
Amici miei, oggi vi voglio raccontare una singolare storia che solo nella lontana America del Nord si può verificare. Il 14 febbraio, come sapete, si festeggia San Valentino, la festa degli innamorati. Questa festa si dice che sia nata in Italia ma a me risulta che sia stata importata da noi, come del resto le altre feste per fare business, dalla lontana “Merica”. Per molti è stata una occasione per scambiarsi regali, regalini, fiori, cioccolatini, baci,frasi d’amore e tante promesse che poi col tempo non vengono mantenute. Siamo in America nella città di Corpus Christi nel Texas e un uomo che ha perso l’amata mogliettina ha voluto festeggiare lo stesso San Valentino perché evidentemente si è ricordato dei tanti San Valentino festeggiati insieme alla consorte che ora non c’è più. Come, direte voi, quest’uomo ha festeggiato San Valentino se la moglie è morta da tempo? Si è presentato in un ristorante della città e ha prenotato un tavolo per due persone. Si è comodamente seduto su una sedia lasciando l’altra vuota. Di fronte a lui un piatto vuoto, due bicchieri, le posate, una bottiglia di champagne e un biglietto con scritto “You and me” ( Io e te ). E poi un’urna che conteneva le ceneri dell’adorata mogliettina scomparsa e che amava tanto. Ecco come ha voluto celebrare la festa degli innamorati quest’uomo. Evidentemente, malgrado la morte, è ancora pazzamente innamorato di una donna con la quale ha vissuto gli anni più belli della sua vita. E’ stato un modo singolare, strano se volete, ma che ha commosso gli Stati Uniti d’America, ormai abituati a questi strani e singolari casi di festeggiamenti che in Europa fanno soltanto sorridere. La scena è stata ripresa da una cliente del ristorante che pranzava accanto alla tavola di quell’uomo e che poi l’ha postata su Facebook. Si vede, oltre alla tavola apparecchiata, un signore in lacrime, dall’apparente età di circa 60 anni, con i capelli bianchi. Quest’uomo, come abbiamo detto, non solo ha voluto celebrare il giorno più bello per gli innamorati in un modo singolare, ma ha voluto dimostrare che l’amore per la persona amata non finisce mai, va oltre la morte. Messaggio che è stato condiviso da oltre 400 mila persone.
Amici carissimi, quasi ogni mese si spara nelle scuole americane. Questa volta la strage di alunni si è verificata in Florida in una tranquilla cittadina a nord di Miami. Ancora una volta a distanza di pochi mesi ci dobbiamo occupare della violenza nelle scuole americane. Le scuole, ormai, non sono più luoghi sicuri. Questa volta la strage si è verificata in un Liceo (High School) molto affollato di insegnanti e di alunni nella città di Parkland di circa 31 mila abitanti. L’autore della strage è un ex studente di 19 anni espulso dalla scuola lo scorso anno perché molto violento e pericoloso. Aveva una passione per le armi. Evidentemente con questo gesto ha voluto vendicare il suo allontanamento dalla scuola e saldare i suoi conti con i compagni che non l’hanno mai amato e sopportato. Il killer è entrato nella scuola armato di pistola e di un fucile automatico. Ha per prima cosa fatto scattare l’allarme antincendio costringendo gli alunni e gli insegnanti ad abbandonare le proprie classi e uscire allo scoperto e poi ha incominciato a sparare all’impazzata. Poi si è allontanato, mischiandosi agli studenti fatti evacuare e in fuga. Solo un’ora dopo è stato fermato dalla Polizia. Le vittime accertate fino ad ora sono 17. Non è la prima volta che in America succedono tragedie di questo genere. Ci sono troppe armi in circolazione. Negli Stati Uniti d’America non c’è giorno che i media si devono occupare di morti e di feriti nelle scuole e fuori. Ormai è diventata un’abitudine. Vi ricordate, amici, quello che è successo lo scorso ottobre a Las Vegas? Un attempato signore di 64 anni ha sparato sulla folla con un’arma da guerra dall’Hotel Mandalay che assisteva al festival musicale “Route 91 Harvest” uccidendo 58 persone e ferendone almeno 800. E il massacro della Columbine High School non lontano da Denver in Colorado dove due studenti si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su compagni di scuola e insegnanti? Nella sparatoria rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante e feriti 24 studenti. Ogni volta che succedono cose del genere l’America si interroga e si divide sempre in due:c’è chi denuncia la presenza di troppe armi in libera circolazione e c’è pure chi le difendono. Quando io mi trovavo in America ero in possesso di una Colt calibro 22 che mi aveva lasciato mio padre. La tenevo liberamente in casa e nessuno mai mi ha detto niente. Non c’era bisogno neppure di permesso e neppure sono stato costretto a denunciare alla Polizia il possesso dell’arma. Quando sono rientrato definitivamente in Italia l’ho regalata a mio zio Antonio Mazzuca che abitava in un paesino minerario della Pennsylvania.Ci sono troppi giri di affari e quindi il problema delle armi resta intoccabile. Questo nuovo massacro di San Valentino ( mi ricorda la strage di Al Capone negli anni trenta a Chicago nel Michigan) riapre con forza le polemiche sulla carenza di leggi per limitare l’accesso alle armi. C’è da segnalare che lo Stato della Florida dove si è verificata la strage è uno degli Stati più permissivi d’America. Se ne parla solo per pochi giorni dopo le stragi e poi tutto ritorna nella normalità. E così noi ogni tanto dobbiamo registrare sparatorie nelle scuole, nelle case, nei villaggi, nei parcheggi, nei supermercati.
