COSENZA Che Sergio Tempo (nella foto a colloquio con il governatore Mario Oliverio) non sia il revisore dei conti preferito dalla Regione è piuttosto evidente. Il professionista, che aveva firmato una serie di relazioni piuttosto critiche nei confronti della gestione del Corap, è tra i due revisori non confermati nel novero complessivo dei professionisti designati per vigilare sui conti delle Aziende sanitarie calabresi.
E non ha gradito le scelte del governatore. «I fulmini sono stati ben direzionati – scrive – verso chi è risultato essere “legalmente” troppo ingombrante, l’ennesima dimostrazione di una “distrazione governativa” in seno alla Presidenza della Regione Calabria».
L’obiettivo delle critiche è il presidente Oliverio, che Tempo definisce «distratto», al punto da «non aver constatato che il Collegio sindacale in carica all’Asp di Cosenza è risultato essere a giudizio del ministero dell’Economia e delle Finanze uno dei più efficienti e produttivi d’Italia».
Tempo e la Regione si erano già incrociati davanti al Tar Calabria (che aveva rimesso al proprio posto il commercialista allontanato dal Corap) e, riferisce ancora il revisore, anche alla Provincia, quando Oliverio ne era presidente e Tempo, «a fine triennio fu sacrificato a vantaggio di un soggetto che non poteva essere nominato in quanto aveva già ricoperto la stessa carica per due mandati, come certo potrà aiutare a ricordare l’ex consigliere provinciale, rappresentante del Medio Tirreno e attuale consigliere regionale, o un senatore del Pd calabrese, anch’egli ex consigliere provinciale».
Le contestazioni non finiscono qui. «Come non notare – scrive ancora il commercialista – che degli otto componenti da designare nelle Aziende del Servizio sanitario regionale, solo 2 non sono stati confermati (oltre ad un terzo presso l’Asp di Catanzaro a giusta ragione, avendo esaurito due mandati), di cui uno a Vibo Valentia, dove il revisore, con nomina di competenza del presidente, è stato sostituito poco opportunamente e in aperto conflitto di cariche con il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte che è anche componente del Collegio dei revisori della Regione Calabria (organo deputato al controllo della Regione)».
Il secondo degli estromessi è proprio Tempo.
Che rivendica il proprio operato all’Asp di Cosenza, dove «grazie al lavoro certosino del Collegio, con un impegno gravoso, ma oculato e competente, è stato modificato per sempre un “modus operandi” in una maniera che neanche la mia estromissione potrà cancellare.
Né potrà essere annullato il solco di legalità tracciato dal Collegio nel triennio».
«I risultati dei rilievi effettuati e inoltrati agli organi competenti saranno a breve portati a conoscenza dei cittadini –continua Tempo –. Perché la “distrazione” non può essere utilizzata a giustificazione di un atto politico/amministrativo autonomo che, invece, necessita e urge di una motivazione valida, pertinente, circostanziata e plausibile».
È l’annuncio dell’accesso agli atti inoltrato alla Regione per comprendere quali siano «i criteri di selezione e di esclusione». «Non oso pensare – continua il revisore – che la motivazione, certamente non di natura professionale (i curriculum sono testimonianza), né di natura gestionale (il ministero ne è testimone), possa essere solo conseguenza di un rapporto conflittuale tra chi le “nomine” le gestisce per posizione politica e amministrativa e chi gli “incarichi” li onora per etica professionale».
Tempo si sente mortificato e ritiene che l’amministrazione sia stata gestita «alla stregua di una scacchiera.
Sarà interessante – chiosa Tempo – capire, alla fine, chi farà “scacco matto”».
DaIlcorrieredellaCalabria