Le numerose vicende di alluvioni che stanno interessando l’Italia e la Calabria sta facendo dimenticare il problema irrisolto da sette anni del ponte della SS18 sul Savuto.
Almeno questa è l’impressione degli abitanti delle due sponde che da tempo non riescono a parlarsi se non per telefono e che pur vedendosi non riescono a stringersi la mano se non attraversando il fiume( quando non è in piena) o facendo in auto più di 30 km.
Non pochi per chi abita a nord del fiume ed ha i terreni a sud o, viceversa, per chi ha il gregge a sud ed i terreni dei pascoli a nord.
E senza dimenticare la difficoltà di collegamento tra di essi di interi paesi e la difficoltà di raggiungere l’aeroporto di Lamezia , l’ospedale di Lamezia, gli uffici della regione e soprattutto l’autostrada.
E non solo.
Il problema ancora più serio è che la Statale 18 residua , quella cioè che transita a lato del mar Tirreno, nella parte a sud del porto di Amantea , è fortemente a rischio di tenuta.
Esiste cioè il rischio che il traffico si interrompa per via delle mareggiate o che il rilevato venga parzialmente distrutto da una forte mareggiata.
Ed allora lo storico percorso della primigenia SS18 che attraversava il ponte crollato appare ancora di più indispensabile.
Una consapevolezza che è anche degli amministratori locali .
Ma allora perché non si pone mano alla ricostruzione del ponte sul Savuto?.
In questa ottica il comitato per la ricostruzione del ponte guidato da Giuseppe Ruperto ha inoltrato una nota a SE il Prefetto di Catanzaro, al governatore della Calabria Mario Oliverio ed al presidente della provincia di Catanzaro Enzo Bruno chiedendo un urgente incontro.