Il territorio calabrese è pieno di cani randagi, ma sono animali che per lo più non danno fastidio e che non rappre
sentano mai pericolo per l’uomo.
Hanno il difetto di non parlare ed allora abbaiano. Ma solo questo.
Purtroppo i comuni non li controllano .
Non solo, ma ai comuni ed all’Asp spetterebbe sia una adeguata gestione del randagismo sia il compito di educare la gente al rispetto di questi ed altri animali.
L’unica attenzione che notiamo è un divieto di accesso con scritto “CANI” posto davanti alla villa comunale quasi che si pretendesse che sapessero leggere.
Che volete, il problema è che i cani non portano il pannolino ed i proprietari non puliscono i loro rifiuti.
Né l’amministrazione conduce una battaglia alle persone ineducate .
Dalla Polizia Urbana solo contravvenzioni con photored ed ora , in tempi di grama, anche quelle con autovelox.
Ed allora esecrabili persone uccidono i cani randagi spargendo bocconi avvelenati.
Spesso come nei giorni scorsi a Campora SG con un potente lumachicida, tra i peggiori in commercio.
E non importa che si tratti di un contadino che per evitare l’ infestazione di colture da parte delle lumache vi sparge il veleno così uccidendo oltre alle lumache anche i cani.
E se la comunità ,come per tante altre cose, non si scandalizza, non reagisce , anche questo è il segno di una forte disattenzione del comune e dell’Asp verso questo problema.
Alla sensibilità del sindaco di far stampare appositi manifesti con i quali ricordi alla cittadinanza che l'avvelenamento è un reato, come prevede l'art. 544 bis c.p., nonchè l'art 146 T.U. Leggi Sanitarie.
Art. 544-bis del Codice penale .
Uccisione di animali.
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi.