Vincenzo era ad Amantea da una settimana circa.
Era giunto con una Toyota Rav 4 targata EV951XL
Aveva dormito( dice nella lunga lettera di addio) solo 4 ore in sette giorni
Ieri verso mezzanotte aveva bevuto una coca cola nel bar del centro storico.
Poi si era recato nel luogo scelto per dire addio alla vita ed aveva lasciato l’auto nel viottolo nel quale normalmente parcheggiano le auto i dipendenti comunali che lavorano nel vecchio mattatoio, ma in modo improprio. Al centro della stradella non parcheggiata su uno dei suoi lati.
Da qui era sceso entrando nel piccolo aranceto , aveva scelto al buio un albero e lì si era impiccato
Nei giorni scorsi aveva pranzato dallo zio Salvatore Amendola , segretario dello Spi Cgil
Aveva fatto visita alla madre Ida per la quale non aveva scritto belle parole, anzi
Ci dicono che non avesse un euro nel portafoglio il che racconta se possibile la irreversibilità di questo ulteriore dramma di un uomo che ha perso tutto, il lavoro, la famiglia e che non sa a che santo rivolgersi.
Ed allora decide di scrivere la sua ultima lettera, di raccontare tutti i suoi drammi, di lasciare questo mondo che con lui è stato ingrato.
Lo fa ritornando nel luogo della sua famiglia originaria ,dove vive ancora la madre ed uno zio.
Ma è solo di quest’ultimo che chiede ci si rivolga una volta scoperto il suo corpo. E ne scrive anche il cellulare.
E il buon Salvatore, fortemente scosso, è lì quando arriva il 118 a verificare l’avvenuto decesso ( vedi foto)