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Ecco come si “uccide” la verità, una città e la sua economia.

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Sono rimasto esterrefatto a leggere l’articolo di Maria Teresa Improta pubblicato oggi 13 settembre su “quicosenza.it”.

Un articolo dal titolo emblematico: “ Un bimbo muore, l'amichetta si ammala. Colpa della nave dei veleni?”. Ed ecco il testo integrale:

AMANTEA - Due casi di tumore in una scuola della piccola cittadina tirrenica.

Ad Amantea, un bambino che frequentava l'istituto Don Giulio Spada, è morto qualche mese fa. I genitori di sua compagnetta di scuola, invece, poche settimane fa ha scoperto che i malesseri della bimba sono legati, anche in questo caso, ad una patologia oncologica. Due casi, in un tempo brevissimo, nello stesso istituto. L'Arpacal, ricevute le drammatiche segnalazioni da parte di un gruppo di genitori, ha immediatamente disposto per la giornata di oggi l'effettuazione di alcuni rilievi radiometrici per accertare l'idoneità dei locali. L'edificio è nuovo di zecca. Inaugurato nel 2010. Costruito a norma di legge. Fortemente preoccupata la comunità del territorio che attende con ansia i risultati delle ricerche disposte dall'Arpacal per capire se il nuovo stabile sia collegato all'insorgenza di patologie oncologiche infantili. La scuola ha offerto la massima disponibilità all'Arpacal dichiarandosi favorevole ad eventuali carotaggi nei terreni. Le due famiglie, intanto, stanno cercando di individuare tutti gli elementi comuni agli sfortunati piccoli studenti: luoghi frequentati, cibi consumati, zona balneare prediletta. E proprio sul mare di Amantea che potrebbero convergere i sospetti. Che quella famigerata Jolly Rosso, arenatasi nella notte di Santa Lucia del 1990 non sia collegata con i tumori? Non è dato sapere. Ma non è da escludere. Proprio ad Amantea, ricordiamo, nella zona della spiaggia di Formiciche, dopo il naufragio dela Jolly Rosso, fu rinvenuta una cava dismessa, a pochi chilometri dal litorale, lungo una strada che conduce a Serra D'Aiello, dove furono segnalati pesanti tassi di residui radioattivi che, secondo misurazioni ufficiali, hanno causato l'aumento della temperatura del terreno di almeno 6° C. Le immagini satellitari, a tutt'oggi, rivelano una macchia rosso scuro nella stessa zona dove i tecnici dei Vigili del Fuoco e dell'Arpacal hanno accertato un aumento della radioattività fino a sei volte superiore rispetto ai valori di base consentiti dalla legge per la salvaguardia della salute. Ma c'è di più. Secondo quanto dichiarato dal Procuratore di Paola, Bruno Giordano, si tratterrebbe di "radionuclidi" non presenti in natura. L'agente inquinante si chiama Cesio 137, un prodotto inequivocabilmente legato alla lavorazione nucleare presente, di fatto, in rifiuti e scorie di tale lavorazione. Non c'entrano nulla, come inizialmente ipotizzato, i prodotti derivati dall'incidente della centrale ucraina di Chernobyl, che si sarebbero depositati solo in superficie, quindi non nei terreni. La presenza di sostanze radioattive nei pressi di Amantea testimonia che i traffici di rifiuti nucleari, non sono solo una leggenda metropolitana o una chiacchiera da bar. Le istituzioni ignorano gli avvertimenti e le denunce del comitato intitolato a Natale De Grazia, il capitano della marina morto per avvelenamento proprio mentre indagava sul caso. De Grazia infatti pare fosse vicino a sciogliere la matassa che avrebbe potuto fornire la verità sulle navi dei veleni e sulla cava dove sarebbe sepolto il materiale radioattivo, a circa 300 metri dal greto del fiume Oliva, in una zona chiamata "la Foresta" dove per diversi anni gli investigatori hanno cercato inutilmente il carico della Jolly Rosso. Si spera, che la morte del piccolo studente non sia collegata a quella notte di Santa Lucia che cambiò la vita e l'immagine di quella che fu una delle perle del Tirreno”

Ecco il senso dell’articolo:

Dovunque si può morire, ma se si muore ad Amantea è per causa della Jolly Rosso!

Chiunque può avere un tumore ma se abita ad Amantea è per colpa della Jolly Rosso!

Importa poco che siano passati quasi 23 anni dallo spiaggiamento, per i prossimi secoli( forse millenni) qualsiasi morte che ci sarà ad Amantea potrà essere legata alla Jolly Rosso!

Ognuno potrà dileggiare la verità e la storia e continuare a distruggere una città, tanto NESSUNO MAI LA DIFENDERA’!

Amantea ormai è FU! E’ morta, come la verità su questa vicenda!

Quello che mi offende come cittadino dell’ITALIA è la ignavia degli amanteani ed in primis dell’amministrazione comunale. A quest’ultima chiederò ufficialmente di chiedere ( ALMENO) una immediata e totale rettifica dell’articolo. Di questo e di quanti altri contribuiranno ad uccidere la nostra città che ha tre grandi colpe . Quella di una nave che poteva andare altrove, quella di una Amministrazione che manca al suo ruolo istituzionale di difendere la città, quella di un popolo che non ha né co…ioni nè dignità!

Giuseppe Marchese

Redazione TirrenoNews

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