
Per conoscere l'adozione a distanza è necessario, prima di tutto, compiere una precisazione di carattere terminologico: più che di adozione, infatti, sarebbe corretto parlare di sostegno a distanza. Infatti l'adozione ha valenza sociale e giuridica, oltre che affettiva, in quanto prevede di dare a un minore che è stato abbandonato o che è orfano di tutti e due i genitori una nuova famiglia. Con il sostegno a distanza, invece, non c'è valenza sociale o giuridica: semplicemente si fornisce un aiuto economico a un minore, ma anche a una persona maggiorenne.
Ma come si può adottare - o sostenere - un bambino a distanza? Una volta individuata l'organizzazione che si vuol prendere come riferimento per l'intera pratica, il sostegno viene attivato: il sostenitore riceve una scheda di presentazione del bambino o del ragazzo che beneficia del suo aiuto, insieme con una sua fotografia. Anno dopo anno, gli uffici dell'organizzazione provvedono a informare il sostenitore dei progressi scolastici che il bambino ha raggiunto e forniscono notizie a proposito della sua vita. Chi lo desidera ha la possibilità di scrivere alle persone che aiuta, inviandogli auguri di buon Natale o di buon compleanno, ma anche mandandogli disegni, lettere, e così via, in modo tale da provare a costruire un rapporto affettivo per via epistolare.
Non solo: volendo si può decidere anche di spedire dei regali, come per esempio cappellini, magliette, album da colorare, eccetera. Le donazioni in genere sono mensili, e i soldi versati contribuiscono alla realizzazione di vari progetti, ma anche a soddisfare i bisogni primari del bambino. Ognuno può decidere di far durare il proprio sostegno a distanza per il lasso di tempo che reputa più opportuno, dal momento che non esiste un limite minimo. Vale la pena di tener presente, comunque, che le organizzazioni coinvolte di solito lavorano a progetti a lungo termine, il che vuol dire che è necessario un impegno costante nel tempo: non ci sono vincoli né obblighi, comunque, perché il sostegno a distanza è sempre il frutto di una libera scelta individuale.
Nel momento in cui si vuol sospendere il sostegno, è sufficiente farlo presente all'organizzazione. I soldi versati, per altro, possono essere detratti o donati, a differenza di quel che accade per le donazioni che vengono effettuate in contanti.
Una delle organizzazioni a cui ci si può rivolgere a questo scopo è Aleimar: consultando il suo sito web si possono scoprire tutte le informazioni di cui si ha bisogno a tal scopo.
Negli ultimi tempi si parla continuamente dei cosiddetti “cervelli in fuga” ovvero di splendidi studenti e laureati che stanchi delle finte promesse di contratti di lavoro o di assunzioni, preferiscono o meglio, sono costretti ad andare via dall’ Italia. Dal momento è aumentata la richiesta di poter fare esperienze all’estero, sono stati istituite diverse organizzazioni che offrono agli studenti o ai neolaureati la possibilità di trascorrere un anno fuori dall’Italia.
Uno stage all’estero permette allo studente di realizzarsi, di essere indipendente, di crescere e migliorarsi sia dal punto di vista linguistico che formativo.
L’Inghilterra rimane sempre un’ottima scelta per chi vuole imparare o migliorare la lingua straniera. Secondo una recente indagine pare che siano sempre di più gli italiani in questi ultimi anni, in cerca di un’esperienza lavorativa all’estero, con lo scopo di poter allargare le proprie vedute e intraprendere una carriera internazionale.
