E’ amaro il rientro a casa quando si viene chiamati dal vicino che ti avverte che sente rumori dal tuo appartamento e sapendo che non ci sei sospetta che ti stiano derubando.
Corri a perdifiato mentre ti scoppia il cuore ed il cervello, sali le scale e scopri la porta di casa scassinata, quasi divelta.
Hai perfino timore che siano ancora dentro e che possano farti violenza anche fisica.
Ma per fortuna non è così ; sono andati via ma portandosi via mezza casa.
Resti senza parole. La casa è sottosopra. Non c’è un cassetto non aperto e tutto è per aria.
Chiami i carabinieri quasi per avere un minimo di conforto. Chiami anche i tuoi quasi per condividere la rabbia ed insieme il dolore per essere stato offeso nei tuoi beni e nei tuoi ricordi. Ogni cosa che manca, che ti è stata rubata era memoria di un evento, e rappresentava una parte della storia della tua vita e della tua famiglia
Ti senti impotente.
Deve avere avvertito questa sofferenza ieri sera il geometra Maurizio B. quando è arrivato a casa.
Una vita di sacrifici, di lavoro e poi in pochi attimi tutto viene portato via.
Non è solo per il valore dei beni rubati, ti senti offeso per le memorie che perdi con il loro furto. E ti senti anche offeso perché sai di non aver fatto male a nessuno e di non meritare questa violenza.
Ma serve poco.
Poi ti domandi su chi debba difenderti. E ti chiedi perché solo i carabinieri a fare ordine pubblico, visto che i vigili sono impegnati quasi esclusivamente istituzionale in tutte le occasioni o con i photored come se il problema della città fossero i semafori e la sicurezza della città dipendesse dalle contravvenzioni elevate a chi passa con il rosso.
E’ l’ennesimo furto nelle abitazioni della città e nei negozi
La differenza è che i negozianti hanno creato una rete diffondendo le foto delle ladre per potersi difendere, ma la gente è sola.