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Riceviamo e pubblichiamo:

VERGOGNOSE ALCUNE STRUMENTALIZZAZIONI PER RICAVARE BRICIOLE DI NOTORIETÀ

Con grande rammarico prendo atto di un clima politico volutamente esacerbato anche da ex amministratori comunali che, senza motivo e con irragionevole leggerezza, imputano “gravi omissioni” all'Amministrazione Comunale.

L’ultima trovata, infatti, è una polemica riguardante il trasferimento della locale stazione dei Carabinieri in una villa confiscata che l’Amministrazione non avrebbe reso noto alla città.

Un rimprovero che volutamente dimentica che esistono ordini e gerarchie e che è l’Arma a decidere come e quando comunicare la diversa sede.

È indecente elemosinare briciole di notorietà scrivendo sciocchezze che denotano nient’altro che mancanza di sensibilità istituzionale e di rispetto nei confronti delle motivazioni della stessa benemerita Arma. Atteggiamenti populisti distanti dall'accortezza istituzionale.

Ma si può, pur di fare lotta politica ad un’amministrazione, arrivare a strumentalizzare finanche i Carabinieri?

Ormai si è perso davvero il lume della ragione!

Note come quella di Suriano, Miraglia e Ruggiero servono solo ad esasperare il clima di confronto politico ed a denigrare l’immagine di un’intera città con subdoli tentativi di stravolgere la realtà.

L’invito che, in qualità di Primo cittadino, sento di fare a tutti è quello di riflettere prima di scrivere, ma anche di correggere alcuni modi di sollevare i problemi e fare opposizione, perché in ballo non c’è il futuro dell’Amministrazione Pizzino, ma quello di un’intera comunità.

Se l’agire politico non viene, infatti, riorientato le nostre speranze di futuro saranno sempre più fragili.

Per rilanciare Amantea non basta sempre e soltanto parlar male, bensì collaborare e condividere le responsabilità.

Porgo le scuse più sentite a tutta la nobile Arma ed alla locale Stazione dei Carabinieri di Amantea per l’immaturità in cui alcune volte degenera il discorso politico.

A loro va il mio, e quello dell'intera Amministrazione Comunale, più sincero ringraziamento per quanto, con abnegazione e spirito di sacrificio, ogni giorno fanno per la nostra comunità.

Mario Pizzino Sindaco di Amantea

Pubblicato in Politica

sindacoRileviamo per l’ennesima volta la stravaganza del Consigliere Aloisio che continua ad esprimersi con toni da cantina ed offensivi verso suoi stessi colleghi Consiglieri.

Un componente dell’Assise comunale ha la responsabilità non soltanto di fare opposizione ovvero di governare, ma di contribuire a costruire un clima in cui la dialettica politica risponda quantomeno a principi consoni ad un paese civile.

Invece, il consigliere Aloisio, che non abbiamo mai sentito intervenire nel merito delle questioni in Consiglio (quelle pochissime volte che è stato presente) sveste gli abiti del Consigliere, indossa quelli del Don Chisciotte, sfodera la spada e, dalle pagine del giornale - sempre lo stesso - improvvisa duelli. 

Questa volta, addirittura, invoca la censura nei confronti della Consigliera Mastroianni. Si, avete capito bene! Ieri con un documento lamentava mancanza di democrazia (senza spiegare il perché naturalmente), oggi in maniera squadrista ordina il silenzio ad una Capogruppo di Maggioranza rea di aver espresso un’opinione che, tra le altre cose, nulla ha che vedere con il Consigliere Aloisio.

Consigliere Aloisio, ma come si permette? Le rivolgiamo l’invito ad avere la decenza di utilizzare toni e argomenti consoni al ruolo che ricopre e che evidentemente non sente suo!

 

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terremoto-cosenza-1-768x452Chiusura delle scuole di ogni ordine e grado !!!

Dopo il fortissimo terremoto di questa mattina,al fine di eseguire i dovuti controlli nei plessi scolastici, specialmente a quelli interessati ai prossimi interventi antisismici a cui stanno lavorando gli uffici tecnici dell'ente, si ritiene opportuno chiudere le scuole per la giornata odierna.
La sicurezza dei nostri figli e del personale addetto al primo posto
Seguira a breve apposita ordinanza sindacale.

