presidente del Consiglio, quante belle e nuove cose da realizzare siamo costretti ad ascoltare. E’ come una botte nuova, quando il vino si spilla per la prima volta, risulta sempre buono. Col tempo il vino potrebbe diventare una ciofeca. Vedremo cosa succederà dopo le elezioni amministrative e regionali rimandate al prossimo autunno. Se il Pd tiene, Enrico può stare sereno, altrimenti, come gli altri segretari che l’hanno preceduto, dovrà smammare e ritornare a Parigi a fare il Professore. Ma torniamo al voto ai sedicenni. Dovrebbe essere cambiato l’Art. 48 della Costituzione: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. E la maggiore età è fissata a 18 anni di età. E poi i sedicenni avrebbero diritto ad avere la patente di guida, potrebbero sposarsi, non saranno più minorenni e saranno punibili in caso di reati. Per me le due proposte di Letta sembrano essere due marketing politici, un modo per erodere consenso alla Lega, ampliando la base elettorale a un fronte che si presume progressista. E’ sicuro Letta che i giovanissimi votino a sinistra? E’ sicuro che vadano a votare diversamente dai loro genitori? La politica a loro non interessa. A quell’età hanno solo in mente i monopattini, i motorini, lo smartphone, la playstation, le ragazze, il pallone, Ronaldo, la Juve e l’Inter, qualche spinello e una birretta alla spina. Ma ora, con tanti problemi che abbiamo, bisognava andare a tirare lo Jus soli e il voto ai sedicenni? Ma attenti, se poi li fai votare, dovrai dare loro pure la possibilità di candidarsi, di essere eletti e infine governare, altrimenti è solo demagogia e una presa per i fondelli. Saranno disponibili i Franceschini, i Zingaretti, i Casini, i Bersani, i Salvini, i Berlusconi, le Bonino, a farsi da parte e dare il posto ai loro imberbi nipotini?

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lettaOrsù cornamuse, squillate campane, Enrico Letta è tornato in Italia, ha lasciato Parigi ed è sbarcato a Roma. Domani, domenica 14 marzo 2021, sarà eletto credo alla unanimità nuovo segretario del Partito Democratico dopo le dimissioni di Zingaretti. La proclamazione avverrà domani pomeriggio al termine dell’Assemblea completamente online e in streaming sulla pagina Facebook del partito. Ritorna esattamente a casa dopo 7 anni e un mese dopo essere stato disarcionato nel 2014 da Matteo Renzi da Presidente del Consiglio. Vi ricordate amici quel : -Enrico stai sereno- Fu costretto a dimettersi e il suo posto fu preso proprio da Matteo Renzi che ricopriva anche il posto di Segretario del partito. Sono passati sette lunghi anni e ora il Pd lo chiama al capezzale del letto perché il partito è in grave crisi ed è moribondo. Chiamato da tutti i capicorrente del Pd a guidare quel partito che ha contribuito a fondare e che oggi, purtroppo, vive una crisi profonda. Lui ha accettato dopo una notte di riflessione e ha detto che lo fa per amore della politica e passione per i valori democratici. Sembra che il Pd, finalmente, abbia trovato l’uomo giusto in un momento così travagliato e di crisi profonda. La prima cosa che dovrà fare appena si insedierà al Nazareno togliere quelle scritte: Dalla parte delle persone. Non hanno portato fortuna a Zingaretti. Quando apparivano in televisione la gente mormorava e diceva : Altro che dalla parte delle persone, dalla parte delle poltrone. E infatti Zingaretti si è dovuto dimettere perché si vergognava che i dirigenti del Pd pensavano di più alle poltrone e alle primarie che alle idee, ai progetti, alla pandemia, alla vaccinazione di massa, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid. Ma credo che le dimissioni di Zingaretti siano dovute principalmente all’alleanza col Movimento del giullare Grillo. Molti dirigenti non l’hanno gradita e gli iscritti non l’hanno ancora capita e digerita. E poi ci sono state le nomine di Ministro nel nuovo Governo Draghi, tutte al maschile. Molte donne si sono ribellate ed hanno chiesto le dimissioni del Vicesegretario Andrea Orlando, nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per fare posto ad una di loro. Dunque, Zingaretti, come del resto gli altri segretari Pd, non è riuscito a portare a compimento il suo mandato. Io non mi sono meravigliato perché in questi due anni Zingaretti ha sbagliato molto. Si è fidato e circondato di alcuni personaggi che rivogliono il controllo del partito. Le critiche su come ha gestito il partito a dire il vero non sono mai mancate. Ora è tornato Letta, il Cincinnato del Pd. Riuscirà a salvare il Partito Democratico? Riuscirà a farlo solo a due condizioni essenziali: Riallacciare i rapporti con Renzi e rompere col Movimento 5 Stelle. Faccia come faceva Bettino Craxi e il PSI: a Roma al Governo con la Democrazia Cristiana e nei Comuni e nelle Regioni col PCI. Dovrà dimenticare, e in politica è semplice, ciò che è accaduto nel passato quando con un tocco di stiletto fiorentino Renzi lo ha fatto fuori da Palazzo Chigi. Dimenticare il giorno fatale dello scambio della campanellina. Lo dovrà fare se davvero vuole bene all’Italia e se davvero ha accettato questo ingrato compito di guidare il Partito per amore della politica e passione per i valori democratici. E infine rompere definitivamente con i grillini. Subito un taglio netto Il qualunquismo e i reazionari non hanno mai aiutato la sinistra. L’alleanza giallo rossa è stata un fallimento.

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I Racconti

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