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Cozze vive contaminate da Escherichia Coli.

Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, ha lanciato l’allarme nazionale per le la possibile presenza del pericoloso batterio Escherichia Coli nelle cozze vive.

L’allarme cozze contaminate da Escherichia Coli è stato diffuso in tutta Italia, da nord a sud, poiché queste cozze vive contaminate sarebbero state già immesse sull’intero mercato nazionale e l’Escherichia Coli è un batterio molto insidioso presente in acque inquinate da feci che può essere una bomba per l'apparato digerente e provocare nausea, forti crampi addominali, diarrea, vomito.

L'allerta cozze vive contaminate da Escherichia Coli è del 16 marzo (rif. 731.2018), purtroppo però non si conoscono i lotti con cozze vive contaminate anche perché riguardano non solo la Grande distribuzione ma pescherie e mercati.

Il ritiro delle cozze vive contaminate da Escherichia Coli è stato già avviato in tutta Italia, una misura cautelare a tutela della salute dei consumatori.

Il Sistema di allerta invita tutti a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale.

Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", ricorda che «il consumo dei molluschi bivalvi è considerato uno dei principali responsabili di trasmissione all'uomo di diverse malattie d'origine batterica e virale nonché intossicazioni da enterobatteri.

Pertanto, invita chiunque avesse acquistato questo prodotto a consumarlo ben cotto evitando il consumo di prodotti crudi».

Domenica 18 Marzo 2018.

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Queste sono le cose che la stampa italiana non vi racconta.

I migranti vengono respinti alla frontiera di Ventimiglia.

Ed allora si avventurano sempre più spesso lungo i passi ed i sentieri ad alta quota incuranti delle condizioni climatiche , senza la minima conoscenza dei rischi a cui vanno incontro ma determinati a raggiungere la Francia.

Le autorità segnalano che vengono rintracciati fino a 20-30 stranieri al giorno che tentano il passaggio illegale tra Italia e Francia

Si tratta di circa 10 mila stranieri all’anno.

A soccorrerli il gruppo «Refuge solidaiere» volontari della zona di montagna a cavallo del Piemonte e della Savoia che si impegnano in operazioni di soccorso.

All’inizio della settimana Benoit Duclois si trovava con alcuni volontari nella zona tra il Monginevro e Claviere quando ha avvistato mentre arrancava nella neve alta un gruppo di persone.

Si trattava di una famiglia nigeriana: un uomo, due bimbi di 2 e 4 anni e una donna.

Quest’ultima è subito apparsa quella in maggiori difficoltà: respirava a fatica, era sfinita anche perché era in avanzato stato di gravidanza.

Le guide hanno subito prestato soccorso e sono riusciti a condurre tutto il gruppo fino al loro fuoristrada per condurre la famigliola a valle.

Dovevano raggiungere l’ospedale più vicino ma, alle porte di Briançon, secondo quanto riportato dai media francesi, una pattuglia della Gendarmerie ha bloccato l’auto guidata da Duclois contentandogli il fatto che aveva a bordo dei clandestini privi di documenti.

Proprio in quegli istanti, per di più, la donna ha cominciato ad avvertire le doglie del parto e la guida ha supplicato che venisse consentito di raggiungere l’ospedale al più presto.

Nulla da fare: la guida alpina è stata trattenuta dai poliziotti e condotta in caserma.

È stata comunque fatta arrivare un’ambulanza che ha portato la partoriente in ospedale dove è venuto alla luce un maschietto.

Mamma e neonato stanno bene e verrebbe da parlare di lieto fine.

Non per Benoit Duclois, che il 14 marzo scorso ha ricevuto un avviso di comparizione e l’accusa formale di violazione delle leggi sull’immigrazione.

La Francia sta cercando in tutti i modi di fermare gli ingressi illegali via terra nel suo territorio ma d’altra parte proprio l’intervento dei volontari ha fino a oggi scongiurato la perdita di vite umane lungo la nuova rotta tra le montagne aperta dai migranti e dai passeurs.

Rischia 5 anni di carcere per immigrazione clandestina.

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Tre settimane fa l’omicidio del giornalista Jan Kuciak, che indagava sui presunti legami tra politica e `ndrangheta

Il premier socialdemocra tico slovacco Robert Fico ha annunciato le dimissioni, nella bufera dopo l’omicidio del giornalista Jan Kuciak, che indagava sui presunti legami tra politica e `ndrangheta. Ieri si era dimesso il ministro dell’Interno Robert Kalinak, dopo le manifestazioni di protesta e le pressioni degli alleati della coalizione Most-Hid.

«Oggi ho offerto le mie dimissioni al presidente della Repubblica» Andrej Kiska, ha dichiarato il premier.

«Se il presidente le accetta sono pronto a dimettermi domani», ha aggiunto.

L’uccisione del reporter

L’omicidio è avvenuto nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 febbraio.

Con Kuciak è morta la sua fidanzata Martina.

Il ragazzo aveva in bozza un articolo che legava esponenti del governo slovacco di Fico a presunti elementi della ‘ndrangheta, ma sette italiani sospetti sono stati rilasciati per mancanza di prove.

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