Il 26 novembre 2014 resterà una data forse unica nel mondo del lavoro pubblico.
E’ in questo giorno che la Corte di Giustizia Europea ha emanato la sentenza sul diritto dei precari alla stabilizzazione quando abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio.
Parliamo della cosiddetta “sentenza Mascolo” , dal nome della prima ricorrente, emanata dalla terza sezione della Corte di Giustizia della Unione Europea in data 26 novembre 2014 con la quale, in estrema sintesi, la Corte (Terza Sezione) PQM dichiara che:
“La clausola 5 , punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato , concluso il 18 marzo 1999, che figura ne ll ’ allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999 , relativa all’ accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali, che autorizzi, in attesa dell ’ espletamento delle procedure concorsuali per l’ assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l ’ espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo.
Risulta, infatti, che tale normativa, fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali contratti risponda effettivamente ad un ’ esigenza reale, sia idoneo a conseguire l ’ obiettivo perseguito e sia necessario a tal fine, e, dall’altro, non prevede nessun’altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato”.
Siamo in presenza, quindi, di un abuso in ogni caso in cui si ricorre ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato.
La sentenza emessa dalla Corte di Giustizia europea , in sostanza, non si riduce al personale della scuola, ma va allargata a tutto il pubblico impiego.
Questa è la posizione unanime espressa dai tanti legali ed esperti di giustizia intervenuti al convegno Anief, svolto in Parlamento, all’interno di Palazzo Marini, sulla ‘Sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla stabilizzazione del precariato scolastico’.
Lo sostiene anche tra gli altri l’avvocato Sergio Galleano, del foro di Milano, il quale ha ricordato che “quanto stabilito dalla sentenza di Lussemburgo riguarda tutti i pubblici dipendenti, compresi gli enti locali. Noi, come avvocati, torneremo ora dai giudici italiani per dire loro che la Corte europea si è espressa in modo chiaro”.
Anche l’avvocato Coppola, emerito studioso del lavoro precario, in riferimento alla sentenza di Lussemburgo ha dichiarato : “è un terreno complicato, perché non riguarda solo la scuola, ma tutto il precariato italiano”
Ed anche gli avvocati dei Vigili di Amantea si accingono ad intimare al comune di procedere senza alcun ulteriore differimento alla assunzione di tutti loro, avendo gli stessi ampiamente superato i 36 mesi di lavoro precario.
L’alternativa sarebbe il ricorso al Giudice del lavoro non solo per la stabilizzazione ma anche per il pagamento degli stipendi non pagati e connessi alla illegittima sospensione della attività lavorativa.
Una bella patata bollente per il comune che rischia di essere condannato non solo e tanto alla assunzione dei vigili precari ma anche al pagamento degli stipendi relativi ai mesi di mancato servizio ed ai relativi interessi
Non escludiamo nemmeno che le OOSS si costituiscano all’interno dei processi per affermare non solo e tanto l’ormai vetusto diritto alla stabilizzazione quanto il nuovo diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da precario in stabile.
Nessuna preoccupazione, però, sembra affacciarsi sulla nuova scena prefigurata dalla sentenza Mascolo, anzi voci provenienti dal sistema politico locale invitano a credere che il 2015 sarà l’anno della stabilizzazione di vigili precari.
Non si tratta di voci ufficiali, ovviamente , ma ormai tutti, anche i bambini, sanno che per avere un lavoro occorre soffrire e passare sotto le forche caudine del precariato. La legge in questo stivale è spesso solo formale al punto che sembra non esserci in specie quando i comportamenti della pubblica amministrazione sono spesso completamente diversi nessuno fa niente per imporre onestà e correttezza nei comportamenti.
Giuseppe Marchese