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Guarda che luna, guarda che mare … cantava Fred Buscaglione quando ancora non avevamo avvertito che il mare potesse sporcarsi.

Oggi che abbiamo avvertito il pericolo che il nostro mare possa diventare inquinato , come si dice ad Amantea,”ni prejiamo” quando il mare di Amantea è trasparente, pulito, limpido.

Ed è giusto avere speranza.

Ma senza dimenticare che se il mare dovesse inquinarsi( meglio, più di quanto non lo sia) la colpa sarebbe unicamente e totalmente nostra.

Perchè siamo noi che non facciamo funzionare i nostri depuratori per come dovrebbero, e peraltro essendone pienamente consapevoli, perché avviamo le acque piovane nella rete fognante ,così avviando a depurazione tutti gli inquinanti che le nostre auto scaricano sulle strade, perché avviamo nel fiumi senza alcuna depurazione le nostre fogne, perché lasciamo sporche le nostre spiagge.

E potremmo continuare a lungo.

Pure il tabacco ed i filtri delle sigarette finiscono a mare e lo inquinano.

Meno male che il mare si muove.

Se fosse stagnante ogni paese avrebbe il mare che merita.

Ogni marte sarebbe lo specchio del grado di civiltà della sua gente.

Comunque sia ecco il mare meraviglioso di ieri 12 giugno 2018.

Pubblicato in Politica

Stamattina alla radio qualcuno parlava di Giovanni Verga che diceva: “ Il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole”.

 

Oggi in Calabria, sempre di più, ci si preoccupa solo del malaffare dei politici, senza guardare al paesaggio e all’ambiente.

Al mare, in particolar modo che potrebbe dare delle grandi soddisfazioni come quelle di un tempo. Spero che, non solo chi direttamente interessato, possa aderire a questo urlo di protesta, ed un giorno avventurarsi per i magnifici paesaggi del suolo calabrese e fare un bagno nelle acque limpide e pulite del mare di Ulisse.

Il turismo sarebbe teoricamente una delle nostre più grandi risorse. Scrivo di questo “urlo” affinché molti cittadini possano sentirsi meno dimenticati.

Gli amministratori calabresi non possono abbandonare il proprio meraviglioso mare in questo modo, non possono privare ai propri e legittimi cittadini questo azzurro elemento.

Bisogna tutelare le bellezze del territorio, e non lasciarle alla deriva, i depuratori funzionano (dicono), il problema maggiore sono tutte le porcherie che vengono scaricate in mare. La Regione Calabria e la Provincia di Cosenza e tutti i suoi comuni che si affacciano sull’Ulisse mare, con i fondi stanziati dal Governo dovrebbero mettersi in moto immediatamente sia per la salute dei cittadini sia per quella degli ipotetici turisti che potrebbero giungere sino alle nostre coste. Non più tardi di qualche anno fa il nostro carissimo, attuale, presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio sosteneva che l’acqua del nostro mare fosse così pulita che addirittura “si poteva bere”, la sua lotta contro le “male lingue” è stata così energica da meritargli un premio: il Tapiro d’oro.

 

A questo punto bisognerà invitarlo a brindare con un bicchiere colmo d’acqua del nostro ‘pulitissimo’ mare”. Sono anni che l’acqua del mare di Ulisse é sporca, che si é impossibilitati a fare il bagno, che si aspetta che la corrente porti con se la melma che quasi per tutto il giorno giunge a riva.

I più coraggiosi possono raccontare di aver letteralmente nuotato in un mare di merda, tra pannolini ed assorbenti, ed il giorno dopo essersi svegliati con eruzioni cutanee al pronto soccorso. 

Pesci con malformazioni alla colonna vertebrale e aspetto deforme sono stati pescati poco tempo fa in questo sacro mare. 

Il valore più elevato riguarda una componente ritenuta da molti ricercatori tra i responsabili di mutamenti genetici negli animali.

Ma anche pericolosa per la stessa salute dell’uomo visto che è stato accertato il suo effetto cancerogeno. Anche il monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente lo conferma: l’80% della costa calabrese risulta inquinato.

