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E dov’è la novità, vi starete chiedendo leggendo il titolo di questo articolo?

In Calabria la politica fa quello che vuole da sempre, apparentemente sorretta dai poteri forti, in realtà garantita soprattutto dal silenzio dei calabresi

Si! Ma la sanità è un’altra cosa. Una sanità malata porta anche alla morte, perfino di chi fa parte del “sistema” , se non ha il tempo di prendere un aereo e andare nel nord ( come sembra facciano tutti i politici , i potenti ed i ricchi calabresi).

La ulteriore riprova sta nella distribuzione dei posti letto per province.

Questa la divisione per tipologie:

a)per le acuzie:

- sono 4407 i posti letto ordinari,

-396 quelli in day hospital e

-474 in day surgery.

Per la riabilitazione :

-847 sono gli ordinari,

-81 in day hospital,

mentre per la lungodegenza ci sono 356 posti letto.

Rimangono ancora da assegnare 289 posti.

Questa la distribuzione per province:

- 2373 alla provincia di Cosenza (3,2 per 1000 abitanti),

- 591 a quella di Crotone (3,3),

- 1558 a Catanzaro (4,2),

- 359 a Vibo Valentia (2,0)

- 1657 a Reggio Calabria (2,9).

Squilibri inaccettabili!

Praticamente si passa dai 2,89 posti ogni 1000 abitanti, ai 3,3 : ben 820 nuovi posti letto!.

Che si siano accorti che i calabresi che non trovavano posti letto in Calabria si ricoveravano nel nord?

Ora Oliverio ha cominciato la guerra contro Scura che ha osato distribuire i NUOVI POSTI LETTO senza concordarlo con il Governatore!

Ah, ovviamente , nessuno per favore pensi che sarà costruito ad Amantea quell’ospedale che ci venne assegnato a fine anni sessanta e che nessuno ha voluto!

Nessuno invece che si preoccupi degli squilibri della medicina preventiva.

Parliamo della casa della salute di Amantea per avere la quale ( anche se qualcuno dice che già ci sia !?) si è dovuta costituire una rete di associazioni che ha assunto il compito di operare in tale direzione e sarà ricevuta da Fatarella giorno 8 marzo pv.

Speriamo bene!

E mutuando la famosa pubblicità diciamo “ Toglieteci tutto ma almeno lasciateci gli Sparatrap” !!!

Dopo Scilla ecco le altre 5 case della salute pronte per il loro percorso attuativo

 

 

Sono Mesoraca, Cariati, Siderno, Chiaravalle e San Marco Argentano.

Restano fuori Trebisacce e Praia a Mare, perché dotati di ospedale e che hanno ottenuto un pronunciamento da parte del Consiglio di Stato per la loro riapertura.

Ne abbiamo parlato (e scritto) ricordando che nei Fondi POR-FESR 2007/2013 e poi sui fondi PAC (Piano di Azione e Coesione), era stata postata la somma di 67 milioni di Euro.

Oggi, dopo la firma delle convenzioni da parte di Salvatore Lopresti responsabile dell’Unità di progetto regionale, il dirigente generale del dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, Paolo Praticò ha confermato i fondi per le convenzioni già firmate per un valore pari a euro 48.952.332,43 a cui si aggiunge un ulteriore milione di euro per i Fondi destinati al gruppo di lavoro ed agli esperti che dovranno occuparsi delle analisi relative alla fattibilità economica e sociale, di quelle sui costi-benefici e della fattibilità finanziaria per le fasi di costruzione e gestione.

 

Amantea è fuori. Almeno per il momento.

Stiamo aspettando la conferma della prima valutazione positiva avuta dal dr Fatarella ad una casa della salute anche per Amantea ed ovviamente previa una proposta tecnica allo studio da prima di Natale 2015

Una conferma che potrebbe aversi a fine febbraio 2016. Sperabilmente.

