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Andrea Marchese

Tecnico Informatico. Vivo e lavoro a Reggio Emilia, dove tento di costruire un futuro familiare e professionale.
Appassionato di Informatica e Tecnologia, amo e non dimentico il mio paese, Amantea, il mare e tutti gli amici e non, conosciuti ed incontrati durante il mio percorso di vita.
Ex collaboratore di "Calabria Ora" e de "La Provincia Cosentina".
Realizzatore, Webmaster e Giornalista (con il poco tempo rimasto) del portale TirrenoNews.Info (già Amantea.Net).

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Non mi piace questo mondo nel quale la società civile le cui istituzioni parlano e si muovono solo dopo che sono state accertate violenze su minori tanto gravi da necessitare dell’arresto degli autori. Non mi piace tanto più quando si tratta di bambini piccolissimi da 3 a 5 anni come quelli degli asili nido. Si anche questa volta a Cirò Marina sono state arrestate due maestre della scuola dell'Infanzia Artino, accusate di aver maltrattato sistematicamente i loro piccoli alunni. Serve poco la riprovazione generale. Ancora meno la incredulità degli amministratori che si affidano con fiducia all’operato della Magistratura. Per fortuna che una bambina ha confidato alla mamma di essere stata picchiata dalla maestra “Anna”, la quale intuito che la mamma avrebbe sporto denuncia ha tentato di farla desistere. Meno male che ci sono queste mamme che invece denunciano il tutto così che gli investigatori possono collocare microcamere che poi danno il senso compiuto delle violenze fisiche e psicologiche. Immagini terribili come quelle di bambini che tentano di nascondersi per sfuggire alle violenze. A chi competeva esercitare i minimi controlli? Alla dirigente ? Non vogliamo colpevolizzare nessuno. Forse la dirigente era inconsapevole di quanto accadeva. Forse non aveva mai acceduto a sorpresa per sentire le grida dei bambini maltrattati. Forse come tutti i dirigenti hanno un migliaio di alunni ed un migliaio di problemi. Veri o similveri. Ma ci sembra che “SOLO” questi siano i problemi veri e che solo verso questi ( e non parliamo dei soli bambini da 3 a 5 anni) si debba la massima attenzione sostanziale e preventiva. Tutto il resto delle istituzioni e della società sembra siano inutili.

L’accusa è di falso e peculato per avere distribuito 100 mila euro non dovuti ai gruppi sottraendoli da altre poste di bilancio compresa quella delle spese antiracket. Tra gli indagati, l'ex presidente De Nisi, la giunta e i componenti del Consiglio che è stato sciolto nei giorni scorsi Ormai la Procura di Vibo ci ha abituato agli tsunami. E questo lo è! Stamattina, infatti, il personale del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, su disposizione del sostituto procuratore Michele Sirgiovanni, ha provveduto a notificare una pioggia di avvisi a comparire, che di fatto equivalgono ad avvisi di garanzia, 33 in tutto, all’ex presidente della giunta, a quasi tutta la sua squadra di governo, ai componenti di maggioranza ed opposizione del consesso nonché a due funzionari. La somma, secondo l’ipotesi investigativa della procura vibonese, rasottratta da altre poste di bilancio compresa quella delle spese antiracket. Il dato temporale dei fatti contestati va dal luglio del 2010 al febbraio del 2012. Gli avvisi sono stati notificati contestualmente ad un’attività di perquisizione avvenuta nei locali di palazzo ex Enel, sede dell’ente, da parte dei finanzieri agli ordini del tenente colonnello Michele Di Nunno. GLI INDAGATI. 1) Francesco De Nisi, 44 anni, in qualità di presidente della Provincia 2) Giuseppe Barilaro, 33 anni, in qualità di presidente della conferenza di capigruppo del Consiglio provinciale. 3) Domenico Antonio Crupi, 63 anni, consigliere 4) Giuseppe Raffele, 44 anni, consigliere 5) Francesco Fillippis, 60 anni, consigliere 6) Giuseppe Condello, 38 anni. 7) Bruno Rosi, 50 anni, consigliere 8) Barbara Citton, 66 anni, consigliere 9) Carlo Salvatore Brosio, 68 anni consigliere 10) Renato Savio Arone, 58 anni, consigliere 11) Aurelio Maccarone, 46 anni, consigliere 12) Gianluca Callipo, 30 anni, assessore 13) Martino Porcelli, 39 anni, ex assessore 14) Paolo Barbieri, 54 anni, ex assessore 15) Pasquale Fera, 52 anni, assessore 16) Giuseppe Barbuto, 54 anni, assessore e vicepresidente della Provincia 17) Rosa Olimpia Valenzisi, 50 anni, assessore 18) Carmine Mangiardi, 45 anni, consigliere 19) Nicola Altieri, 58 anni, consigliere 20) Sergio Francesco Rizzo, 42 anni, consigliere 21) Stefano Soriano, 36 anni, consigliere 22) Salvatore Di Sì, 62 anni, consigliere 23) Giuseppe Grillone, 43 anni, consigliere 24) Domenico Fraone, 41 anni, consigliere 25) Francesco Pititto, 35 anni, consigliere 26) Giovanni Macrì, 42 anni, consigliere 27) Rocco Pistininzi, 41 anni, consigliere 28) Giuseppe Rodolico, 58 anni, consigliere 29) Francesco Antonio Bilotta, 55 anni, consigliere 30) Francesco Miceli, 70 anni, vicepresidente del consiglio provinciale 31) Antonio Vinci, 60 anni, dirigente del settore organi istituzionali 32) Armanda De Sossi, 59 anni, dirigente del settore affari finanziari 33) Nicola Crupi, 49 anni, consigliere

La situazione finanziaria di Vibo Valentia è talmente grave e piena di ombre che il consiglio provinciale non è riuscito ad approvare, nonostante gli ultimi disperati tentativi della Giunta, il Bilancio di previsione dopo la bocciatura di ottobre. In arrivo, quindi, il commissario Forte è il rischio del dissesto. Una eventualità che aprirebbe le porte della mobilità ai dipendenti in esubero. Intanto la maxi-inchiesta che riguarda la Provincia di Vibo, non si è fermata al “buco” dei fondi alluvionali del 2002 ma si è allargata all’intero “sistema Provincia“. Nell’occhio del ciclone l’ex Presidente dell’ente, Ottavio Bruni, anche lui di centro/sinistra e molto vicino all’ex governatore Agazio Loiero, che aveva guidato la Provincia dal 1999 al 2008. Al momento sono “solo” 7 le persone indagate per peculato in concorso, a diverso titolo, e falso: - l’ex impiegata Mirella Currò, che in settimana ha lasciato il carcere per passare ai domiciliari; - il marito della donna, Baldassarre Bruzzano; - le nipoti dei coniugi Bruzzano-Currò, Maria Menna e Valentina Macrì; - la dirigente degli Affari finanziari della Provincia Armanda De Sossi; - il segretario generale Francesco Marziali e - il dirigente degli Affari generali Antonio Vinci. Ma (ci sono indiscrezioni provenienti dagli ambienti investigativi) non si esclude ( anzi è molto probabile) che dal Palazzo di Giustizia possano partire nuove informazioni di garanzia. Una inchiesta che non cesserebbe nemmeno se nel frattempo la provincia di Vibo venisse sciolta per essere accorpata a Catanzaro.
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