Per dissipare i sospetti diffusi ovunque, anche attraverso i social, è necessario informare sulle reali condizioni dello stato di salute del mare e delle spiagge non solo di Amantea ma di tutti i 716 Km di coste della regione.

Nell’interesse della Calabria e dell’intero ex Bel Paese, s’impone la necessità di informare con dati certi e verificabili sull’intero patrimonio costiero regionale. Un patrimonio di terre e acque ricche di minerali e sostanze che, tra l’altro, alimentano una grande varietà di vegetali e animali e anche di quei preziosi prodotti enogastronomici presi in considerazione dal New York Times per inserire la Calabria tra i luoghi da visitare nel 2017. E’ necessaria la mobilitazione dei cittadini indignati dalle condizioni in cui versano anche quest’anno le acque del Tirreno cosentino e di tutta la Calabria. Una mobilitazione popolare per tutelare ambiente e cittadini. Un messaggio forte indirizzato al governatore della Regione Calabria Mario Oliverio, al presidente della Provincia di Cosenza Mario Occhiuto e alla Procura della Repubblica con il quale si intende denunciare le precarie condizioni delle acque del Tirreno cosentino.

Roma 4 luglio 2017                Gigino A Pellegrini

Pubblicato in Amantea Futura

Difficile non innamorarsi di Amantea alla quale Dio ha concesso cose belle, una più dell’altra, anche se, poi, come racconta Leonida Repaci nel suo meraviglioso ”Quando fu il giorno della Calabria” le assegnò tante calamità tra cui le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, il feudalesimo, le fiumare, le alluvioni, la peronospera, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione, dimenticando la peggiore di tutti che è la politica, o meglio i politici che la usano e se la mangiano giorno dopo giorno.

 

Ed ancora ad Amantea mancano quei poeti quali Pino Daniele che siano capaci di dedicare al proprio paese una meravigliosa canzone che è soprattutto una meravigliosa poesia come questa:

 

Amantea è mille culure

Amantea è mille paure

Amantea è a voce de' criature

che saglie chianu chianu

e tu sai ca' nun si sulo

Amantea è nu sole amaro

Amantea è addore e' mare

Amantea è na' carta sporca

e nisciuno se ne 'mporta

e ognuno aspetta a' ciorta

Amantea è na' cammenata

dint' e viche mmiezo all'ate

Amantea è tutto nu suonno

e a' sape tutto o' munno

ma nun sanno a' verità.

Amantea è mille culure...

Amantea è mille paure...

Amantea è nu sole amaro

Amantea è addore e' mare

Amantea è na' carta sporca

e nisciuno se ne 'mporta

Amantea è na' cammenata

dint' e viche mmiezo all'ate

Amantea è mille culure

Amantea è nu sole amaro

Amantea è na' carta sporca

e nisciuno se ne 'mporta

Amantea è na' cammenata

dint' e viche mmiezo all'ate...

Dal Rapporto 2015 sul “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio”, rileviamo su circa 8.300 km di coste, 7.500 km sono ancora naturali, ossia liberi da strutture marittime e diprotezione costiera realizzate a ridosso della riva.

Inoltre sempre l’Ispra ci dice che più di un terzo delle coste sono alte, mentre oltre4800 km sono coste basse, e di esse circa il 70% sono spiagge ghiaiose o sabbiose, le più vulnerabiliall’azione del mare e soggette a processi erosivi, di origine ormai prevalentemente antropica.

Per meglio capire parliamo di un fenomeno che interessa 646 comuni costieri nei quali abitano circa 16,9 milioni di abitanti , corrispondenti al 30% della popolazione nazionale, concentrata su un territorio di 43.000 km2, pari a circa il 13% del territorio nazionale.

Ovviamente i fenomeni connaturati all’ambiente costiero (erosione, mareggiate, inondazioni) rappresentano una minaccia solo per gli insediamenti urbani e produttivi prospicienti la riva.

Correttamente l’Ispra evidenzia che la responsabilità di questo fenomeno deriva dalla necessità di mettere in sicurezza degli argini ed i versanti montani che ha ridotto il flusso di sedimenti alle foci fluviali, destinato alla naturale distribuzione lungo i litorali, e l’urbanizzazione dei litorali con lo smantellamento e l’irrigidimento degli apparati dunali hanno favorito l’innesco di processi erosivi lungo tutta la penisola.

