E’ difficile mestiere di Pubblico Ministero.
Difficile ed importante. In ogni ordinamento giudiziario.
Ed importante è ancor più la sua posizione rispetto agli altri poteri statali.
Per esempio negli USA il titolare della carica è elettivo;
in altri dipende dal Governo (ad es. Francia, e Italia prima della Costituzione repubblicana);
in altri ancora viene parificato ai giudici (ad es. Italia oggi);
Probabilmente potrebbe essere ragionevole un pubblico ministero che sia una autorità indipendente, rigorosamente separata anche dall'ordine giudiziario.
In Italia la giurisprudenza e la dottrina si chiedono da un lato come garantire la indipendenza dei Pubblici Ministeri, dall’altra come evitare che i magistrati non abusino del loro potere.
La registrazione di Antonio Miceli, nell’ambito della operazione Crisalide, che afferma :” Matematico che ci arrestano. Me lo ha detto uno della Procura” pone anche un altro problema.
Chi difende il PM dalla fughe delle notizie riservate , magari quelle relative ai prossimi arresti, che possono concorrere al fallimento della sua azione giudiziaria?
Apparirebbe, così, normale che il PM, quando egli arriva in una nuova Procura, si ponga come primo obbiettivo di valutare la correttezza degli storici collaboratori del suo ufficio oltre che degli investigatori di cui si avvale, ed in uno di valutare la qualità della azione giudiziaria che lo ha preceduto, scegliendo egli stesso eventuali nuovi primari obbiettivi, alla luce della reale situazione del territorio nel quale dovrà operare.
Sarà così? Sembra certo di si!
Tanto, anche considerato che il magistrato parte dalla sua esperienza di sostituto procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro e che le DDA oggi sono la punta di diamante della giustizia.