Sono lì, nel capannone, un ambiente privo di servizi, nel quale per lavorare occorre una grande forza d’animo.
Ogni giorno, di sera e di mattino, alle prese con saldatrici, fil di ferro, carta, colla.
Ed inventano i loro carri.
Partono da uno o più disegni che li guidano nella realizzazione delle loro opere.
La cosa più straordinaria di questa impresa è la capacità di conservare le proporzioni delle statue e del carro nel suo insieme.
Non è facile, affatto facile.
Se andate a vederli ve ne accorgerete.
E poi i meccanismi, che devono essere provati e riprovati.
Ed infine i colori.
E’ un po’ come creare con la creta, ma molto più difficile.
La cosa più straordinaria è che non hanno seguito una scuola per cartonisti e nemmeno un quale percorso didattico per la realizzazione di maschere carnevalizie o da cinema-.
Hanno imparato uno dall’altro.
I loro maestri sono stati i carristi degli anni precedenti.
E le loro opere sono davvero straordinarie.
La prova sta nel fatto che esse sono poi commercializzate per eventi che si svolgono negli altri comuni calabresi.
Sono loro, i ragazzi, il futuro del carnevale amanteano.
Sono loro forse gli unici a credere in questa antica tradizione amanteana.
Tutti gli altri, quelli che poi ne godono, sono distratti, addirittura passivi.
Al più comprano i vestitini per i loro bambini, quelli che hanno diritto ad un momento di gioia serena.
Ve l’immaginate un carnevale senza carri?
Forza ragazzi, voi siete l’Amantea vera, quella che Ancora crede in e sessa, quella che si fre per gli altri.
E grazie, senza di voi non ci sarebbe il carnevale!