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Giuseppe Marchese

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Amantea, il comune ha deciso di non aspettare più.
Non può aspettare più! Come dice il vecchio adagio, senza soldi non si cantano messe. E senza soldi non si pagano nemmeno i debiti.
Ad allora sta inviando i bollettini per i pagamenti di vari tributi arretrati.
E non basta. Corre voce che intenda fare una serrata lotta alle evasioni.

 

Ci hanno riferito che i vigili urbani accederanno in tutte le abitazioni delle persone che hanno dichiarato consumo ZERO per fotografare il contatore.

Successivamente provvederanno ad effettuare le denunce per coloro che hanno dichiarato il falso ed ovviamente a fare i conteggi di quanto dovuto per consumo di acqua, fogna e depurazione.

C’è però chi contesta tale scelta, per distinte ragioni.

 

La prima è che il comune ha usato il sistema dei cosiddetti “ consumi tecnici” , ascrivendo, cioè, consumi non verificati , non si sa se commettendo un abuso, ma, comunque, rischiando di aver ascritto consumi eccessivi rispetto a quelli reali per cui l’attuale consumo ZERO sarebbe la logica conseguenza di tale comportamento.

La seconda è che il controllo dei contatori noti pur necessario non risolve il problema della fortissima evasione tributaria dovuta al mancato incasso dei canoni per le abitazioni non registrate nei ruoli.

Ed infine la cosa estremamente importante è la indispensabile lotta ai doppi allacci di cui uno collegato al contatore e l’altro completamente libero.

 

L’ennesima riprova della mancata partecipazione democratica dei dati reali la si trova nel fatto che il comune non dichiara quanta acqua acquista dalla Sorical e quanta, invece, passa nei contatori e viene fatta pagare.

Si parla di una percentuale altissima pari a quasi il 70%.

Se cioè fosse condotta una forte lotta all’evasione pagheremmo l’acqua molto meno.

 

E non si esclude che forse partiranno anche le denuncie penali per furto d’acqua. E’ già successo e non è giusto che solo 20-30 cittadini siano stati denunciati ed non gli altri tantissimi evasori.

La lotta all’evasione tributaria è un fatto obbligato perché non si esclude una forte reazione sociale finalizzata a pagare il giusto.

E’ nato il comitato “Difendiamo la salute. Rete Comprensorio Amantea” , un cartello composto da cittadini, associazioni, comitati, sindacati e partiti del comprensorio di Amantea.

 

Il comitato ha promosso un incontro pubblico sul diritto alla salute e contro il depotenziamento del Poliambulatorio di Amantea.

L’incontro si terrà mercoledì 21 ottobre ,con inizio alle ore 17.00, presso l’auditorium della Scuola media Mameli di Via Aspromonte

All’incontro interverranno il commissario dell’ASP Cosenza Gianfranco Filippelli e il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio.

 

E’ stato anche invitato il commissario straordinario ing. Massimo Scura che non perderà certo l’occasione per ascoltare la base del nostro territorio come da impegno assunto al momento del suo incarico.

All’iniziativa sono stati invitati i sindaci di Amantea e del Comprensorio ai quali verrà chiesto di approvare – nei rispettivi consigli comunali – la piattaforma rivendicativa elaborata dalla Rete.

Il fermento sociale confluito nella costituzione della Rete ha preso le mosse dalla provocatoria ipotesi di ulteriore depotenziamento del Poliambulatorio di Amantea (Cs) che per ultimo ha visto la ipotesi di chiusura del Laboratorio di Analisi Cliniche decretato dal Commissario ad Acta Massimo Scura con DCA n. 84 del 21 Luglio 2015.

 

E’ inaccettabile che in nome di un indimostrabile piano di razionalizzazione della spesa pubblica sanitaria si possa continuare a depotenziare la rete dei servizi sanitari ed a chiudere dei servizi pubblici.

Tanto più dimenticando che i servizi del Poliambulatorio di Amantea devono soddisfare, d’estate , richieste di oltre 30 mila residenti e di altrettanti villeggianti e turisti.

E tanto più dimenticando che questo territorio non ha un ospedale, una casa di cura, e nessun altro servizio sanitario convenzionato.

