La dichiarazione di Francesca Policicchio alla rinuncia della consistente indennità di assessore e di Robert Aloisio che ha anche rinunciato alla indennità di consigliere comunale sono rimaste, al momento, lettera morta.
Perché nessuna presa d’atto, nessuna accettazione?
Forse dipende dalla mancanza del segretario?
Riteniamo di poter escludere che ci siamo ragioni di ordine politico, come è stato inopinatamente sussurrato, ma non possiamo escludere che , al contrario, come si dice, dietro questo ritardo ci siano problemi di ordine contabile, amministrativo e fiscale.
Sappiamo che il dlgs 267/200 nei suoi articoli 82 comma 1( Indennità) e seguenti stabilisce che spetta una indennità di funzione per il sindaco nonché per i componenti degli organi esecutivi dei comuni.
E sappiamo ancora che ai sensi del comma 2 i consiglieri comunali hanno diritto di percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per la partecipazione a consigli ed alle commissioni.
Anche il regolamento di cui al comma 11 del citato articolo laddove dispone che esso ne stabilisce termini e modalità, lascia intuire che si impone la adozione di un atto, atteso che il regolamento non dispone in ordine alla rinuncia
Il successivo articolo 84 dispone inoltre che Agli amministratori che, in ragione del loro mandato, si rechino fuori del capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, previa autorizzazione del capo dell'amministrazione, nel caso di componenti degli organi esecutivi, ovvero del presidente del consiglio, nel caso di consiglieri, è dovuto esclusivamente il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nella misura fissata con decreto del Ministro dell'interno e del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Ora occorre decidere.
La Policicchio e l’Aloisio intendono rinunciare a monte alle loro indennità evitando che le stesse costituiscano reddito e quindi siano assoggettate ad irpef?
Bene. Se è così le somme stesse restano nella piena e totale disponibilità dell’ente che disporrà come e dove utilizzarle.
Se invece l’obbiettivo è rigido, e cioè, davvero, la Policicchio e l’Aloisio vogliono direttamente utilizzare le somme stesse per le esigenze di solidarietà sociale, esiste, ci sembra, una sola alternativa che è quella che per poter disporre delle somme corrispondenti alla loro indennità dovranno prima incassarle sottoponendole così alle ritenute Irpef.
Questo significa che in tal modo si ridurrà l’importo afferibile al sociale.
Ma in tal modo dovranno poi rendere il conto morale del loro operato.
Insomma un bel pasticcio!
Restiamo in attesa di nuove da parte dell’amministrazione , felici di essere eventualmente smentiti.