Le elezioni provinciali appena tenutesi, oltre che per aver tolto ai cittadini un diritto, quello di scegliere i propri rappresentanti, senza alcun vantaggio per gli stessi, passeranno alla storia anche per aver cancellato la presenza nell’ente della città di Amantea.
Una sconfitta politica per una intera città che ancora una volta paga un prezzo alto per la mancanza di una classe dirigente affermata.
L’allontanamento dei cittadini dalla politica, il disinteresse dei giovani, la sfiducia nelle istituzioni, sono temi già ampiamente trattati e sicuramente concause, ma a mio avviso, per restringere il discorso ad un ambito prettamente locale, la politica “di bottega”(o di salotto), quella cioè che si attiva ad un mese o poco più dalle elezioni comunali, e il voto dato solo sulla base della parentela e dell’amicizia, ha determinato il definitivo azzeramento della presenza dei riferimenti cittadini nelle istituzioni, provinciali, regionali, nazionali ed europei.
La nuova legge elettorale non ha fatto che aggravare la situazione, siamo tutti consapevoli che le “quote rosa” hanno rappresentato un dramma nella composizione delle liste, si è ricorso ad un vero e proprio “ratto delle sabine” che ha umiliato le donne, scelte non per le loro capacità e per il loro pregresso impegno sociale o politico, ma per il numero di voti che potenzialmente potevano apportare.
Il metodo, sicuramente efficace dal punto di vista elettorale, ha però catapultato all’interno delle istituzioni persone prive di esperienza, di ambizioni politiche, per di più totalmente lontane dalla politica e, soprattutto, dai partiti.
I politici navigati invece hanno preferito saltare l’appuntamento, forse hanno altri obiettivi personali o politici, o non sono stati considerati dai partiti per via dei continui cambi di casacca, l’unico candidato di Amantea, non ha raggiunto l’obiettivo, gli è mancato il sostegno che si aspettava. Fatto sta che Amantea alla provincia non c’è!
La politica è partecipazione, ascolto, confronto, tre pilastri che consentono alla classe dirigente di agire nell’interesse di tutti, venuta mano questa si è formato un vuoto, utile a qualcuno ma dagli effetti nefasti per il nostro territorio. Il mio auspicio, dunque, il ritorno dei partiti nella nostra città, essi sono e rimangono le palestre della classe dirigente, luogo di incontro tra persone che la pensano allo stesso modo, sotto un’unica bandiera, pronti ad confrontarsi e a mettersi in gioco per il bene comune.