
La politica italiana dopo settimane di silenzio a causa del Coronavirus si riprende prepotentemente la scena. Al Senato della Repubblica si vota sulle due mozioni di sfiducia contro il Ministro della Giustizia Bonafede. I riflettori sono puntati su Matteo Renzi, l’ex rottamatore, leader di Italia Viva, che con la sua striminzita pattuglia di Senatori mantiene in vita il Governo Conte ardentemente voluto lo scorso anno. Avremo una crisi di Governo? Quale crisi! Il Governo Conte ancora una volta resta a galla perché Renzi, anche questa volta lo salva, votando contro le mozioni di sfiducia. Anche il Ministro Bonafede è salvo. Fine della ennesima sceneggiata di Renzi. Abbiamo dunque assistito all’ennesimo voltafaccia di Renzi che molti hanno criticato aspramente e che probabilmente quando si andrà al voto lo penalizzerà ai seggi portandolo ad una parabola discendente inarrestabile. Farà una brutta fine. Farà la fine di altri politici ben noti. I commenti più taglienti sono piovuti dai suoi ex fedelissimi rimasti nel Pd:- Ormai non è più credibile -. Ma perché Renzi anche questa volta fa dietro front? Per attaccamento alla poltrona. E’ evidente. Il suo voto e quello dei fedelissimi sono stati determinanti a salvare Bonafede e il traballante Governo Conte, dopo lo scandalo della scarcerazione dei boss mafiosi. E Renzi, salvato Bonafede, si prende, per ricompensa anche un insulto da Beppe Grillo il quale cita una famosa poesia in romanesco del grande poeta Trilussa: Er Nemmico. Per chi non la sapesse o l’avesse dimenticata il poeta narra la storia di un cane da guardia di una villa che abbaia tutta la notte malgrado non passi anima viva. Una cagnetta di una villetta vicina si avvicina e gli chiede perché abbaia così tanto malgrado non ci sia nessun allarme e quindi non c’è davvero bisogno di fare tanta cagnara. Svegli la gente. Sapete cosa rispose il cane?:- Lo faccio per non perdere il posto-. Avete capito ora, amici miei carissimi, perché Renzi abbaia, abbaia, fa bubbù continuamente ma poi non è così pericoloso come sembra. Lo fa perché non vuole perdere il posto, non vuole abbandonare la comoda poltrona che occupa in Senato e per avere altre prebende per i suoi amici come Presidenze nelle Commissioni parlamentari e nelle aziende statali. Questo è Renzi, prendere o lasciare. “Il biscazziere della politica con la disinvoltura del bluff annunciando sfracelli, ultimatum con lo scopo di avere visibilità, negoziare posti e prebende per poi passare all’incasso. Il bullo di Rignano ci ha abituato alle sue intimidazioni verbali che non trovano mai una consequenzialità pratica. La credibilità di Renzi si è ulteriormente inficiata e il suo partito rischia di raggiungere livelli nanometrici di consenso-. ( Andrea Amata). Però, è furbo il Renzuccio. Alza continuamente il prezzo e farà durare il Governo Conte bis fino alla fine della Legislatura facendolo vivere, però, nel terrore. E Conte, per sopravvivere, dovrà concedere molto.
A causa del Covid-19 sono molte le cose che sono cambiate in Italia e fra queste senz’altro gli spostamenti. Quasi nulli per alcuni, limitati per altri e per chi prendeva i mezzi per recarsi al lavoro le difficoltà sono e saranno ancora molte, viste le limitazioni per proteggere la salute pubblica. Proprio per questo è stato messo in atto un piano d’incentivi rivolto ai mezzi di micromobilità per questo 2020 chiamato bonus mobilità e ribattezzato bonus biciclette.
Chi può richiederlo? Come funziona? Che cifra copre? Il Decreto Legge “Rilancio” nell’articolo 205 spiega le misure atte ad incentivare la mobilità sostenibile. A seguire vi spieghiamo meglio.
Bonus biciclette chi può richiederlo
Il bonus bici è richiedibile dai soli maggiorenni e residenti in uno dei capoluoghi di provincia, delle città metropolitane o nei comuni che hanno una popolazione superiore a 50 mila abitanti. Una famiglia di 4 persone tutti maggiorenni potrà dunque richiedere un bonus a testa ma acquistare un solo mezzo di micromobilità a testa.
Il bonus biciclette è pari al 60% dell’importo speso per l’acquisto, ma non può essere superiore a 500 € per spesa.
E’ valido sino al 31 Dicembre 2020 e a partire dal 4 Maggio, ovvero dovrebbe essere retroattivo a quando ancora si era nella FASE 1.