Insomma delle due l’una, o salviamo le coste o salviamo argini fluviali e versanti montani!

Mentre nei secoli scorsi la linea di battigia è avanzata grazie all’apporto detritico, nel ventesimo secolo esiste un progressivo ed irrefrenabile arretramento.

Un arretramento figlio di una scelta irrazionale quale quella di usare il materiale dei fiumi per realizzare i rilevati ferroviari e stradali e tutte le costruzioni .

E così dal 1950 al 1999 , il 46% delle coste basse ha subìto modifiche superiori a 25 metri e, pur avendo considerato in progradazione quelle aree che con opere di colmamento sono state sottratte al mare e nel corso degli anni parzialmente rinaturalizzate, i tratti di costa in erosione (1.170 km) sono superiori a quelli in avanzamento.

Anche nel periodo compreso tra il 2000 e il 2007 l’assetto della linea di riva ha confermato tale tendenza: il 37% dei litorali ha subito variazioni superiori a 5 metri e i tratti di costa in erosione (895 km) sono ancora superiori a quelli in progradazione (849 km).

Interi arenili sono fortemente arretrati, con una perdita di territorio e del suo valore sia dal punto di vista ambientale sia economico.

Nonostante i numerosi interventi di conservazione e ripristino dei litorali, le spiagge continuano a

perdere superficie.

La Calabria, in particolare tirrenica, è tra le regioni più colpite da questo fenomeno.

Ed Amantea non ne è certamente esclusa!

Tutta la sua costa è interessata , ormai da circa 40 anni, da costose opere di difesa .

Parliamo per lo più di opere rigide aderenti la riva, come pennelli, scogliere o opere miste, con il duplice scopo di ridurre l’impatto delle onde durante le tempeste e di contrastare l’erosione favorendo processi di sedimentazione .

Quasi sempre sono opere realizzate per difendere lungomari ( qualcuno resiste, qualcuno è stato distrutto immediatamente ) o case di abitazione, comprese quelle abusive .

Ed ogni mareggiata fa paura , al punto che le ferrovie statali, realizzate poco più di 120 anni fa nella supposizione che il fenomeno di ripascimento delle spiagge continuasse come nei secoli precedenti( supposizione erronea) hanno addossato enormi barriere di massi a protezione della massicciata.

Il risultato per la Calabria tirrenica ( Amantea in primis) è stato terribile.

Le splendide spiagge ancora vive degli anni 50-60 sono ormai un sogno.

Lo strano è che fioriscono i lidi balneari che poi hanno pochissimi ospiti e mancano di redditività e nel mentre si riducono le spiagge libere.

Che fa il WWF? Che parli almeno lui!

Pubblicato in Primo Piano

indovina cos miniCredo che ogni Amanteano ha il mare negli occhi, nella mente e nel cuore.

Il mare calmo ed azzurro.

Quello che il vento spazza creando farfalle di bianco che lo macchiano come farebbe un pittore pazzo.

E quello tempestoso e bianco con le alte onde che cominciano a frangere molto al largo.

Ed ancora quello che ogni tanto ( per fortuna) è talmente tempestoso che le onde passano sotto i pontili ferroviari e si spingono in Via Garibaldi od Via Margherita riempiendole di “orfanielli”, scarpe, plastica, pomice ed altro

Ma c’è tanto altro mare.

Quello che ha dato vita ai pescatori ed alle loro famiglie.

E quello da cui sono arrivati tanti popoli , commercianti, governatori, artisti, papi e regine

Infine c’è quello sommerso, fatto di scogli , di pesci, di coralli e quant’altra vita, sconosciuta a noi mortali , vi alberga

Parliamo di Posidonia, di corallo rosso( un tempo molto presente) , di corallo nero ( appena presente) , di conchiglie anche rarissime e poi di tant’altro

La foto ne è un classico esempio

Questo animale marino è stato trovato nel mare di Amantea ma nessuno sa cosa sia

Per questo ci siamo rivolti agli esperti del CNR quelli che avremmo voluto far venire ad Amantea se avessimo avuto la fortuna di essere amministratore .

