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La ricreazione è finita. Ora tocca anche all’ ex onorevole Giuseppe Galati.

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Da questa mattina, a Catanzaro, Lamezia Terme e Roma, militari del nucleo investigativo carabinieri di Catanzaro, coadiuvato dai colleghi dei Comandi locali, stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, guidata da Nicola Gratteri, nei confronti di 3 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di abuso d’ufficio, falsità ideologica e peculato.

Gli indagati sono l'ex presidente della Fondazione (ed ex deputato) Giuseppe Galati, e i segretari generali Giuseppe Antonio Bianco, dirigente della Regione Calabria, e Mariangela Cairo.

Il sequestro per equivalente ammonta a oltre 1,2 milioni di euro.

Le indagini, che si inquadrano nell’ambito dell’attività volta al contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, avrebbero permesso di acclarare la responsabilità dei tre in merito alla distrazione di fondi comunitari destinati alla Fondazione “Calabresi nel mondo”, ente in house della Regione Calabria, attualmente sottoposta a procedura di liquidazione, nonché individuare l’illecita locazione di un locale avente sede a Roma.

In merito parla anche il M5s. Ecco il comunicato stampa:

«Conferma la bontà della nostra battaglia politica la notizia del sequestro preventivo per 1,2 milioni di euro nei confronti dell'ex parlamentare Giuseppe Galati ed altri, nell'inchiesta sulla distrazione di fondi comunitari destinati alla Fondazione Calabresi nel mondo, coordinata dalla Procura catanzarese guidata da Nicola Gratteri».

Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Giuseppe d'Ippolito, che aggiunge: «In più occasioni, anche nell'ultima campagna elettorale, avevamo posto l'attenzione sulla storia della Fondazione Calabresi nel mondo, difendendo i lavoratori e accusando tutta una rete politica legata a Galati.

La giustizia farà il suo corso. Intanto il Movimento 5stelle ha dal canto suo denunciato la pericolosità politica di soggetti, come Galati, che per fortuna sono stati bocciati dagli elettori e che dunque non possono utilizzare l'immunità parlamentare».

«In Calabria – prosegue il deputato 5stelle – la denuncia politica e il controllo di magistratura e forze dell'ordine devono camminare di pari passo, nella loro indipendenza.

C'è la necessità di indagare sempre più a fondo sugli atti amministrativi e sulle eventuali pressioni degli esponenti politici».

«Grazie – conclude D'Ippolito – agli sforzi dei magistrati, all'impegno di una politica sana e alla consapevolezza dei cittadini, in Calabria si sta aggredendo un sistema di potere che ha privato la comunità di risorse e beni pubblici, che per anni ha condizionato il voto e, soprattutto, che ha prodotto diseguaglianze, disservizi ed emigrazione.

Siamo sulla buona strada, ma serviranno strumenti normativi e mezzi più forti, argomento di cui dovrà occuparsi la nuova commissione parlamentare Antimafia, che dovrà guardare con maggiore profondità alla gestione amministrativa calabrese».

Ndr. Non sarebbe male!

Redazione TirrenoNews

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