 

Abbiamo ricordato che :

Scilla che vanta 5.063 abitanti

Mesoraca che vanta 6.624 abitanti

Cariati che vanta 8.626 abitanti

Siderno che vanta 18.120 abitanti

Chiaravalle Centrale che vanta 5.839 abitanti

San Marco Argentano che vanta 7.417 abitanti

Praia a mare che vanta 6.715 abitanti

Trebisacce che vanta 9.025 abitanti

 

Amantea che vanta 13.996 abitanti.

 

E per Amantea non sono stati, e quindi non sono previsti oggi, i necessari finanziamenti.

Tutto in salita, quindi, per la nostra città, che come tante altre volte nella sua millenaria storia deve lottare per sopravvivere ed ancora oggi è in attesa del suo eroe, poco importa che si chiami Robin Hood o Don Chisciotte .

Pubblicato in Primo Piano

Scilla è un bel paesino in provincia di Reggio Calabria.
Vanta 5012 abitanti( al 1.1.2015)
Ha un ospedale e come altri ospedali calabresi ne è prevista la riconversione in Casa della Salute.

 

La Regione Calabria con DPGR 195/2012 aveva approvato lo studio di fattibilità relativo alla trasformazione da Ospedale in casa della salute.

 

In questi giorni l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria ha sottoscritto con la Regione Calabria una convenzione relativa alla riconvenzione funzionale in Casa della Salute del Presidio Ospedaliero di Scilla ed impegnando la spesa di 8,2 milioni di euro.

 

La convenzione è stata sottoscritta dal Dirigente del settore competente del Dipartimento della Salute e delle Politiche Sanitarie della Regione Calabria, dr. Salvatore Lopresti e dal sub- Commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, dr. Felice Iracà.

Come noto la riconversione di alcuni Ospedali calabresi in Case della Salute è stata prevista al fine di riorganizzare la medicina territoriale qualificandone l’offerta.

 

Sono previsti due fasi di intervento:

1) elaborazione della progettazione preliminare;

2) elaborazione della progettazione definitiva.

Particolarmente stringenti i vincoli prescritti per la messa in sicurezza della Struttura con specifiche indicazioni relative ad indagini e verifiche sismiche destinando il 15% dell’intera somma stanziata per l’adeguamento sismico. La convenzione prevede una anticipazione pari al 30% del finanziamento alla pubblicazione del bando di gara.

 

Successive anticipazioni fino ad un massimo del 90% verranno erogate sulla base di stati di avanzamento e certificati di pagamento prodotti dall’ASP reggina.

Il saldo finale pari al 10% del costo totale dell’intervento sarà incassato dall’Azienda dopo l’avvenuta approvazione e presentazione degli atti relativi alla contabilità finale e del certificato di regolare esecuzione e collaudo finale dei lavori nonché di tutte le incombenze dettagliatamente specificate nell’atto sottoscritto.

I termini per completare l’intera opera di riconversione in Casa della Salute sono stati fissati per il 31/12/2018.

Ed Amantea? Amantea

aspetta e spera, che poi s'avvera, teniamo alta la nostra bandiera.
aspetta e spera, che poi s'avvera, che la nottata non è così nera

Ma come tanto altro soltanto grigio, più o meno.

Insomma forse se preghiamo… , prima o dopo si ricorderanno anche di noi!

Pubblicato in Cronaca

 

aslSabato 28 novembre  nell’ambito di una campagna di ascolto, comunicazione e confronto che entro la fine dell’anno interesserà’ tutti i paesi del Comprensorio - la  Rete ha promosso un’iniziativa pubblica a Lago, nella sede dell’Avis.

 

Ad introdurre i lavori è stata Antonella Mazzotta, mentre Salvatore Amendola si è soffermato sul valore espresso dalle Case della Salute per la sanità territoriale.

A conclusione dei lavori Enzo Giacco ha espresso apprezzamento << per la proficua sinergia creatasi tra i cittadini, il management del Distretto, i Sindaci ed il Presidente Oliverio - per il tramite del Capo Segreteria Franco Iacucci - ed il Direttore del Dipartimento Sanità Riccardo Fatarella. Una sana collaborazione – ha sottolineato il portavoce della Rete – che  sta agevolando la proposta di assegnazione di una Casa della Salute al comprensorio di Amantea>>.

