Impossibile non dire grazie a Aubin-Louis Millin ed a Franz Ludwig Catel.
Le immagini di Amantea del 1812 sono un loro regalo alla nostra città.
De Custine
Ma il 1812 fu anche l’anno della visita di Astolphe De Custine che, nato a Niderwille, nella Meurthe, nel 1790, all’età di soli 22 anni giunse ad Amantea .
Scrisse :” Abbiamo passato una notte ad Amantea, la città dove i “briganti” sostennero un blocco di nove mesi ed un assedio di 46 giorni.
La guerra ha lasciato in questa città diverse fazioni che continuano a perpetrarsi: padri, fratelli, figli si detestano, si divorano, si tradiscono.
E’ il medioevo e forse è esattamente la stessa cosa e ai nostri occhi manca solo la patina del tempo.
Tuttavia il nuovo comandante del posto ha ristabilito un po’ d’ordine in questa triste città!
Ecco il suo segreto: ha dato dei balli due volte la settimana, avendo cura di invitare i capi dei diversi partiti cittadini.
Vale la pena allora essere nato in Calabria, essere esclusi dalla civiltà di questo secolo, vivere di cipolle crude strappate ai porci, se poi si depongono le armi alla prima nota di violino?”
Una descrizione forte, violenta, che offre un quadro crudo della città in particolare quando dice che furono i briganti” a difendere Amantea dai Francesi e quando dice che “padri, fratelli, figli si detestano, si divorano, si tradiscono”, concludendo poi che gli amanteani “depongono le armi alla prima nota di violino”.
E’ lo stesso anno in cui giunsero ad Amantea, via nave, Aubin-Louis Millin e Franz Ludwig Catel.
Il viaggio cominciò a Lagonegro nella tarda primavera, quando il clima era ancora piacevole, ma si concluse in modo assai drammatico in luglio
De Custine lasciò Millin, che trovava noioso e pedante
Il giovane avrebbe voluto rientrare dalla costa ionica, ma nell'attraversare col solleone una valle del Crati deserta e malarica fu colto da febbri e rischiò la vita.
Solo l'assistenza d'un onesto mulattiere gli consentì di trovare rifugio prima a Tarsia e poi a Castrovillari.
Da maggio a luglio 1812 De Custine, quindi, viaggiò con Millin (Alla ricerca di Astolphe de Custine: sei studi con documenti inediti di Anna Maria Rubino)
Sappiamo che il 23 maggio 1812 Millin era a Castrovillari , il 6 giugno del 1812 era a Mileto, il 22 giugno era a Reggio Calabria, mentre il 6 Agosto era a Napoli ed il 6 novembre era a Roma
Possiamo così circoscrivere esattamente il periodo della presenza ad Amantea di De Custine,Millin e Catel tra il 24 maggio ed il 5 giugno
Aubin-Louis Millin
Aubin-Louis Millin (1759-1818) giornalista, uomo di scienza e di cultura - un 'savant' - è uno dei principali attori della vita intellettuale e delle istituzioni culturali francesi intorno al 1800.
Era soprintendente del Gabinetto delle Medaglie e Antichità a Parigi, tessitore di reti di contatti, perno di un vasto sistema di informazioni letterarie, redattore del famoso “Magasin encyclopédique”, uno dei più efficaci strumenti di diffusione delle novità scientifiche europee in Francia, Millin è senz’altro una delle personalità che meglio incarnano i tre imperativi della République des lettres: propagazione, emulazione, scambio.
Millin da tempo desiderava visitare l’Italia dove giunse all’età di cinquantadue anni, compiendo il suo unico viaggio fuori di Francia.
«J’avois toujours désiré de faire le voyage d’Italie. Mes regards se tournoient sans cesse vers cette terre classique […]»
Restò in Italia per due anni, dal settembre 1811 al novembre 1813, durante i quali egli visitò una gran parte della Penisola.
Più che un viaggio di formazione, quello di Millin fu innanzitutto un viaggio ufficiale per conto del
governo francese in territori allora ancora poco conosciuti che erano entrati a far parte da non molti
anni dell'impero napoleonico.
Ampliando il tradizionale itinerario del Grand Tour, che, dopo il nord e il centro dell’Italia, convergeva verso Roma e Napoli, toccando solo sporadicamente via mare la Sicilia, Millin fu il primo ad avventurarsi nelle regioni inesplorate del Mezzogiorno, come la Calabria, la Lucania, la Puglia e l’Abruzzo.
Gli obiettivi di Millin erano, da una parte, quello di verificare ed approfondire le sue conoscenze, dall’altra, quello di riunire un materiale documentario (soprattutto libri e stampe) destinato ad arricchire le collezioni della Bibliothèque nationale ed anche le proprie.
In Italia egli fece inoltre realizzare, da artisti impiegati sul posto, diverse migliaia di disegni principalmente di «monuments inédits», ma anche di siti, paesaggi e costumi locali.
Egli affermò che l’Italia, ambita meta di tutti i viaggiatori del passato, non è più la stessa – «Tout a été changé» – e si propone, dunque, di essere l’“osservatore” di tali mutamenti e ne vuole rendere conto al pubblico con una nuova descrizione.
Arrivato in Italia attraverso il Moncenisio, egli visita Torino e il Piemonte e si dirige poi direttamente a Roma.