Pubblicato in Primo Piano

Importante seminario tecnico-scientifico a Catanzaro Lido sul tema "I porti regionali nel programma di azione e coesione".

Si è voluto mettere a fuoco il lavoro fatto, la situazione attuale e il futuro della portualità calabrese da parte dei comuni beneficiari, tra i quali Amantea, dei fondi specifici, limitando al minimo il gap che ci separa dalle altre regioni.

 

 

 

 

L'iniziativa rientra in un percorso iniziato nel 2017 con il finanziamento per gli interventi di recupero e valorizzazione dei porti di Isola di Capo Rizzuto, di Roccella Jonica, di Cirò Marina e di Cetraro.

Con i fondi PAC è stato finanziato anche il porto di Catanzaro, mentre con ulteriori fondi è stato possibile finanziare anche i progetti per i porti di Scilla, Tropea, AMANTEA e Belvedere Marittimo.

La Regione Calabria infatti, ha spiegato in apertura il Vicepresidente della Giunta Francesco Russo ed il governatore Oliverio, ha investito 24 milioni di euro in modo integrato per la valorizzazione e il recupero della portualità turistica e l'attrattività dei suoi porti, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo turistico e l'accessibilità alla nostra regione anche via mare.

Il nostro progetto è stato finanziato con risorse comunitarie pari ad euro 3.770.000,00 destinate all’adeguamento, al miglioramento e alla riqualificazione della struttura esistente, alle attrezzature di supporto alla nautica da diporto e all’aumento dei posti barca, oltre a dotare la struttura di impianto di carburante, ad evitare l'insabbiamento dell'imboccatura mediante la realizzazione di altri due bracci, e creare un sistema viario più fluido e sicuro grazie ad una rotatoria sull'asse stradale.

L'adeguamento del porticciolo turistico di Amantea rientra in una visione complessiva della portualità regionale.

Importante incentivare un sistema capace di realizzare una rete fra tutte le infrastrutture portuali in primis regionale.

Non dobbiamo dimenticare che la nostra regione è dotata di 800 km di costa e deve essere considerata come porta dell’Europa nel cuore del Mediterraneo.

I fondi assegnati al nostro ente locale dovranno essere spesi secondo un cronoprogramma rigido e sono soggetti ad un controllo bimestrale.

Il progetto esecutivo, al quale stanno lavorando professionisti esperti, dovrà essere consegnato entro dicembre 2019, mentre i lavori dovranno essere completati per l'inizio dell'annualita' 2021.

Il lavoro di programmazione e di monitoraggio delle risorse messe in campo dovranno agganciarsi anche alla nuova programmazione 2021 - 2027 e, secondo un percorso condiviso con noi sindaci, veri conoscitori delle esigenze dei territori, prevedere altre infrastrutture portuali anche nell'ambito degli stessi comuni, già dotati di porticcioli, ma con una specifica conurbazione con la città, arricchita da sistemi di viabilità veloci, sfruttando la morfologia del territorio.

Comuni come Amantea, a vocazione fortemente turistica, caratterizzata da 13 km di costa ed insenature naturali come l'alveo del Catocastro, hanno la necessità di programmare e pianificare la nascita di un porticciolo anche in tale realtà territoriale.

Ciò costituirebbe un volano di sviluppo per il centro storico e per l'intera città, incapsulando tale importante studio di fattibilità e relativo investimento in un sistema di portualità con una visione di crescita a 360 gradi.

Pubblicato in Amantea Futura

Bene o male sembra che finora abbiamo scherzato.

Se pensate che il Ministero ha “giocato” per mesi con il comune di Amantea, rinviando, da una data all’altra, la risposta definitiva sul bilancio del 2017, potrete cominciare a capire.

Quando poi potrete leggere la nota finale sullo stesso bilancio 2017, “approvato il 3 luglio” ed inviata soltanto il 25 settembre scorso e conoscerne il “triste” contenuto avrete un quadro più preciso.

Una cosa è certa ed è quella che gli Amantea “dovranno pagare”.

Ed è per questo che gli amministratori più responsabili hanno grande timore.

A cominciare dal sindaco e dall’assessore al bilancio che si aspettavano un risposta meno gravosa e che a giorni-si dice- andranno a Roma, al Ministero, per tentare di capire meglio che cosa dispone il decreto ministeriale.