 

Martedì 1 dicembre, poi, una rappresentanza della Rete ha partecipato ad un’Assemblea Sindacale organizzata dagli operatori del Poliambulatorio.

L’incontro è stato utile per arricchire di ulteriori elementi quel prezioso confronto già avviato con gli operatori della struttura, che svolgono un ruolo importante nella concretizzazione di una reale evoluzione dell’offerta sanitaria nel territorio.

 

Nella prossima settimana un gruppo di lavoro - composto da una rappresentanza della Rete, dalla Direttrice del Distretto e da una delegazione dei Sindaci - definirà la proposta organica condivisa di evoluzione del Poliambulatorio in “Casa della Salute”,  da discutere nella prossima riunione del tavolo tecnico presso il Dipartimento Salute della Regione Calabria.Intanto, dopo Amantea e Serra d’Aiello, anche i consigli comunali di Lago e Fiumefreddo hanno approvato la piattaforma rivendicativa della Rete.

<< Noi crediamo che la sanità in Calabria debba investire su un modello rivoluzionario nell’erogazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, che parta da un diverso approccio culturale per giungere alla presa in carico del paziente e ad un modo innovativo di fare prevenzione. Un modello di cui essere orgogliosi. Tracce che vanno in questa direzione – dichiarano i rappresentanti della Rete - sono già presenti nel Poliambulatorio: pensiamo, ad esempio, alla nuova sala d’attesa, alla segnaletica per orientare ai servizi ed al sistema di tutela della privacy dell’utente. Oggi – anche in seguito alla nascita della Rete – notiamo, inoltre, tutta una serie di segnali positivi che non possiamo che interpretare come un contributo importante all’auspicata evoluzione del Poliambulatorio: abbiamo avuto notizia, infatti, della deliberata fornitura in data 30 novembre 2015 della MOC per il servizio di radiologia di Amantea; dunque, la fondamentale tecnica diagnostica della Mineralometria Ossea Computerizzata sarà presto disponibile. O, ancora, della delibera concernente i lavori (che ad Amantea non risulterebbero particolarmente complessi) di adeguamento dei locali necessari per l’istallazione dell’Apparecchio Radiologico Telecomandato, un servizio la cui presenza nel Poliambulatorio è di straordinaria importanza.

 

Cenni che dobbiamo interpretare come incoraggianti e a sostegno della consapevolezza relativa alla non più rinviabile necessità di evoluzione del Poliambulatorio in Casa della Salute, per far fronte alla documentata domanda in crescita nel territorio ed avvicinare la sanità ai cittadini.
Ci preoccupa, a riguardo, il nodo non ancora sciolto relativo alla rete internet. Riteniamo infatti che, anche in seguito alla puntuale richiesta da parte del management distrettuale, gli uffici competenti debbano, preso atto dell’inadeguatezza della rete interna della struttura, programmarne in tempi ragionevoli il ricablaggio.  Sarebbe prezioso per la fruizione in tempi più celeri dei servizi.
Ci teniamo, infine, a ribadire – conclude la Rete – che il Laboratorio di analisi, rispetto al quale tanto si è discusso nelle ultime settimane in seguito al decreto che ne prevede la chiusura, continua a funzionare regolarmente,  e che i servizi garantiti sono caratterizzati dalla consueta eccellenza».

Rete Comprensoriale
“ Difendiamo la salute "

Pubblicato in Politica

La rete della Salu te continua i suoi in contri fina lizzati alla predisposi zione di un documento unitario da presentare al Preside nte Mario Oliverio tramite il direttore generale del Dipartimento regionale della sanità dr Riccardo Fatarella onde la tutela del laboratorio di analisi cliniche , il potenziamento dei servizi ed il completamento delle attrezzature del Poliambulatorio e la istituzione della Casa della salute.

All’uopo la Rete ringrazia i sindaci e gli amministratori dei comuni che hanno già approvato in consiglio il documento del 21 ottobre ed i sindaci e gli amministratori che stanno accingendosi a farlo prima dell’incontro del 18 novembre prossimo in quel di Catanzaro.