Sicuramente la meta preferita dagli italiani è l’Inghilterra, e le offerte di lavoro nelle grandi città non mancano di certo. Molto spesso la scelta cade proprio sul Regno Unito per il semplice fatto che anche le pratiche burocratiche necessarie per potersi trasferire sono molto semplici rispetto a qualunque altro Stato. Diverso il caso in cui si voglia fare un’esperienza lavorativa negli Stati Uniti, dove, per qualsiasi tipologia di lavoro occorrerà avere un visto ad hoc e in aggiunta, in alcuni casi sarà altresì necessaria una referenza del datore di lavoro. Per chi invece vuole andare a lavorare in Australia, ( buona parte degli italiani ambisce per questa meta) le politiche di immigrazione sono molto simili a quelli presenti in America, l’unica differenza è che si potrà ottenere un tipo di visto più semplice: il visto vacanza lavoro che permette ai giovani che non abbiano ancora compiuto i 30 anni, di vivere in Australia per un massimo di un anno.
Tuttavia, qualunque sia la professione che si vorrà fare, bisognerà conoscere alla perfezione l’inglese, altrimenti sarà un po’ difficile riuscire ad entrare nel mondo del lavoro per perseguire una carriera lavorativa.
E allora cosa bisogna fare al riguardo? E’ molto semplice: per chi ha intenzione di migliorare la propria lingua straniera il consiglio è quello di frequentare un corso personalizzato che verrà stilato a sua volta in base alle proprie esigenze.
Lo stage di lavoro all’estero permette agli studenti dai 16 ai 25 anni che intendono arricchire il proprio Curriculum Vitae, di lavorare e migliorare al contempo stesso la lingua estera. E’ un ottimo modo per poter non solo apprendere una lingua straniera ma grazie ad essa riuscire ad entrare nel mondo del lavoro in modo molto più facile.
Forse non tutti lo sanno, ma le aziende richiedono nella maggior parte dei casi la padronanza di una seconda lingua e se non si ha, difficilmente si riuscirà ad intraprendere una carriera professionale di tutto rispetto. E allora perché non dare ora una svolta alla propria vita?
Amici miei carissimi di Tirreno News, oggi vi voglio raccontare una storia sconvolgente che arriva da molto lontano, dal Brasile. Una donna di 37 anni dopo due arresti cardiaci viene dichiarata morta e quindi sepolta. Rosangela Almaida dos Santos a fine gennaio viene sepolta nella sua città natale, ma dopo 11 giorni dalla sepoltura i familiari sono stati avvertiti da alcuni senzatetto che evidentemente dormivano nel cimitero che dalla tomba della donna provenivano strani rumori, gemiti e flebili urla. Si sono preoccupati e hanno deciso, d’accordo con le autorità, di aprire la bara della congiunta e, sorpresa delle sorprese, si sono accorti che Rosangela era sì morta ma il suo corpo era ancora caldo e presentava delle ferite sulle mani, ferite che assolutamente non aveva al momento della sepoltura. Segno evidente che la donna era ancora in vita quando è stata sepolta e che la morte, dunque, era stata una morte apparente. La donna aveva lottato con tutte le sue forze che col passare dei giorni sono diventate sempre più deboli e alla fine è morta davvero. Ha cercato di aprire la bara, di strappare i chiodi, ma invano. Secondo le notizie che arrivano dal Brasile la donna avrebbe cercato di uscire dalla bara, ma i chiodi hanno resistito. Il corpo della donna era ancora caldo, segno evidente che fosse davvero morta da poco. La Polizia ha aperto un’inchiesta. Per me è una “fake news”. Come può una persona resistere in una bara regolarmente chiusa e sigillata per più di 10 giorni? Impossibile. Questa storia sconvolgente mi fa ritornare indietro di 60 – 70 anni quando a San Pietro in Amantea nell’immediato dopoguerra si esibiva una compagnia teatrale “Calligaris” venuta da molto lontano. La commedia che attirava più persone e che riscuoteva un notevole successo era, indovinate? : La sepolta viva. Ma quella era una commedia scritta per il teatro per far divertire e commuovere gli spettatori. Questa che vi ho raccontato, invece, sempre se è vera, ma io non ci ho creduto, è una storia sconvolgente che inorridisce e che lascia in ognuno di noi inquietanti interrogativi.