Ma c’è di peggio.

Una delle ultime preoccupazioni esternata occasionalmente dal sindaco nell’incontro sul turismo è quella relativa alla piazzetta degli emigranti.

Queste le sue parole: “Si è presentato un avvocato che ci ha chiesto 130 mila euro per il terreno della Piazzetta degli emigranti”

Il sindaco non ha avuto tempo e modo di spiegare come sia possibile che si debba pagare al legittimo proprietario una somma ben maggiore dell’intero costo di realizzazione dell’opera.

Forse al legittimo proprietario non è stata pagata la indennità di esproprio e quindi si è determinata una occupazione illegittima del suolo.

Da qui il debito da parte del comune non solo del pagamento dell’esproprio ma anche una somma a titolo di risarcimento.

Ed allora le domande.

Perché non è stato pagato l’esproprio?

Chi ne ha omesso il pagamento?

Che cosa ne ha fatto dei soldi?

Ora sarà chiamato a pagare il suo errore per evitare che il comune, cioè i cittadini incolpevoli, debbano pagare queste omissioni e ritardi?

Non è tanto e solo importante il giudizio della magistratura ma sicuramente è almeno giusto che chi ha sbagliato paghi e non siano chiamati a farlo i cittadini amanteani!

Una delle notizie più belle venute fuori durante l’ incontro sul turismo tra l’amministrazione comunale ( presenti il sindaco Mario Pizzino, l’assessore al turismo Concetta Veltri e l’assessore al bilancio Rocco Giusta) e le organizzazioni socio-culturali ed economiche locali è stata quella del “recupero” agli amanteani del regio castello.

Ci aveva provato il sindaco La Rupa ma la vicenda è finita in tribunale.

 

E così il castello, o meglio i suoi ruderi, sono sempre là, sempre più cadenti.

Ed il regio castello lentamente, ma irreversibilmente muore.

Probabilmente cadrà sul centro storico sottostante danneggiando case, forse uccidendo persone.

Certamente morirà la sua storia.

Una cosa è certa ed è quella che si tratta di un bene che appartiene alla storia di Amantea e degli amanteani e che proprio per questo non è giusto che muoia

Un’altra cosa certa è che se questa struttura non apparterrà al Comune non sarà possibile chiedere ed ottenere finanziamenti pubblici per il suo ripristino e per la sua messa in sicurezza.

Una cosa, poi, non abbiamo capito ed accettato e cioè che si intendesse approfittare dell’esproprio dei ruderi del castello per acquisire anche la piana del castello medesimo.

Una scelta che è stata alla base della causa, poi persa dal comune.

Speriamo che il sindaco Pizzino si limiti ad acquisire la torre ed il castello e non anche la piana, lasciando. questa, eventualmente, ad altra occasione.

Voci attendibili ci parlano di altre possibili azioni giudiziarie,

Una cosa inaccettabile è che il castello di Amantea è ascritto tra i 20 più bei castelli della Calabria ma è l’unico in queste vergognose condizioni di abbandono

Provate a leggere:

Regio Castello di Amantea

Il castello di Amantea (già Regio castello di Amantea) è situato nell’omonima città, in provincia di Cosenza, nel basso Tirreno cosentino.

A dominio della strada costiera e della via per Cosenza che corre lungo la valle del fiume Catocastro, fu in passato un’importante piazzaforte sotto i bizantini, gli arabi, i normanni, gli svevi, gli angioini e gli aragonesi.

Fu risistemato nel periodo viceregnale e sotto i Borbone, ma subì gravi danni durante i terremoti del 1638 e del 1783; fu lasciato in stato abbandono dopo il disastroso assedio del 1806-1807 subito da parte delle truppe napoleoniche.

Attualmente il castello è in rovina, e l’accesso ai resti sul colle che domina la città risulta piuttosto faticoso.

Nel 2008, la proprietà dell’area è stata acquistata dal Comune di Amantea. (NON E’ VERO)

La città vecchia di Lampeteia o Clampetia fu spazzata via da un maremoto del 365 e venne poi ricostruita sotto il nome di Nepetia (“nuova città” o “nuovo accampamento” in greco).  Nepetia fu occupata dai bizantini e dopo il 553 fu sede di un governatorato militare e di una piazzaforte sui confini settentrionali del thema di Calabria.

Furono dunque i bizantini i primi a fortificare il sito dell’attuale Amantea: tuttavia, il nome attuale venne alla città dalla dominazione araba. Nell’846 infatti Nepetia venne conquistata dagli arabi di Sicilia e ribattezzata “Al-Mantiah”, “la rocca”. I Normanni conquistarono Amantea nel 1060-1061, scacciandone una volta per tutte i bizantini. Nel 1094 la diocesi di Amantea venne aggregata a quella di Tropea, nel quadro della latinizzazione dei culti nell’Italia meridionale voluta dal papato e dai sovrani normanni. Durante la dominazione normanna Amantea decadde, rimpiazzata come importante centro di controllo del territorio dalla vicina Aiello Calabro. Sotto la dominazione sveva il castello venne rafforzato, nell’ambito del piano del ripopolamento delle zone costiere voluto da Federico II. In virtù del buon governo svevo, Amantea ed altri castelli della zona resistettero tenacemente al nuovo sovrano di origine francese Carlo I d’Angiò: questi inviò il conte di Catanzaro Pietro Ruffo a riconquistare la città, che resistette alle preponderanti forze angioine per tutto il mese di maggio del 1269, prima di capitolare alla metà di giugno di quello stesso anno. I ribelli furono quasi tutti puniti atrocemente. Amantea fu al centro delle vicende della cosiddetta “guerra dei novant’anni” tra Angiò ed Aragona per il possesso del Regno di Napoli e Sicilia, seguita al casus belli dei Vespri siciliani. La popolazione amanteota era di tendenza aragonese; il castello, difeso da duecento uomini e ben provvisto di viveri dai castellani di fede angioina, fu assediato dalla flotta e dall’esercito aragonese nel 1288, e capitolò a patti onorevoli. Il castello tornò agli Angiò in forza della pace di Caltabellotta del 1302: dopo un periodo di ritorsioni contro gli amanteoti per la loro fede aragonese, la città ottenne dagli ultimi sovrani angioini-durazzeschi importanti esenzioni e privilegi che portarono un aumento di popolazione. Sotto gli aragonesi, la castellania venne affidata alla famiglia Carafa, duchi di Maddaloni. Nel 1600 e 1700 fu colpito da vari terremoti ma fu sempre ricostruito. Durante i fatti della Repubblica Napoletana (1799), Amantea si consegnò spontaneamente ai giacobini: la popolazione di fatto disarmò la guarnigione del castello, e piantò l’albero della libertà, guidata da Ridolfo Mirabelli, capo della piazza nel breve periodo rivoluzionario. Infatti dopo neppure un mese sopraggiunsero i sanfedisti guidati dal cardinale Fabrizio Ruffo, che vennero rapidamente a capo del tentativo di resistenza giacobino. Fu invece con l’invasione napoleonica che il castello di Amantea ebbe il suo ultimo momento di gloria. All’interno delle mura cittadine i “capimassa” borbonici iniziarono ad organizzare la resistenza all’imminente contrattacco in forze dei francesi, analogamente a quanto si stava facendo nei paesi vicini. In quelle settimane all’interno dei paesi calabresi furono perpetuati delitti e violenze contro giacobini o presunti tali, spesso solo nemici personali dei borbonici al comando in quel momento. Ad ogni modo, l’attacco francese principale iniziò il 5 dicembre 1806: le forze assedianti ammontavano a 5000 uomini con un reparto d’artiglieria comandati dai generali Guillaume Philibert DuhesmeJean ReynierJean-Antoine Verdier e dal tenente colonnello di origine amanteota Luigi Amato. I borbonici assediati ammontavano a qualche centinaio, dotati di 12 bocche da fuoco in tutto, e capitanati da Ridolfo Mirabelli, che alla fine dell’assedio sarà decorato con il grado di tenente colonnello dal re Ferdinando IV di Borbone. La piazza di Amantea resistette strenuamente fino al 7 febbraio 1807, quando Mirabelli e Reynier firmarono una capitolazione onorevole. Dopo l’Unità d’Italia (1861), l’area del castello venne assegnata dal demanio militare al 5º Corpo d’Armata, ed in seguito ad un ente assistenziale napoletano. Negli anni settanta, con il progressivo ridimensionamento di questi enti in vista del loro scioglimento, l’area fu messa in vendita. Così il castello nel 1974 fu acquistato dalla famiglia Folino. Il Comune di Amantea lo ha rilevato nel 2008. Il castello occupa un plateaux con bella visuale sia sul piccolo golfo del fiume Oliva sul mar Tirreno (e nei giorni di tramontana è possibile vedere addirittura l’isola di Stromboli e Pizzo), sia sulla valle del fiume Catocastro, inoltrandosi attraverso la quale si arriva a Cosenza lungo l’antico tracciato della via Popilia. Probabilmente fu in età normanna e sveva che venne fortificata pesantemente la parte meridionale del colle, decentrata rispetto all’abitato ma rivolta verso gli obiettivi che interessava tenere sotto controllo in quell’epoca, ossia le vie di comunicazione tra la costa e l’interno. La torre mastia ovoidale rivolta a nord-ovest, detta di San Nicola, fu realizzata in età angioina, a giudicare dallo stemma recante i gigli di Francia che vi rimane sopra; e pure in età angioina, pare sotto il regno di Giovanna I d’Angiò, fu costruita la torre circolare con vista mare, isolata dal complesso propriamente fortificato. In età aragonese le mura furono abbassate ma rinforzate in spessore, fu costruito un rivellino d’accesso sul lato orientale (oggi completamente crollato) e realizzato uno spalto che precedeva il fossato in tutta la sua lunghezza. Oggi è quasi interamente conservato il grande bastione rivolto a sud, a scarpa con rodendone, poggiante sulla viva roccia della rupe, già di per sé formidabile difesa. Oggi restano davvero pochi avanzi degli ambienti interni del castello, perciò è possibile saperne qualcosa di più solo scorrendo le planimetrie e le vedute settecentesche. Questo grande quadrilatero era tutto circondato da un fossato, già invaso da erbacce nel Settecento, ed ancora oggi esistente: in particolare, rimane la parte in muratura dell’accesso secondario al castello, sul lato settentrionale. Il ponte levatoio è andato distrutto. Oltre il fossato, il resto dell’altopiano era circondato da un muretto diroccato già nel Settecento, che formava una sorta di “cittadella” o “avanzata” concepita per intrappolare il nemico che fosse riuscito a penetrarvi. Al castello è possibile salire da almeno quattro sentieri, piuttosto difficoltosi: uno parte dalla Strada Tirrena poco prima della confluenza con corso Umberto I, un altro incomincia a destra della chiesa del Carmine in corso Umberto I, un terzo (Salita San Francesco) si sviluppa dall’antica porta urbica fino a toccare anche le rovine del complesso francescano sottostanti la torre angioina, un quarto infine parte dalla chiesa del Collegio (a cui sono annesse le imponenti rovine dell’ex-collegio gesuitico).

Da I 20 Castelli Più Belli Della Calabria Di alfymiticus83

 

Pubblicato in Politica

Dispone l’art 4 della legge 23 aprile 1981, n. 154 le cariche di sindaco e di assessore dei comuni compresi nel territorio della regione, sono incompatibili con quella di consigliere regionale.

Ora un assessore è sostituibile , un sindaco no.

Ed allora se il sindaco di un comune intendesse presentarsi alla regione cosa succederebbe?

Dovrebbe dimettersi prima di candidarsi per evitare di essere incompatibile ove fosse eletto ?

 

 

La mancanza di dimissioni infatti sarebbe intesa nel senso che nemmeno lui ha speranza di essere eletto.

Figurarsi, allora!

Allora la domanda.

Ma il sindaco Pizzino ( chi altri se no) ha davvero velleità , come si sente dire ,di candidarsi alle regionali?

Magari spinto anche dal fatto che Amantea non ha più voce nella regione Calabria, e che la politica amanteana è letteralmente sparota?

E se così fosse dovrebbe dimettersi prima di candidarsi?

E questo significherebbe lo scioglimento del consiglio comunale e nuove elezioni.

Ma allora tutto questo silenzioso agitarsi della politica amanteana , fatto come u tempo di salotti e tavoli di bar, ed al contrario tutto questo palese conflitto tra teorici nuovi amministratori comunali ha questa natura e questi fini?

Forse si, forse no!

Per ora ci fermiamo qui, ma a breve riprenderemo a trattare l’argomento.

Pubblicato in Politica

Mario-Pizzino-sindacoAMANTEA Anche quest’anno, malgrado le troppe rassicurazioni del sindaco Mario Pizzino e di Concetta Veltri, assessora al turismo, l’associazione “Notte Bianca Amantea” non organizzerà l’evento Notte Bianca (in programma domenica prossima, 18 agosto) né vi collaborerà. In continuità con gli ultimi tre anni la Notte bianca Amantea, quella autentica, non andrà in scena. Infatti, anche l’amministrazione guidata da Pizzino – ci duole dirlo – ha deciso di perpetrare l’esproprio dell’evento a danno dei legittimi ideatori e curatori (nati nel 2007 sotto forma di comitato e nel 2008 costituitisi in associazione). La Notte Bianca, e lo ribadiremo finchè avremo fiato, non è una festa del Comune. L’abbiamo creata noi dal nulla e organizzata per sette anni; ora, tutti si riempiono la bocca di “Notte Bianca” dimenticando volutamente che sono state le nostre idee, i nostri progetti ed il nostro lavoro a dare dignità ad un evento ormai snaturato e non più degno del nome che porta. Si fa presto a pronunciare le due parole magiche, ma sono state le edizioni da noi curate – in particolare quella del 2014 – che hanno portato in città migliaia di persone che hanno letteralmente invaso le strade, svuotato bar, pizzerie e ristoranti riempendone le casse. Sono state le nostre notti bianche a portare valanghe di soldi nelle casse dei commercianti. Siamo noi ad aver generato un indotto economico ed una ricaduta positiva, in termini di immagine, mai più eguagliata. La notte bianca del 2014, e lo affermiamo senza paura di smentita, fu un evento secondo solo alla Fiera di ottobre (ma giusto perché la fiera dura più giorni!). Le fissi bene in mente queste cose l’assessore Veltri e provi a rispondere a queste domande: Chi altro è riuscito a fare come noi o meglio di noi? Chi può vantare i nostri numeri? Per quali ragioni si è voluto ignorare tutto questo? Dal sindaco Pizzino, dall’assessora preposta e dall’amministrazione comunale nella sua interezza abbiamo ricevuto solo irriconoscenza, indifferenza e mortificazioni continue. Il Comune invece di ascoltarci e supportarci, come sarebbe stato logico, ci ha allontanati e si è indebitamente appropriato dell’ evento utilizzando il proprio ruolo con protervia. Nessuna riconoscenza e giustizia per la nostra associazione, come se fossimo figli di una “Amantea minore”, garantendo ad altri appoggi immeritati e trattamenti privilegiati. Vorremmo che si spiegasse ai cittadini le ragioni che hanno spinto l’amministrazione comunale a sostituire nell’organizzazione l’associazione “Notte Bianca Amantea”, gruppo di collaudata esperienza sul campo, con persone che nulla capiscono di organizzazione di grandi eventi. Come può il sindaco Pizzino avallare questo modo di operare così approssimativo, privo di una idea portante, di un progetto di largo respiro? Trincerati dietro al concertone e a quattro saltimbanchi non siete riusciti a riproporre neppure un quinto di quello che noi abbiamo pianificato e realizzato negli anni passati, nemmeno con i progetti in mano siete stati buoni a copiare! La gestione dell’assessora Concetta Veltri ha registrato finora solo regresso e un declino inevitabile dell’evento, distruggendo in appena due anni quello che eravamo riusciti a capitalizzare. Se ci fosse stata un’idea migliore della nostra, se ci fossero state competenze e professionalità nell’ organizzazione ci saremmo messi l’animo in pace e avremmo tifato per voi. Ma non è assolutamente così, e proviamo enorme sofferenza nell’assistere alla distruzione di ciò che con amore e dedizione avevamo costruito. Noi le chiavi per un autentico rilancio dell’evento ce le abbiamo tutte, e tante idee aspettano solo di prendere forma. Restituiteci la direzione artistica della “Notte Bianca” nell’interesse dei cittadini, degli ospiti e dei turisti! A quel punto ci metteremo tutti intorno ad un tavolo e insieme, con lo spirito collaborativo che da sempre ci contraddistingue, daremo vita al più grande spettacolo che questa città possa ricordare!

Associazione “Notte Bianca Amantea”.

Pubblicato in Primo Piano

rubinetti-a-seccoLa questione della carenza idrica in estate ad Amantea è oramai una storia troppo vecchia che da anni pesa sulle famiglie, e sui tanti turisti che popolano in agosto il nostro meraviglioso paese.

È da decenni che nessuna amministrazione si è mai preoccupata di investire le giuste risorse/attenzione allo svecchiamento della rete di distribuzione.

Puntualmente, ogni estate, si vive con l’incubo di tornare a casa e non trovare l’acqua per i normali bisogni familiari.

In tutti questi anni, piuttosto che attivarsi per efficientare la rete idrica comunale, ci si affanna a proporre “sagre di paese”, sperando di ottenere consenso sull’effimero.

Vanno dicendo che la carenza d’acqua è dovuta alla troppa richiesta, difficilmente gestibile!!

Ci credo, vi invito a fare un sopralluogo nei vari serbatoi comunali, resterete sorpresi dalla quantità d’acqua che va persa.

Una rete idrica “colabrodo” che lungo la distribuzione va perdendo acqua in ogni dove, risultando di fatti inadeguata a soddisfare il fabbisogno della popolazione.

Sono questi i veri mali del nostro paese, l’incuria verso le grandi questioni irrisolte, perché evidentemente poco percettibili a fini elettoralistici.

Certamente fa più consenso un concerto per la notte bianca che ammodernare la rete idrica.

Amantea e’ ricca di sorgenti d’acqua, si inzii a lavorare da subito ad un progetto serio di efficientamento idrico; questo dovrebbe essere il programma estivo da offrire ai turisti il prossimo anno!!

Per carità, ci vogliono anche i concerti, ma nella gestione del benessere dei cittadini che pagano le tasse ci sono certamente delle priorità a cui non ci si può sottrarre.

In queste condizioni il nostro non è un turismo competitivo, puntualmente ogni estate, chi vive Amantea, deve avere l’incubo di non potersi lavare dopo una giornata di caldo come oggi.

Continuo a non capire il silenzio degli operatori turistici che sono quelli maggiormente esposti, probabilmente non hanno ancora ben chiaro che questa “indifferenza” di fronte ai problemi del nostro paese, sta uccidendo tutti!!

Vincenzo Lazzaroli

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Il sindaco ha emanato la ordinanza n 82 del 27 luglio 2019 diretta alla Omnia Baby di Massali Giovanni & c , proprietaria al 50% dell’edificio pericolante sito in Via Margherita denominato Palazzo Florio, ed alla Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, proprietaria del restante 50%, oltre che alla G.E.F.A di Abbate & c sas( proprietario del solo sub 10).

La ragione della ordinanza poggia sulla relazione della squadra dei VV.FF del 18 luglio scorso, dalla quale emerge la necessità di:

-Mettere in sicurezza;

-Ripristinare la agibilità dei luoghi;

-Compiere idoneo transenna mento fisso;

-Fare eseguire le opere d’assicurazione alle fabbriche pericolanti;

-Realizzare tettoie di protezione.

Il sindaco ricorda che il fabbricato è stato già interessato da transennamento fisso lungo via Margherita atteso(??) la pericolosità per la pubblica e privata incolumità derivante dal cattivo stato di deterioramento(????????) di detto immobile, oltre che (per) dare decoro alla via principale della città.

Proprio per dare decoro il transennamento è stato inutilmente pitturato( una vera e propria pinacoteca), ma anche con tale accortezza l’ immobile è rimasto egualmente pericoloso.

Ma pur tuttavia il sindaco ha ordinato ai suddetti di eseguire le opere definitive ,da farsi entro 10 giorni dalla data di notifica della ordinanza ,alfine di evitare crolli e distacco di materiale vario e, nelle more, la presentazione di un progetto per il risanamento conservativo dell’edificio di che trattasi.

Il sindaco inoltre ha disposto che la mancata esecuzione della ordinanza comporterà oltre che la applicazione dell’art 650 del codice penale anche la esecuzione d’ufficio a spese dei proprietari intimati.

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