Fuori il mare è agitato ma le acque del porto di Amantea sono calmissime, piatte e le imbarcazioni sono immobili e ferme.
I pesci scivolano nelle acque limpide, ignari delle vicende del mondo che sta loro intorno.
Nel porto solo gli addetti alla sua guardiania.
E’ domenica e siamo verso la fine di aprile.
La primavera è entrata pienamente ma le acque antistanti il porto sono vuote di imbarcazioni.
Lo sarebbero anche se il mare fosse calmo.
Il porto, infatti, è chiuso ormai da tempo.
E la ditta incaricata sta rimuovendo con difficoltà la quantità immane di sabbia che vi era entrata raggiungendo il terzo imbarcadero ed impedendo a tutte le imbarcazioni di navigare nel fronteggiante e blu mar Tirreno.
La sabbia dragata viene spostata verso l’imboccatura per essere poi trasportata con i camion verso sud a ricostituire la spiaggia ormai inesistente.
Un vero e proprio muro di sabbia.
I sogni di un grande porto sono naufragati.
E resta la sola nuda e cruda verità di un porto che si insabbia e per il cui uso occorre stare costantemente a ripulirne la imboccatura.
Una sorta di fabbrica di sabbia.
E tutto, magari, solo perchè manca il braccio trasverso, una carenza,figlia di una scelta illogica che costa sopperire una o più volte all’anno e che aumenta le tariffe per le imbarcazioni.
Ma tant’è , pur insoddisfacente, almeno Amantea ha un porticciolo!