Nella capitale pontificia si trattiene per due lunghi soggiorni (dal 30 novembre 1811 a metà marzo dell’anno successivo, poi dal 29 aprile al 14 giugno 1814).
Nel frattempo, trascorre più di un anno nel Regno di Napoli che visita sistematicamente.
Non si limita a Napoli, ma percorre anche la Calabria, il Molise, gli Abruzzi e le Puglie.
Si tratta di un viaggio minuziosamente preparato ed organizzato.
Millin, che parte accompagnato da un segretario, l’alsaziano Jacques Ostermann, ha accumulato un bagaglio di conoscenze, di libri e di documenti; dispone inoltre dell’appoggio politico ed istituzionale nonché di una vasta rete di relazioni:
Nel corso del suo viaggio, Millin sceglie personalmente i disegnatori e i monumenti da disegnare. Tra gli artisti figurano il torinese Angelo Boucheron, il veneziano Luigi Zandomeneghi, i romani Bartolomeo Pinelli e Gioacchino Camilli, il tedesco Franz-Ludwig Catel che lo seguì nel viaggio in Calabria eseguendo, oltre che copie di monumenti, disegni di paesaggi e di vedute, infine Michele Steurnal, Carlo Pecorari e Filippo Marsigli attivi a Napoli.
Franz-Ludwig Catel
Franz-Ludwig Catel (Berlino, 1778-Roma, 1856), disegnatore e pittore. Nel 1812 accompagnò Millin per parte del suo itinerario nel Sud dell’Italia.
Catel Franz (Franz Ludwig; nei documenti romani, spesso, Francesco Catelli). - Nacque a Berlino il 22 febbr. 1778 da Friedrich (di famiglia originaria di Sedan) e Elisabeth Wilhelmine Rousset, ugonotti.
Da ragazzo, con il fratello Ludwig Friedrich, che diventò architetto, aiutava il padre fabbricando oggetti nel suo negozio di chincaglierie e giocattoli a Berlino.
L'incisore D. Chodowiecki, nominato direttore della Akademie der Künste di Berlino nel 1797, convinse i due fratelli a iscriversi all'Accademia stessa.
Ma il C., fin dagli anni di studi, prese a viaggiare spesso, e iniziò quell'attività di illustratore che avrebbe continuato a praticare anche in seguito, ma soprattutto nel periodo tedesco.
Nel 1797 fece un viaggio con l'architetto Friedrich Gilly e il pittore decoratore Carl Gropius fino in Francia.
Si fermò a Parigi dove risulta iscritto all'Accademia il 21 sett. 1798 (mallevadore J.-A. Houdon). Questo primo soggiorno parigino (sul quale, anche per le fonti, vedi Becker, 1971) fu più lungo di quanto non abbiano ritenuto la maggior parte dei biografi, dal momento che egli frequentò l'Accademia negli anni 1798, 1799 e 1800.
Trasse cinque disegni da pitture confiscate dai Francesi in Italia che, presenti all'esposizione artistica di Berlino nel 1800, furono incisi, per il Taschenbuch für 1801, pubblicato da H. F. Vieweg a Braunschweig (Journal des Luxus und der Moden, 1800).
Goethe considerava Catel "un bel talento",anche se "è evidente che vive nella distrazione del mondo"; e il giudizio sembra preconizzare l'avvenire del Catel. come pittore alla moda, cultore delle relazioni sociali.
Nel 1805-06 un altro lavoro nel campo dell'illustrazione e un incontro importante: i disegni per le Verzierungen aus demAltertum di E. F. Bussler (Berlin 1806 ss.), eseguiti insieme con l'architetto e pittore K. F. Schinkel, che gli sarebbe stato familiare in Italia, a Napoli, e anche a Roma, assiduo frequentatore della sua casa.
Nel 1807 il C. ritornò a Parigi, con il fratello Ludwig, per un soggiorno che, durato quattro anni, fu molto proficuo per il completamento della sua formazione.
Alla fine del 1811 il C. si trasferì a Roma (il fratello si trovava in Italia dall'estate dello stesso anno), attratto probabilmente da motivi non lontani da quelli di molti neoclassici.
Ma il primo gruppo di artisti con cui entrò in contatto fu quello dei "fratelli di S. Luca": pur non condividendone il domicilio nel convento di S. Isidoro (abitava, nel 1813-14, in via Sistina, 79), ebbe con loro rapporti di amicizia e di lavoro, con loro si esercitava nel refettorio, impartendo loro consigli tecnici e insegnamenti di prospettiva (come risulta dal diario di Overbeck: Becker, 1971, p.148 nota 539).
Al 1812 risale il primo viaggio del Catel. nell'Italia meridionale che doveva diventare per lui, negli anni avvenire, meta favorita e fonte d'elezione, oltre a Roma e alla sua campagna, per la sua tematica di paesaggio e di costume.
Accompagnò l'archeologo francese A.-L. Millin a Pompei e in Sicilia: nell'opera di Millin, Descriptions des tombeaux qui ont été découverts à Pompei dans l'année 1812, Naples 1813,le tavole II e III sono incise da F. Kaiser su disegni del C; ma l'autore scrive (pp. 5 s.) che il C. ha disegnato numerose altre vedute.
Iniziò allora una produzione di vedute italiane e di quadri in genere che, venduti facilmente ai viaggiatori nordeuropei, gli dettero notorietà e una certa agiatezza.
Eccone due di Amantea.
In un prossimo articolo le descrizioni ed i confronti con oggi