Il contributo è previsto per tutti i mezzi di micromobilità: biciclette, e-bike a pedalata assistita, hoverboard, monowheel, segway, monopattini. Sono esclusi gli scooter elettrici.
Chi aderirà al bonus bicicletta avrà un notevole risparmio a cotti fatti, infatti se la spesa per una bicicletta sarà pari a 400 € col bonus bicicletta la pagherà solo 160 euro.
Saranno favoriti anche nel bonus biciclette i servizi di sharing in abbonamento con Helbiz con utilizzo illimitato di e-bike o monopattini elettrici. Questo servizio sarà garantito solo in alcune città come Milano, Torino, Verona e Roma.
Come richiedere il bonus mobilità
Ad oggi non è ancora stato chiarito come chiederlo, anche se durante la conferenza stampa della Ministra Paola de Micheli è stato detto che probabilmente verrà attivata un’apposita piattaforma sul sito del Ministero dei Trasporti. Da qui si potrà registrare la ricevuta di acquisto della bicicletta e richiedere il rimborso previsto.
Modifiche del codice della strada a bonus biciclette
Nel Decreto Rilancio non è previsto solo il bonus mobilità ma anche modifiche al Codice della Strada, con due aspetti importanti. Il “Casa avanzata” una linea di arresto solo per bici e affini che sarà avanzata di 3 metri rispetto a quella dedicata alle auto o altri mezzi a motore. Questa linea sarà applicata solo sulle strade con una lunghezza di almeno 5 metri e con limite di velocità non superiore a 50 km/h. In questo modo si innalza il livello di sicurezza al momento della ripartenza e si evita l’inalazione dei gas di scarico.
Il secondo aspetto previsto è la creazione di “corsie ciclabili a raso” ovvero corsie dedicate solo ai mezzi di micromobilità, saranno delimitate nella carreggiata stradale e al margine destro. Qui sarà vietato il passaggio dei mezzi a motore
Ecco, questa sì che è finalmente una bella notizia. Dal 18 maggio p.v. le porte delle chiese saranno riaperte e i sacerdoti potranno celebrare indisturbati le Sante Messe alla presenza dei fedeli, non di tutti però. Il protocollo d’intesa tra Governo e la CEI è stato firmato giovedì 7 maggio u.s. Si dovranno però osservare alcune regole fondamentali: niente assembramento e distanziamento tra i fedeli. In un banco si potranno sedere al massimo due fedeli. Non tutti, dunque, potranno entrare in chiesa, dipende dalla grandezza. Membri del Consiglio Pastorale, volontari, collaboratori favoriranno l’ingresso e l’uscita dalla chiesa. Chi entra in chiesa dovrà indossare obbligatoriamente la mascherina. Le acquasantiere resteranno ancora vuote, niente acqua santa. La chiesa, al termine di ogni funzione dovrà essere igienizzata. I parroci dei piccoli paesi avranno seri problemi da risolvere. Niente coro durante le funzioni religiose. OK ad un solo organista. Omesso lo scambio della pace. Poiché le regole sono ancora rigidissime e molte chiese non consentono la pratica applicazione del protocollo d’intesa, le Sante Messe si potranno celebrare anche all’aperto, sempre nel rispetto delle norme sanitarie indicate. Nel mio paese, San Pietro in Amantea, e in molti Comuni della Provincia di Cosenza (Vedi Amantea, piazzale antistante Chiesa Sa Bernardino) dove davanti la chiesa ci sono ampi spazi si possono celebrare benissimo le sacre funzioni all’aperto. Basta mettere un tavolo, delle sedie, sistemare l’altoparlante e l’organo. Ci vuole un po’ di collaborazione coi parroci. E poi siamo abituati da sempre ad assistere alle Sante Messe celebrate dal Papa sul sagrato della Basilica di San Pietro in Roma, così come alle sante messe celebrate in San Pietro in Amantea sulla piazza antistante la chiesa della Madonna delle Grazie in occasione della sua festa che si celebra ogni due luglio. La chiesa non potrebbe contenere le migliaia dei fedeli provenienti dal circondario di Amantea. Le celebrazioni all’aperto offrono la possibilità di rispettare tutte le indicazioni del Governo. Anche il Vaticano passa alla fase 2 del contenimento dell’emergenza Covid19. Niente più Sante Messe la mattina alle ore 7 in streaming da Santa Marta senza fedeli. Le Sante Messe torneranno ad essere aperte al pubblico. Il Santo Padre Papa Francesco è felicissimo:- Il popolo di Dio potrà così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua Parola-.