Mendicino, 26 marzo 2022 -«Da anni denuncio le irregolarità e le spese poco oculate dell’amministrazione Palermo. Quanto da me segnalato, più volte in Consiglio comunale e nel 2017 alla Corte dei Conti, trova oggi riscontro in ben due sentenze che bocciano l’operato del sindaco di Mendicino e di alcuni amministratori, oggi condannati per danno erariale».
È quanto afferma la consigliera comunale di Mendicino e componente del direttivo regionale PD, Francesca Reda, che sottolinea la «superficialità con la quale sono state gestite le poche risorse economiche dell’Ente. Nonostante la Sezione di Controllo della Corte dei Conti avesse più volte riscontrato alcune criticità e la necessità di evitare spese non obbligatorie, il Comune ha effettuato delle spese in contrasto con quanto disposto proprio dalla Sezione di controllo e in palese violazione delle norme. Benché fossero state evidenziate delle procedure di spesa che avevano condotto alla formazione di debiti fuori bilancio e di passività potenziali, il Comune non ha mai adottato delle misure correttive».
La prima sentenza della Corte dei Conti è la numero 216/2021. La Giunta nel novembre del 2016 emanò una delibera – approvata dal sindaco Antonio Palermo e dai componenti della compagine amministrativa da lui diretta - per il ricorso a una prestazione di servizio a titolo di assistenza specialistica per l’attuazione del programma amministrativo.
«In contrasto con quanto disposto nelle deliberazioni della Sezione di controllo il 21 novembre 2016 venne affidato – afferma la consigliera Francesca Reda -, in via diretta e senza gara, un incarico a un professionista qualificato (per la gestione dei servizi di pubblica amministrazione, gestione del parco macchine, accertamento e riscossione dei tributi, gestione della lettura dei contatori idrici, gestione del servizio di custodia degli animali, servizio di illuminazione votiva). Un provvedimento, come spiega la Corte dei Conti, che avrebbe dovuto essere supportato da idonea motivazione e presieduta dall’acquisizione del parere del Collegio dei revisori dei Conti. Ma tutto ciò non è stato fatto, questo incarico poteva essere svolto da qualunque responsabile degli uffici comunali. Il professionista incaricato, secondo il sindaco, invece avrebbe dovuto avere un ruolo di supporto e controllo sulle attività dei responsabili dei Settori amministrativo-finanziario e tecnico. Questa scelta è stata considerata, così come è scritto nella sentenza della Corte dei Conti, “irragionevole (e dunque illegittima) proprio per le obiettive criticità evidenziate dalla Sezione di controllo, la cui sussistenza comunque imponeva a tutti gli amministratori e funzionari dell’Ente uno sforzo aggiuntivo teso al risanamento finanziario e non l’imposizione all’Ente di ulteriori spese”».
«A certificare la gestione fallimentare dell’amministrazione Palermo arriva poi un’ulteriore sentenza, la numero 33 del 2022 che accerta un danno erariale di euro 115.253,92. Invece di contenere le spese e risanare i debiti si decise di organizzare ben due edizioni della manifestazione “Radicamenti, festa della seta”. L’Ente non avrebbe dovuto utilizzare – prosegue la consigliere Reda - fondi comunali per finanziare le edizioni 2016 e 2017, sono state ignorate le denunce da parte dell’opposizione, le deliberazioni e il blocco della spesa da parte della Corte dei Conti. La Sezione di controllo della Corte dei Conti aveva già segnalato criticità gestionali e irregolari che avevano prodotto squilibri economico-finanziari. Era necessario contenere le spese, apporre degli interventi correttivi ma le criticità si sono aggravate. E invece di contenere le spese e pensare ai servizi da migliorare per i cittadini si utilizzano i soldi per finanziare Radicamenti.
«Un festival – conclude Francesca Reda - che all’economia cittadina non ha prodotto poi grandi risultati ma alle casse dell’Ente è costato 114 mila euro. Spese che sicuramente si sono reiterate nel corso degli anni considerando che si sono svolte altre edizioni del Festival. E nel frattempo la situazione economico-finanziaria dell’Ente continua a peggiorare: a certificare l’operato fallimentare dell’amministrazione Palermo sono gli oltre 8 milioni di residui passivi che gravano sull’Ente e sull’intera collettività»