Io ho una antipatia per gli stupidi. Soprattutto se sono pseudo intellettuali di sinistra.
Al di là di questo , però, mi sembra effettivamente che i fenomeni di corruzione della figura del Padrone, del Sovrano, la corruzione che la figura di questo Figuro porta con sé siano terribili!
Io non sono un “ex” comunista, ho studiato un po’, a suo tempo... e c'è una pagina di Spinoza nel quarto capitolo del Trattato Politico in cui si dice che c'è diritto di insubordinazione, di disobbedienza al potere....
Io vedo, leggo e traggo delle conseguenze.
Non mi sembrano nemmeno particolarmente acute, nel caso...
Come, per inciso, anche la protesta che i padroni locali manifestano contro chi parla di regime è risibile, perché sono loro stessi che affermano il regime, che danno una definizione di loro stessi come uomini di regime, nel modo in cui affermano che non vogliono discutere con chi passa il tempo a criticarli con “fiumi di parole inutili”, ad esempio, si svelano come uomini di regime...
Si tratta di un fenomeno abbastanza comune nel Paese e nel paese che mi ha visto nascere...
Non discutono,minacciano, ridicolizzano oppure querelano! La cosa dipende fondamentalmente dall'operazione politica che è stata condotta attorno alla "caduta dello spirito pubblico"...
Il popolo italiano è stato con Mussolini per molti anni...
Penso che ci siano dei grossi difetti nel funzionamento della “politica”,intesa come amministrare la cosa pubblica in maniera privata e clientelare.
Ma penso, soprattutto, che non ci siano veri avversari vogliosi di contrastare questo tipo di gestione arrogante e addirittura famigliare del potere.
Sono convinto che oggi la tragedia dei piccoli e medi paesi del Meridione è che con l'esaurimento della grande spinta socialista e comunista, vissuta per oltre un secolo di Storia è venuto meno quel radicamento estremamente profondo e originale (perché effettivamente il socialismo si è accompagnato alla libertà, alla resistenza, all'antifascismo, a una serie di grandi valori di costruzione democratica del Paese) che dava un senso, specifico e forte, all'essere “sinistra”.
Tutto questo è finito... I veri padroni devono trovare, evidentemente, un palcoscenico sul quale fare agire la loro propaganda.
Obiettivi di potere, ovvio. Sono gruppi di potere impegnati in lotte di potere, affamati di potere. Niente di più. La sinistra che ricordo in questo Paese, non esiste più.
La sinistra è stata spazzata via da un innocuo e refrigerante venticello estivo.
Dico una cosa che nessuno osa dire: quando si parla di sinistra si parla di una cosa che non ha nulla a che fare con il Parlamento marcio di un regime liberal-democratico.
Quando si parla di sinistra, si parla della divisione della ricchezza! Della ridistribuzione della proprietà!
Si parla dei livelli delle tasse.
Penso quello che pensavo della vecchia Democrazia Cristiana calabrese.
Fatta da forze interclassiste, profondamente radicate sul territorio, profondamente reazionarie che - in quanto reazionarie - non difendono gli interessi dei lavoratori.
Vengono “votati” sulla base di una demagogia... Di una demagogia specifica contro i lavoratori di altri paesi, di un'altra demagogia contro la riforma dei costumi nelle famiglie, di un'altra contro i mutamenti nella società...
Gli atteggiamenti reazionari dei lavoratori non sono mica nuovi, i lavoratori hanno votato anche e largamente per i fascisti, hanno votato sicuramente per il nazismo. La classe operaia non è per nulla un fenomeno naturale, non è per nulla un fenomeno statistico...
La classe operaia, cari amici, è la costruzione di una coscienza, di una coscienza di libertà, di eguaglianza. Evidentemente nessuno più lavora per la costruzione di una coscienza di eguaglianza, ma lavora per una coscienza dell'identità, che è una coscienza razzista, profondamente, esclusiva, patriarcale, legata a quelli che sono dei privilegi che sono stati conquistati dal lavoro di tutti gli italiani e che si sono rovesciati solo su alcune regioni particolarmente fortunate.
E' un mondo difficile, come direbbe un mio amico Beaumontese. Non c'è un dibattito pubblico che sia un dibattito pubblico in termini di contraddittorio, non c'è una capacità di cogliere le emergenze, l'affacciarsi di nuovi temi importanti, di nuove questioni, nuovi segni rivelatori di ciò che veramente accade. Quello che interessa sono le mode, passeggere.
Manca una ispirazione machiavellica. Machiavellica in senso costruttivo, nel senso del Machiavelli gramsciano... !!! Qualcosa di nuovo che nasce….per ora proprio non la vedo...
Mi rimangono i ricordi di Peppino u Campanaru, del giovane Alfonso Politano, della squadra dei “Facchini”, di Pasquino padre, della famiglia Burdo. Ricordi che riaffiorano in questo primo giorno del 2015.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik