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Francesco Gagliardi

Nato in San Pietro in Amantea.
Insegnante elementare in pensione. Ex coordinatore provinciale per l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari.
Ha frequentato l'Università Statale dell'Alabama U.S.A. Ha combattuto in Korea con U.S. Army.
Corrispondente del giornale "Il Popolo", "Giornale d'Italia", "Il Quotidiano di Roma" ora "Avvenire".
Suoi articoli sono stati pubblicati da "Oggi Famiglia", "Calabria Ora", "il Quotidiano", "Mezzoeuro", "La Provincia", "Idee per la sinistra", "Iniziativa". Consigliere comunale dal 1964 al 1970. Assessore e Vice Sindaco dal 1975 al 1985.
Ha pubblicato: Storia di San Pietro in Amantea; La Santona; Nell'Inferno di Korea; Viaggio nella memoria; Dolci e antichi ricordi; La valigia dei sogni; Paese di Maria e della Comunicazione; S.Pietro tra Storia, storie, leggende e attualità; Paese in lenta agonia.

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Renzi sembra dire: Ah Francè m'hai sgamato!

 

Domenica 25 giugno u.s. si sono svolti in tantissimi Comuni italiani i ballottaggi per eleggere i Sindaci.

In alcune città ci sono stati dei ribaltoni storici, eclatanti, inimmaginabili fino ad ieri. Genova, La Spezia, L’Aquila sono andate al raggruppamento di centrodestra.

Ma il ribaltone che ha lasciato basiti Renzi e tutti i compagni comunisti di ieri e di oggi. si è verificato a Sesto San Giovanni da sempre, sin dalle prime elezioni dal dopoguerra in poi, amministrato dalla sinistra.

 

Un risultato storico dopo 72 anni di governo sempre di sinistra.

Il neo Sindaco esulta:- Siamo riusciti ad espugnare la “Stalingrado d’Italia”-.

Esulta Berlusconi e già pensa alle prossime elezioni politiche e si è messo al lavoro per formare una coalizione moderata di governo.

Esulta, cose da pazzi, anche il segretario del Pd Matteo Renzi e si vanta dicendo che il suo partito ha vinto, malgrado alcune sconfitte in alcune città importanti, i ballottaggi.

 

Ma il web lo deride. Salvini e la Meloni addirittura chiedono le dimissioni del Governo Gentiloni perché, secondo loro, non esiste più in Parlamento una maggioranza parlamentare e lo invitano a salire al Colle e rassegnare le dimissioni.

Dal Nord al Sud del paese l’onda azzurra ha decretato una vittoria schiacciante della coalizione del centro destra formata da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia e Matteo Renzi, imperterrito, nega la sconfitta postando un grafico.-67 Comuni sopra i 15000 abitanti sono andati al centro sinistra e 59 Comuni al centro destra-.

 

Ma il capogruppo alla Camera del Pd lo smentisce e ammette che il Pd ha perso.

 

I risultati delle elezioni sono andati davvero malissimo.

Nel complesso il Pd passa dal governare 93 Comuni ad appena 56.Il centrodestra, invece, passa da 34 a 46. Ma quello che più fa male al Pd è che il centrodestra è andato a vincere nei feudi rossi. Il messaggio vero, però, uscito dalle urne è uno soltanto:- Renzi, go home -.

Doveva andarsene dopo la sonora batosta subita nel dicembre scorso al Referendum Costituzionale. Ma non l’ha fatto.

Ora paga a caro prezzo la totale incapacità di rendersi conto che in Italia le cose stanno cambiando e che gli italiani sul tema migratorio la pensano diversamente da lui e dal Governo Gentiloni. L’immigrazione, volente o nolente, è percepita, purtroppo, dalla maggioranza degli italiani come un pericolo altro che risorsa.

Dunque Renzi e Gentiloni dovrebbero andare a casa e al più presto perché sono gli unici perdenti di queste elezioni per le loro scelte, per l’immigrazione incontrollata, per il Jus soli, per i fatti della Banca Etruria, per la disoccupazione alle stelle, per il debito pubblico in continuo aumento, per le tasse, per la gestione della vicenda dei vaccini, per lo schifo che si verifica nelle corsie degli ospedali e nei pronto soccorsi, per il disastro sulla legge elettorale, per i terremotati che ancora non hanno una casa.

E’ vero che le elezioni comunali sono molto diverse dalle elezioni nazionali ed europee, ma quando al Pd faceva comodo in Televisione e nei talk show Renzi, la Serracchiani, Orfini e Co. sbandieravano con spocchia che alle elezioni europee avevano preso il 40% dei voti e quindi erano il primo partito in Italia.

Ora, che hanno perso dappertutto e il 40% se lo sono sognato, le elezioni comunali non contano più. Contenti loro.

 

I ballottaggi di domenica scorsa hanno dimostrato due cose:

Il Pd è in caduta libera e il segretario Matteo Renzi perde le guerre quasi sempre.

Il tocco magico del rottamatore che prese alle elezioni europee il 40% è già storia.

E’ sparito. E’ stato dimenticato.

Come potrebbe sparire, come potrebbe essere dimenticato l’imbonitore fiorentino che in pochissimo tempo è passato dalle stelle alle stalle.

La lunga strada per la democrazia

Giovedì, 01 Giugno 2017 23:24 Pubblicato in Basso Tirreno

Domani 2 giugno si festeggerà in Italia la festa della Repubblica Italiana, ma la strada per la democrazia fu lunga e difficile.

 

 

Le donne e i poveri non avevano diritto al voto, perché secondo un’opinione consolidata solo gli uomini ricchi potevano dedicarsi alla politica. .

Ecco cosa scrive Gianpaolo Pansa a pag.200 del libro Poco o niente: All’inizio del novecento il potere politico stava per intero in mano ai ricchi.

Per essere precisi, agli avvocati, ai professori, ai notai, ai medici, ai proprietari di tenute agricole, ai primi cementieri, ai padroni delle cave, ai costruttori edili,, ai grandi redditieri che godevano il frutto di patrimoni spesso cospicui.

Spettava soltanto a loro decidere per tutti, anche nel caso di elezioni comunali o per la Camera dei deputati.

Ci riuscivano perché erano pochi e legati dagli stessi interessi.

In tempi più recenti, questo blocco sociale sarebbe stato definito una oligarchia. Molto dura da scalfire.

Con il tempo, però, venne esteso anche agli altri cittadini maschi il diritto di voto.

In Francia nel 1848 venne introdotto il suffragio universale maschile per quelli che avevano superato il 21° anno di età.

In Germania entrò in vigore nel 1871.

In Italia il diritto di voto e l’eleggibilità, dopo l’unità d’Italia, erano riservati ai maschi di età superiore a 25 anni e di elevata condizione sociale.

Dovevano saper leggere e scrivere e pagare un’imposta di 40 lire.

Nel 1881 il diritto di voto venne esteso anche alla media borghesia e il limite di età fu abbassato a 21 anni.

Votavano chi aveva superato i primi due anni della scuola elementare.

Nel 1912 il Parlamento Italiano approvò l’estensione del diritto di voto a tutti i cittadini italiani di genere maschile dal 21° anno di età.

Il 31 gennaio 1945 anche le donne italiane furono ammesse al voto e così il 2 giugno 1946 andarono per la prima volta a votare in occasione del voto referendario Monarchia – Repubblica. Nel 1975 il Parlamento abbassò il limite di età per il diritto di voto a 18 anni.

Vediamo ora chi erano gli elettori del nostro comune nell’anno 1894. San Pietro in Amantea contava solamente 165 elettori su una popolazione intorno alle 1200 unità.

 

Avevano diritto di voto soltanto 13,75% della popolazione effettivamente residente.

Perché così pochi elettori?

Perché come abbiamo visto soltanto chi sapeva leggere e scrivere e chi pagava una imposta annua di almeno 19 lire aveva diritto di voto.

I cittadini, per essere elettori, dovevano necessariamente essere iscritti nei ruoli delle imposte e delle tasse comunali. I poveri e le masse lavoratrici delle campagne che non erano iscritti nei ruoli delle tasse non potevano votare.

I contadini non avevano alcun diritto di partecipare alla vita amministrativa del Comune e di scegliere democraticamente i loro rappresentanti.