Amici carissimi, quasi ogni mese si spara nelle scuole americane.
Questa volta la strage di alunni si è verificata in Florida in una tranquilla cittadina a nord di Miami.
Ancora una volta a pochi mesi di distanza ci dobbiamo occupare della violenza nelle scuole americane.
Le scuole, ormai, non sono più luoghi sicuri.
Questa volta la strage si è verificata in un Liceo (High School) molto affollato di insegnanti e di alunni nella città di Parkland di circa 31 mila abitanti.
L’autore della strage è un ex studente di 19 anni espulso dalla scuola lo scorso anno perché molto violento e pericoloso.
Aveva una passione per le armi.
Evidentemente con questo gesto ha voluto vendicare il suo allontanamento dalla scuola e saldare i suoi conti con i compagni che non l’hanno mai amato e sopportato.
Il killer è entrato nella scuola armato di pistola e di un fucile automatico.
Ha per prima cosa fatto scattare l’allarme antincendio costringendo gli alunni e gli insegnanti ad abbandonare le proprie classi e uscire allo scoperto e poi ha incominciato a sparare all’impazzata.
Poi si è allontanato, mischiandosi agli studenti fatti evacuare e in fuga.
Solo un’ora dopo è stato fermato dalla Polizia.
Le vittime accertate fino ad ora sono 17.
Non è la prima volta che in America succedono tragedie di questo genere.
Ci sono troppe armi in circolazione.
Negli Stati Uniti d’America non c’è giorno che i media si devono occupare di morti e di feriti nelle scuole e fuori.
Ormai è diventata un’abitudine.
Vi ricordate, amici, quello che è successo lo scorso ottobre a Las Vegas?
Un attempato signore di 64 anni ha sparato sulla folla con un’arma da guerra dall’Hotel Mandalay che assisteva al festival musicale “Route 91 Harvest” uccidendo 58 persone e ferendone almeno 800.
E il massacro della Columbine High School non lontano da Denver in Colorado dove due studenti si introdussero nell’edificio armati e aprirono il fuoco su compagni di scuola e insegnanti?
Nella sparatoria rimasero uccisi 12 studenti e un insegnante e feriti 24 studenti.
Ogni volta che succedono cose del genere l’America si interroga e si divide sempre in due:c’è chi denuncia la presenza di troppe armi in libera circolazione e c’è pure chi le difendono.
Quando io mi trovavo in America ero in possesso di una Colt calibro 22 che mi aveva lasciato mio padre.
La tenevo liberamente in casa e nessuno mai mi ha detto niente.
Non c’era bisogno neppure di permesso e neppure sono stato costretto a denunciare alla Polizia il possesso dell’arma.
Quando sono rientrato definitivamente in Italia l’ho regalata a mio zio Antonio Mazzuca che abitava in un paesino minerario della Pennsylvania.
Ci sono troppi giri di affari e quindi il problema delle armi resta intoccabile.
Questo nuovo massacro di San Valentino ( mi ricorda la strage di Al Capone negli anni trenta a Chicago nel Michigan) riapre con forza le polemiche sulla carenza di leggi per limitare l’accesso alle armi..
C’è da segnalare che lo Stato della Florida dove si è verificata la strage è uno degli Stati più permissivi d’America.
Se ne parla solo per pochi giorni dopo le stragi e poi tutto ritorna nella normalità.
E così noi ogni tanto dobbiamo registrare sparatorie nelle scuole, nelle case, nei villaggi, nei parcheggi, nei supermercati.