Ovviamente la Rete sollecita gli altri sindaci a comprendere l’ importanza di questa epocale attività sociale che abbisogna della solidarietà di tutte le forze politiche di ogni ente , e si riserva di segnalare alla pubblica opinione eventuali difficoltà incontrate in tale comprensione.

Il sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, torna all'attacco sull'utilizzo della struttura ospedaliera e sollecita uno studio di fattibilità per la Casa della salute.

 

E' l'oggetto della lettera inviata al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, al Commissario regionale per il piano di rientro, Massimo Scura, al commissario straordinario dell'Asp, Gianfranco Filippelli.

Il sindaco Praticò fa subito notare che: “L'impostazione concettuale di una Casa della Salute, sottolineata in tutti i Decreti di riferimento, è ovviamente diversa da una struttura ospedaliera e, di conseguenza, diversa è la struttura.

 

Le risorse economiche necessarie a tale trasformazione che dovrà avvenire anche per l'ex Ospedale di Praia, sono già disponibili.

Di fatto, il piano dei fondi Fers, prevede un investimento di 67 milioni, esclusi i fondi Fas”. Insomma una soluzione possibile per i cittadini dell'alto Tirreno che, ovviamente, non possono sperare in un vero e proprio ospedale, così come concepito in passato.

 

Nel Decreto del 6 luglio scorso sono stabiliti gli indirizzi operativi per la riorganizzazione della rete di assistenza territoriale. “Elemento centrale di tale riorganizzazione- scrive Praticò ai destinatari della missiva - è la costituzione, e definitiva organizzazione delle Case della salute, quale elemento centrale e di riferimento per tutte le attività di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, con particolare riferimento a quelle cronico-degenerative, peraltro sempre più importanti, in considerazione dell'invecchiamento della popolazione.

Il Decreto di che trattasi, riprende ed elabora le linee guida ed i1 modello organizzativo di cui al DPGR n. 185/2012. Il DPGR 135/2011 – scrive ancora il sindaco di Praia a Mare - nel rivedere i siti da destinare a Casa della salute, statuisce tra l'altro, che l'ospedale di Praia a Mare, venga convertito in Casa della salute e che le attività proprie della struttura riconvertita, diventino quelle già previste per il Capt”. Il sindaco di Praia a Mare, ricorda ancora ai destinatari della lettera che: “Peraltro, l'Asp di Cosenza ha già adottato un atto deliberativo di impegno dei fondi assegnati alla Casa della salute di Praia a Mare.

Poiché il Dca 76/2015 definisce prioritaria l'azione di trasformazione della struttura di Praia in Casa della salute stabilendo che entro il 31/12/2015 dovrà essere pronto il piano di fattibilità per l'adeguamento della struttura, delle attrezzature e del personale, si chiede di conoscere la situazione attuale e le decisioni assunte nel merito, tenuto conto che non sembra che sia stata assunta alcuna iniziativa, eppure sono già trascorsi oltre tre anni”. Infine il sindaco aggiunge: “Sì coglie l'occasione per sollecitare 1a definizione e l'adeguamento dell'area destinata ad elisoccorso e già utilizzata nelle ore diurne.”

 

Sembra il caso di ricordare il vecchio adagio napoletano. “Chi ha avuto, avuto, avuto, chi ha rato, ha rato, ha rato, scurdammuci o passatu e un c’è penzamme chiù”.

E così il sindaco di Praia sapendo di non poter avere più un ospedale chiede, però, la Casa della salute!

E noi? Noi siamo sulla strada giusta pretendendo la casa della salute!

fanghi industriali
Pubblicato in Alto Tirreno

E’ nato il comitato “Difendiamo la salute. Rete Comprensorio Amantea” , un cartello composto da cittadini, associazioni, comitati, sindacati e partiti del comprensorio di Amantea.

 

Il comitato ha promosso un incontro pubblico sul diritto alla salute e contro il depotenziamento del Poliambulatorio di Amantea.

