Scrive il sindaco Mario Pizzino:
“Riunione proficua quella svolta presso il poliambulatorio di Amantea che ha visto il confronto tra Sindaci del territorio, sindacati e management aziendale a guida della dott.ssa Angela Riccetti. ( nella foto i sindaci di Lago, San Pietro in Amantea ed Aiello Calabro mentre aspettano la Riccetti)
Importanti gli argomenti trattati, tra cui D.P.C. e farmacia territoriale, Gestione e organizzazione del personale, (e tra le varie ed eventuali: servizi sanitari al territorio).
La Conferenza dei Sindaci con il suo presidente Mario Pizzino ha messo in evidenza la necessità, partendo dal precedente comunicato divulgato, di servizi sanitari in linea con le esigenze del comprensorio, senza subire tagli lineari e spoliazioni di prestazioni che costringerebbero i cittadini a migrazioni verso strutture sanitarie distanti con aumento di costi, intasamento di posti letto e disagi enormi.
Non si è potuto sottacere il bacino di utenza che gravita intorno al poliambulatorio di Amantea che è di circa 28.000 con punte massime che raddoppiano durante il periodo estivo.
Rassicurazioni sono pervenute da parte della direttrice del Distretto e della dirigenza presente in merito al rispetto della puntualità per le liste di attesa ed il potenziamento di alcuni servizi specialistici.
Si è messo in evidenza anche la necessità di una più oculata organizzazione con l'impiego del personale in maniera più efficiente ed efficace, oltre che di richiedere altre unità per far fronte a pensionamenti e turn over.
Si é parlato anche dell'evoluzione dello stesso poliambulatorio verso la casa della salute, che vedrebbe la partecipazione attiva dei medici di base e rafforzamento di altra specialistica al fine di un miglioramento dell'offerta sanitaria con strumentazioni pubbliche all'avanguardia per una domanda sempre più impellente di persone (soprattutto anziane) bisognevoli di cura.
Condivisione tra tutti gli intervenuti é stata quella sulla stesura di un documento progettuale unitario che riesca a mettere la persona al centro dell'attenzione, evitando la cruda aziendalizzazione della sanità e la mortificazione di chi vi lavora con turni massacranti e stress.
I Sindaci sono profondamente contro proprio a questo modo di concepire la sanità.
Sono contrari, per usare le parole del Santo Padre, all'aziendalizzazione che ha posto in primo piano le esigenze di riduzione dei costi e razionalizzazione dei servizi, ha mutato a fondo l’approccio alla malattia e al malato stesso, con una preferenza per l’efficienza che non di rado ha posto in secondo piano l’attenzione alla persona, la quale ha l’esigenza di essere capita, ascoltata e accompagnata, tanto quanto ha bisogno di una corretta diagnosi e di una cura efficace.
Bisogna sforzarsi di trattare coloro che hanno bisogno di cura con amore e come persone, e sicuramente non come numeri.
Il paziente non può essere trattato come una macchina, né il sistema sanitario, pubblico o privato, può concepirsi come una catena di montaggio. Le persone non sono mai uguali fra loro, vanno capite e curate una per una, e senza distinzione. Questo esige ovviamente da parte degli operatori sanitari un notevole impegno, che spesso non è compreso e apprezzato a sufficienza.
Siamo certi che la cura che i medici e tutti gli altri operatori sanitari prestano agli ammalati, così impegnativa e coinvolgente, esige che ci si prenda cura anche degli stessi. Infatti, in un ambiente dove il malato diventa un numero, anche gli operatori rischiano di diventarlo e di essere “bruciati” da turni di lavoro troppo duri, dallo stress delle urgenze o dall’impatto emotivo.
È quindi importante che gli operatori sanitari abbiano tutele adeguate nel loro lavoro, evitando disparità di trattamento nell'organizzazione del lavoro, e che ricevano il giusto riconoscimento per i compiti che svolgono e possano fruire degli strumenti adatti per essere sempre motivati e formati.
Da quanto sopra si comprende che un giusto connubio tra le Istituzioni e la comunità, secondo un atto di giustizia sociale di considerazione dell'importanza del territorio e di amorevole riconoscimento dei ruoli, può fare la differenza e dare risultati lusinghieri per il bene comune.