 

Per tali ragioni chiediamo:

-          LA SOSPENSIONE del provvedimento decretato con DCA n. 84 del 21 Luglio 2015 relativo alla riorganizzazione delle rete dei laboratori di analisi a livello regionale;

-          IL COMPLETAMENTO della struttura del Distretto Sanitario, i cui lavori sono fermi da oltre vent’anni;

-          L’ASSEGNAZIONE al Comprensorio di Amantea di una CASA DELLA SALUTE , quale prevista per i paesi nei quali operavano i Presidi Ospedalieri, nella quale sia attivo un punto di primo pronto soccorso, e quindi con laboratorio di analisi cliniche e radiologia attivi 24 ore al giorno, con adeguato numero di posti letto diurni, e che operi con presa in carico del paziente e soddisfazione, anche ultraterritoriale, delle prestazioni specialistiche necessarie che andranno ovviamente completate e potenziate.

-          L’APERTURA DI UN TAVOLO tra le istituzioni ed il territorio per definire quanto deve essere fatto e come.                                     

Essere accusati di provocazione al punto da prendere un amanteano, sbatterlo in un’auto a far finta di dormirci, solo per poter scattare una foto e farne un articolo sul web , è una vergogna per chi l’ha pensato e l’ha detto.

 

E questa persona meriterebbe persino di essere querelata.

Ma non ci è sembrato opportuno; anzi lo abbiamo inteso come il segno di una stanchezza anche morale che forse è figlia della non conoscenza di quanto avviene nella nostra città.

Già quella Amantea difficile nella quale occorre viverci quotidianamente per conoscerla ( od almeno tentare di conoscerla) , che occorre camminare per capirla, per saperne quanto basta ad evitare di dire fregnacce.

 

Tanto più che ci si riferisce ad un cittadino che abita in Via Innominata , quell’eufemismo per dire che non ha una casa!

Ed il pensiero ritorna a chi abitava la famosa villa sul mare e che adesso abita in cielo.

Né ci è mai passato per la mente di fare osservazioni ( forse obbligate) sulle assegnazioni degli alloggi popolari, diversi dei quali disabitati.

Ma è impossibile che una città dalle cento associazioni non ascolti il cuore di chi soffre e non adotti i provvedimenti opportuni prima che come già successo avvenga l’inevitabile e l’irrimediabile.

Questa gente vuole un alloggio popolare perché quasi non si paga , ma forse un alloggio per una sola persona è sprecato di fronte a famiglie che hanno problemi più gravi

Queste persone hanno bisogno di un letto, di un posto dove lavarsi, farsi la doccia, dove cucinarsi un piatto di spaghetti e dove poter fare gruppo con gli altri che hanno le stesse condizioni difficili se non disperate.

Per esempio perché non arredare lo stabile dell’ex Giudice di Pace con un letto ed un armadietto in ogni stanza , attivando per le giornate più fredde nelle ore notturne i condizionatori?

E magari migliorare i servizi igienici già presenti, corredandoli di docce.

E poi arredare una delle stanze al piano terra con qualche tavolo, qualche sedia , qualche pensile e qualche cucinino dove possano prepararsi una insalata od un patto di spaghetti.

A queste persone il comune potrebbe affidare la manutenzione del grande giardino da trasformare i piccoli orticelli dove coltivare quanto serve loro cominciando dal prezzemolo.

Chi è pensionato potrebbe vivere dignitosamente , chi riesce a trovare un lavoro anche saltuario potrebbe affrontare serenamente i problemi quotidiani.

Basterebbe dotarli di una tessera per il servizio pubblico con cui raggiungere il centro abitato e viceversa ed esonerarli da ogni tributo.

A tutti loro di potrebbe assegnare una pala, una falce,un rastrello ed una scopa per pulire le strade del quartiere (tra le più abbandonate della intera città) così da non sentirsi in debito con la società.

Ed a chi non riesce a procurarsi nemmeno redditi minimali basterà assegnare 10 voucher al mese chiedendo lo stesso servizio

Il resto spetterà alle parrocchie ed alle vere associazioni.

 

Oggi è ospite di Padre Francesco Celestino

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