L’incontro si terrà mercoledì 21 ottobre ,con inizio alle ore 17.00, presso l’auditorium della Scuola media Mameli di Via Aspromonte

All’incontro interverranno il commissario dell’ASP Cosenza Gianfranco Filippelli e il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

 

E’ stato anche invitato il commissario straordinario ing. Massimo Scura che non perderà certo l’occasione per ascoltare la base del nostro territorio come da impegno assunto al momento del suo incarico.

All’iniziativa sono stati invitati i sindaci di Amantea e del Comprensorio ai quali verrà chiesto di approvare – nei rispettivi consigli comunali – la piattaforma rivendicativa elaborata dalla Rete.

Il fermento sociale confluito nella costituzione della Rete ha preso le mosse dalla provocatoria ipotesi di ulteriore depotenziamento del Poliambulatorio di Amantea (Cs) che per ultimo ha visto la ipotesi di chiusura del Laboratorio di Analisi Cliniche decretato dal Commissario ad Acta Massimo Scura con DCA n. 84 del 21 Luglio 2015.

 

E’ inaccettabile che in nome di un indimostrabile piano di razionalizzazione della spesa pubblica sanitaria si possa continuare a depotenziare la rete dei servizi sanitari ed a chiudere dei servizi pubblici.

Tanto più dimenticando che i servizi del Poliambulatorio di Amantea devono soddisfare, d’estate , richieste di oltre 30 mila residenti e di altrettanti villeggianti e turisti.

E tanto più dimenticando che questo territorio non ha un ospedale, una casa di cura, e nessun altro servizio sanitario convenzionato.

 

Per tali ragioni chiediamo:

-          LA SOSPENSIONE del provvedimento decretato con DCA n. 84 del 21 Luglio 2015 relativo alla riorganizzazione delle rete dei laboratori di analisi a livello regionale;

-          IL COMPLETAMENTO della struttura del Distretto Sanitario, i cui lavori sono fermi da oltre vent’anni;

-          L’ASSEGNAZIONE al Comprensorio di Amantea di una CASA DELLA SALUTE , quale prevista per i paesi nei quali operavano i Presidi Ospedalieri, nella quale sia attivo un punto di primo pronto soccorso, e quindi con laboratorio di analisi cliniche e radiologia attivi 24 ore al giorno, con adeguato numero di posti letto diurni, e che operi con presa in carico del paziente e soddisfazione, anche ultraterritoriale, delle prestazioni specialistiche necessarie che andranno ovviamente completate e potenziate.

-          L’APERTURA DI UN TAVOLO tra le istituzioni ed il territorio per definire quanto deve essere fatto e come.                                     

Pubblicato in Cronaca

Uno di “gioielli” del poliambulatorio di Amantea è certamente il laboratorio di analisi cliniche.

Vuoi, anche , perché Amantea,grazie alla sua “sciagurata” classe politica, “selfistica” da sempre , dedita alle parole, più che ai fatti, non ha mai né preteso, né voluto un ospedale, pur assentito dal piano predisposto, suo tempo, con la legge 12 febbraio 1968, n. 132 (cosiddetta "legge Mariotti").

Il piano previde ospedali in Amantea, Paola, Cetraro, Praia a Mare, mentre Belvedere restava assistita dalle numerose cliniche private esistenti.

Solo quello di Amantea non venne realizzato.

Ed ancora oggi Amantea ed il suo hinterland ne pagano le conseguenze.

Errori ed omissioni gravissime , a cui si pose rimedio con la ASL n 1 conseguente alla legge 23 dicembre 1978 n. 833 .

Oggi, invece, siamo in presenza del Piano di disfacimento del servizio sanitario italiano

La prova è nella proposta chiusura dell’unico laboratorio pubblico di analisi cliniche e nella conservazione di ben 3 laboratori privati convenzionati.

Una palese dimostrazione che la sanità pubblica sta per chiudere ed essere sostituita da quella privata.

Non spending rewiew, ma movimento verso la privatizzazione della sanità: alla faccia della sinistra italiana!

Ma il mistero più fitto è quello che siamo in pochi a parlarne ( leggi consiglieri comunali) e meno ancora ad agire.

Eppure …….