Si dovette attendere come abbiamo visto il 1912.

Gli elettori aumentarono di numero e la scelta del Sindaco nelle elezioni successive al 1912 diventò più seria e più oculata.

Infatti, prima della entrata in vigore della legge del 1912, i Sindaci del Comune appartenevano sempre alle stesse famiglie più ricche e più influenti.

Troviamo Francesco Saverio Sesti, Michele Ianne, Giovanni Lupi, Domenico Simari, Roberto Ianne, Gregorio Lupi, Domenico Lupi.

Erano fra di loro cugini,nipoti, zii, padri e figli.

L’elettorato si divide in attivo e passivo.

L’elettorato attivo è disciplinato dall’Art.48 della nostra Costituzione Italiana:- Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge-.

L’elettorato passivo consiste nella capacità di essere eletti.

Di regola chiunque è elettore è anche eleggibile.

Per essere eletto Deputato l’elettore deve aver compiuto 25 anni.

Per il Senato il compimento è il 40°. Da notare che se si perde l’elettorato attivo, viene meno quello passivo.

 

Calabria: Le mani della ‘ndrangheta sui migranti

Mercoledì, 17 Maggio 2017 10:09 Pubblicato in Calabria

Ci risiamo: Ancora una volta la nostra martoriata terra di Calabria finisce in prima pagina sui giornali e come prima notizia sui telegiornali regionali e nazionali.

 

La Calabria è nell’occhio del ciclone.

Le mani della ‘ndrangheta fanno cospicui affari sulla pelle dei poveri migranti e milioni di euro destinati al Cara di Isola Capo Rizzuto vengono dirottati in Svizzera.

 

Questo famoso centro di accoglienza, forse uno dei più grande in Italia, per gli inquirenti era diventato “il bancomat” di una cosca mafiosa.

Del losco affare sono coinvolti finanche il Sindaco del luogo ed il Parroco, difeso ad oltranza dai suoi parrocchiani, perché, secondo le indagini, collaboravano con i mafiosi.

Prete, Sindaco, boss, volontari, confraternita di Isola Capo Rizzuto che sfruttano l’accoglienza.

 

Tutti assieme, secondo l’ultima inchiesta della magistratura e delle forze dell’ordine, ad abbuffarsi con i soldi dello Stato.

Gli inviati speciali dei vari giornali e telegiornali sono piombati come falchi in questo luogo meraviglioso e conosciuto anche all’estero.

Una grande insegna li ha accolti all’ingresso del paese: Benvenuti ad Isola Capo Rizzuto, Comune del sole e dell’accoglienza.

Sì del sole e dell’accoglienza, perché la bella cittadina è inondata di sole e circondata da un mare meraviglioso e poi centinaia e centinaia di migranti vengono accolti ogni anno che sono fuggiti dagli orrori delle guerre e dalle persecuzioni nei loro paesi d’origine.

 

Gli inviati sono stati accolti dai ragazzini del luogo che su motorini sgangherati senza targa e senza casco scorazzano per le vie del paese.

E i vecchietti, seduti sulle panchine che osservano senza fiatare. E poi tantissimi giovani di pelle nera nel centro di accoglienza costato allo Stato, cioè a noi contribuenti, 14 milioni di euro.

Chi gestisce il centro?

Una cooperativa “la Misericordia” fornisce al popolo dei gommoni che approdano in Calabria tutto il necessario, dai vestiti ai pasti, dall’alloggio all’assistenza sanitaria e spirituale.

Adesso è intervenuta la Magistratura.

E il gestore è stato accusato di vari reati.

 

L’operazione è stata chiamata “Jonny” che ha portato al fermo di 68 persone.

Gli indagati sono accusati di vari reati, tra cui, associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture. Dalle indagini è emerso altresì che le persone incriminate controllavano, a fini di lucro, la gestione del Centro di Accoglienza per migranti CARA di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto.

 

NdR Ringraziamo la continua attenzione di Francesco alle cose di "casa nostra". Ma vogliamo ricordare che in Calabria ci sono persone come Gratteri ed i suoi "soldati di Giustizia" grazie ai quali possiamo mostrare anche la Calabria onesta che opera per la legge , la giustizia, la verità!

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