“Chi troppo in alto sal, cade sovente precipitevolissimevolmente”. Ma ne parleremo dopo.
Intanto ecco la notizia. Solo 4 le liste presentate. Ed ecco i candidati
Movimento 5 stelle.
Candidato sindaco : Francesca Menichino
Candidati consiglieri
Francesco Mazzotta
Paola Sicoli( detta Francesca)
Giuseppe Miceli
Franca Montuoro
Nicola Defina
Andrew Mannarino
Olga Maria Pucci
Piero Maione
Rosa Cappelli
Marcello Sorrentino
Antonio Bossio
Antonio Frangione
Gaetano Diana
Francesca Menichino con il sindaco Vadacchino
Tutto come previsto.
Il M5S è la prima lista delle prossime amministrative di Amantea
E stamattina erano tutti al comune per la sottoscrizione delle firme
Ne abbiamo approfittato per scattare una foto.
E’ quella di Olga Maria Pucci una delle candidate.
Insieme alla foto ecco la sua scheda elettorale
“Mi chiamo Olga Maria Pucci sono nata a Cleto il 21/09/1965 residente a Amantea da più di 23 anni. Sposata ,ho una figlia .
Sono Assistente Sociale e ho lavorato per circa 20 anni al Papa Giovanni XXIII attualmente sono in mobilità in deroga.
Il forte senso di giustizia in difesa delle persone più deboli o per coloro che vivono in particolari difficoltà mi hanno spinta a dare il mio contributo rivolto alle politiche sociali perche ritengo importante e necessario il benessere civico delle persone.
Ho scelto il MoVimento perchè attualmente mi sento meglio rappresentata. Spero di contribuire al miglioramento del nostro stato sociale, ancora oggi vittima della vecchia politica dove gli interessi personali hanno superato quelli collettivi.
Si dice a Serra d'Aiello: "Vurpai da Serra, crivari e Bellimunte, mangiavulelle dà Mantia, scriminisci e Petramala".
Amanteani “mangiavulelle”, allora.
Un mangiare inconsistente ma sempre figlio del nostro mare.
Un detto che sembra confermare la costanza della presenza di tali organismi sulla spiagge della nostra cittadina.
E ieri come in questi ultimi giorni gli spiaggiamenti sono stati intensi e tale da colorare di azzurro le parti di spiaggia sulle quali si sono riversate.
Un organismo marino che ogni tanto esplode in un fenomeno che prende il nome di bloom (fioritura), bloom che avvengono soprattutto in primavera e in autunno e sono probabilmente innescati da variazioni di temperatura e aumento della concentrazione di plancton.
per la repentinità della comparsa di bloom massivi di questa specie si ipotizza che parte delle uova fecondate o dei primi stadi larvali sia in grado di arrestare il proprio sviluppo per formare delle cisti, ossia degli stadi di resistenza bentonici. Queste, atte a superare periodi avversi, con scarse risorse alimentari e/o temperature troppo basse, probabilmente si schiudono tutte insieme all’instaurarsi di condizioni nuovamente favorevoli, riprendendo il ciclo vitale da dove si era interrotto e generando le colonie adulte.
Ed è probabilmente per questo che si ritiene che la presenza delle “Vulelle”, in dialetto e “Velelle velelle” in italiano, sia indice di salute del mare .
Tra gli altri lo dice la Capitaneria di Porto di Savona( maggio 2013) “Un fenomeno abbastanza nella norma visto il periodo . Certamente, complice anche il clima marino cambiato, lo spiaggiamento è sempre più consistente. Bisogna tuttavia evidenziare, al di là del cattivo odore provocato dal loro spiaggiamento, che la loro presenza è sintomo di buona salute del mare e dell’ecosistema marino, inoltre, seccando sulla riva, contribuiscono all’assetto vitale dell’ambiente costiero”.
In realtà dato che il target alimentare di questi organismi è rappresentato da uova e larve di pesci e crostacei, la loro presenza dovrebbe significare soltanto la maggiore presenza di essi nelle acque interessate.
Qualcuno, invece, si preoccupa del fatto che l’aumento della frequenza e dell’entità dei bloom potrebbe causare diminuzioni degli stock ittici con importanti ripercussioni ecosistemiche ed economiche.
In realtà si conosce ben poco delle Vulelle. Per esempio non si sa dove siano i punti di origine dei bloom degli organismi gelatinosi.
A terra arrivano dal mare spinte dal vento e giunte a terra muoiono.
Le Vulelle sono chiamate anche “barchetta di San Pietro” per la loro capacità di galleggiare sulla superficie del mare ed essere sospinte dal vento come una barchetta.
In realtà le Vulelle sono dotate di camere d’aria e di un’alta cresta triangolare a forma di “vela”; “queste strutture ne consentono il galleggiamento e il movimento passivo ad opera di correnti e vento. Le velelle si pongono nella direzione del vento e veleggiano a circa 40° gradi sottovento; se rovesciate riacquistano rapidamente la posizione originale”.
Si sa che le Vulelle sono carnivori e si cibano di uova e larve di pesci e crostacei che si trovano nelle immediate vicinanze della superficie.
Ed ancora si sa che come le altre meduse le Vulelle possiedono gli organelli urticanti ma la loro tossicità è blanda e non rappresenta un problema per gli esseri umani, per cui la possibilità di mangiarle.
E si sa anche che il caratteristico colore blu che le contraddistingue è dovuto alla presenza di pigmenti carotenoidi (astaxantine), utilizzati come fotoprotettori.
Ed infine si sa che le Vulelle sono cibo per le tartarughe.