In sostanza il commissario per risparmiare soldi pubblici normalmente e da tutti sprecati, porta le apparecchiature esistenti ad Amantea in quel di Cosenza, trasferisce i medici in quel di cosenza ed ovviamente trasferisce a Cosenza anche le provette di sangue.

E Cosenza non è dietro l’angolo, ma a circa 50 k m di strada piena di curve.

Pratica mente quello che prima si faceva ad Amantea ora sarà fatto a Cosenza!

Perche? Cui prodest?

E dove è il risparmio?

Non si risparmia sulle apparecchiature

Non si risparmia sul personale, e anzi dovranno essere pagati i costi del trasferimento da Amantea a Cosenza , posto che non nevichi eccetera!

A parte i dubbi di spostare il sangue di 50 km

E tutto questo perchè Amantea non abbia nemmeno una Casa della Salute!

Per questo chiederemo alla Magistratura di indagare!

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Cronaca

La SPI con una nota del segretario Salvatore Amendola sollecita la realizzazione del Piano d’Azione Coesione, la promozione di un nuovo welfare del comprensorio di cui Amantea è capofila , una forte pressione verso la Regione per ripresentare e finanziare i Piani Sociali di Zona ormai scaduti da anni.

Lo SPI nel ricordare che l’incontro col Sindaco del 5 febbraio, non ha sortito alcun risultato insiste ricordando che la richiesta di nuovi incontri, “scaturisce dalla constatazione dell’aggravamento delle condizioni sociali delle categorie che rappresentiamo e non solo di quelle, per i problemi del passato non risolti e per quelli nuovi, che sono più gravi, sui quali non riusciamo nemmeno a discutere con gli amministratori”

Poi conclude che non solo “ manca il tavolo, ma anche la volontà e la sensibilità”

Inoltre ricordando che la popolazione anziana registra un grande numero di malattie croniche che incidono sull’assistenza sanitaria invita a muovere fortemente per riorganizzare e trasformare il poliambulatorio esistente in “Casa della Salute .”

Infine ricorda che le parole dette dal Sindaco in occasione della inaugurazione del Ponte sul S.Maria, “ …il nostro agire ha consentito di dare un nuovo significato al termine concertazione e soprattutto ha esplicato al meglio quel concetto di democrazia partecipata che abbiamo portato avanti dal primo giorno del nostro mandato” coincidono esattamente con quanto vuole la Lega Spi-Cgil , ci siamo, vogliamo esattamente questo ed insiste per una immediata convocazione

Pubblicato in Cronaca

Finalmente una voce che parla del distretto di Amantea, dei bisogni della sua popolazione. E’ la strada da seguire . Continueremo con impegno indicandola anche alle amministrazioni comunali del territorio che iniziando da quella di Amantea dormono sempre il sonno di aprile.

  1. Introduzione. Perchè l’integrazione tra ospedale e territorio non è avvenuta?.
  2. La rete territoriale dei servizi in particolare del settore della prevenzione: situazione attuale
  3. Mancato coordinamento ospedale- territorio (guardia medica, medicina generale, medicina specialistica e pronto soccorso: quali le ragioni?
  4. Operatività e costi dei direttori dei distretti e legittimità delle nomine considerato la mancata approvazione degli atti aziendali

Se Atene piange, Sparta non ride dice un proverbio italiano, tratto dall’opera teatrale “Aristodemo” di Vincenzo Monti. Questo per dire che se all’Ospedale dell’Annunziata la Sanità è oramai al collasso sul territorio non stiamo meglio!!! Anzi la mancanza di servizi territoriali capaci di dare risposte esaurienti al bisogno di salute fa aumentare sempre di più il carico di lavoro degli ospedali e, in particolare, dell’Annunziata. Se continua così nessun organico riuscirà a fare fronte alle richieste. Gli ospedali cosiddetti spoke (Cetraro-Paola, Castrovillari e Corigliano Rossano) sono in grave carenza di personale, anche perché il personale degli ospedali dismessi (Praia, Trebisacce, Cariati) non è stato ancora ricollocato.

L’integrazione tra la rete ospedaliera e la rete territoriale fatta di: Distretti, Dipartimenti di prevenzione, Dipartimenti per la salute mentale, Case della salute, che avrebbero dovuto prendere in carico i pazienti in una rete assistenziale integrata, di fatto non esiste, non è mai decollata. Dove sono la continuità assistenziale nelle 24 ore tra ospedale e territorio, il ruolo del MMG nella presa in carico, i Piani sociali di zona e i Piani Sanitari? Il Punto Unico di accesso ai servizi sociali e sanitari, l’obbligo della presa in carico del cittadino e del Piano di Assistenza Individuale, la Casa della Salute, ecc. di fatto sono rimaste tutte sulla carta. Sul territorio vengono lasciati dei Poliambulatori che non hanno collegamenti con la medicina di base e con la rete ospedaliera.

L’atto aziendale che prevedeva tale integrazione   non è mai stato approvato dalla Regione. Nella riorganizazione si sta procedendo a pezzi senza un quadro di riferimento organico che produce ancora di più disorganizzazione e confusione. Intanto la magistratura rinvia a giudizio gli amministratori attuali e quelli precedenti per avere usato male il denaro pubblico.

Tutto questo, malgrado nell’Atto Aziendale proposto dal dott. Scarpelli, si affermi testualmente che: “L’Azienda Sanitaria di Cosenza riconosce, tra i propri valori fondanti, la centralità del cittadino, quale titolare del diritto alla tutela della salute, nella definizione delle prestazioni sanitarie e nella fruizione dei servizi per favorire una scelta consapevole nell’ambito delle prestazioni e dei servizi offerti. A tal fine assicura la partecipazione del cittadino, sia come singolo che tramite le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti, alle fasi di programmazione delle attività, di valutazione della qualità dei servizi dal punto di vista degli utenti e di tutela dei diritti, nel rispetto della vigente normativa nazionale e regionale in materia, anche attraverso forme innovative di partecipazione.

Vista la situazione, lasciamo al futuro le forme innovative di partecipazione, chiediamo sommessamente che ci vengano garantite quelle tradizionali.

Nel Distretto Tirreno abbiamo chiesto di discutere gli obiettivi assegnati, le risorse e i soggetti necessari per poterli perseguire ma soprattutto come poter organizzare meglio i nostri servizi. Avremmo voluto coinvolgere in tale discussione possibilmente tutti i soggetti interessati, in una conferenza territoriale dei servizi, anche per conoscere come le risorse venivano spese. A tutt’oggi non è stato prodotto dalla Direzione del Distretto alcun documento di programmazione organico di gestione del territorio; al contrario si è scelto di procedere   con singoli e disarticolati provvedimenti settoriali, sostenuti da una arbitraria mobilità del personale all’interno dei servizi.

L’ex Distretto Sanitario di Amantea è un polo sanitario interurbano con circa 30 mila abitanti, con una situazione particolarmente allarmante sotto il profilo sanitario, per il numero preoccupante di patologie legate all’inquinamento ambientale che, non può restare emarginato dal processo di riqualificazione dei servizi territoriali, predisposto dall’Azienda Sanitaria di Cosenza e che ha già interessato, anche se solo parzialmente, le aree più a nord. Fare anche del poliambulatorio di Amantea una moderna ed efficiente Casa della Salute è sicuramente l’obiettivo sul quale tutte le rappresentanze politiche locali e la Direzione del Distretto dovrebbero convergere, per una riqualificazione complessiva dell’offerta dei servizi sanitari distrettuali, che possa restituire dignità professionale e senso di appartenenza ai dipendenti della nostra struttura, e possa tutelare il diritto dell’utenza ad avere risposte puntuali al proprio bisogno di salute.

Se gli amministratori ed i dirigenti non sono in grado di garantire tutto ciò, a questo punto bisogna sostenere la liberazione della sanità dalla politica e chiedere la che la nomina sia fatta secondo criteri meritocratici, valutati in modo oggettivo. Altrimenti, perché spendere in stipendi di centinaia di migliaia di euro annui per manager che non devono rispondere di alcun obiettivo e che non garantiscono nessun risultato?

Pubblicato in Basso Tirreno
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