Magari al posto di uno dei soliti spettacoli teatrino funzionali al ringraziamento( perché mai, poi) all’ assessore di turno che poi si presenta al pubblico plaudente non per convinzione ma solo perché diversamente l’anno prossimo…..

Insomma Amantea ha segreti ancora tutti da portare alla luce e che le darebbero ancora più lustro e che indurrebbero certamente maggiori presenze turistiche e commerciali ( come è facile da capire. Vero?) e nessuno se ne cura.

indovina cos-medio

Caricat! Puntat! Fuoco!

Il gruppo di fuoco di Legambiente, ogni anno, puntuale come la mano fredda della morte che si allunga scarna ed ossuta per ghermirti, si prepara e fa fuoco sul mare calabrese.

E la Calabria, posto che sia stata o sia ancora viva, muore sotto la gragnola di colpi.

E come se non bastasse Legambiente, ci sono i “legambientisti” che riportano integralmente queste informazioni , percentuali comprese.

Nessuna analisi critica, nessuna riflessione, come è abitudine in Calabria per una stampa che si definisce “libera”.

Né parla chi rappresenta la regione , e soprattutto i comuni .

La storia è sempre la stessa.

Legambiente dice la “sua” verità, Arpacal dice la “sua” verità. La regione Calabria tace, i comuni non sanno nemmeno la notizia, i Calabresi storditi non sanno a chi credere e se sono vicini vanno a vedere il mare , se sono lontano parlano di un mare gravemente inquinato.

Di cosa parliamo?

Del fatto che ogni anno la Goletta di Legambiente scende in Calabria e preleva campioni di acqua di mare e li trova sempre terribilmente inquinati al punto che i titoli di alcuni siti web ( parliamo di http://www.calabriapage.it) esemplificano con il seguente titolo: “I calabresi possono “scordarsi” del mare: la depurazione in forte crisi. Monitoraggio Lega Ambiente, 80% fuorilegge”.

Insomma Legambiente effettua 24 prelievi di cui ben 19 alla foce di fiumi, fiumare e canali così ripartiti

7 in provincia di Reggio Calabria, due dei quali positivi Melito di Porto Salvo e Motta San Giovanni e 5 negativi di cui 2 nel comune di Reggio, 1 a Villa San Giovanni , 1 a Gioia Tauro , 1 a San Ferdinando .

5 tutti inquinati in provincia di Cosenza, Diamante , Bonifati , Guardia Piemontese , Paola Villapiana

5 in provincia di Vibo Valentia tutti inquinati Pizzo Calabro ,Vibo Valentia , Nicotera , Joppolo , Ricadi,

3 in provincia di Crotone inquinati a Crotone, Isola Capo Rizzuto e 1 positivo a Cutro

4 in provincia di Catanzaro inquinati a Sellia marina Catanzaro e 2 positivi a Gizzeria e Cropani

Non solo ma Legambiente forte di tale risultato divide 19 per 24 ed ottiene non 79,16% ma 80 % di mare inquinato

Insomma un mare da buttare secondo Legambiente ed i legambientisti.

Eppure in Calabria ci sono centinaia di comuni costieri

Ed in ogni comune ci sono km e km di spiagge nelle quali magari il mare è pulito.

Ma questo poco importa la Calabria abbia solo il 49,9% di popolazione servita da un servizio di depurazione efficiente mentre tutti i comuni chiedono ai cittadini la tassa per la depurazione!.

Ma che fanno le associazioni dei consumatori? Dormono?

Ahimè ormai da noi la notizia fa notizia solo se è uno scandalo!

E per noi lo scandalo è:

  1. Una stampa che copia ed incolla senza analizzare la notizia
  2. Un Arpacal che non parla ( od una stampa che non riporta la notizia)
  3. Un assessorato regionale all’ambiente che non contesta Legambiente
  4. Cento e passa comuni che sversano fogna negli alvei fluviali e torrentizi e che fanno gli “gnorri” preoccupati che prima o dopo saranno scoperti dalle competenti Procure
  5. Una legislazione che proibisce di controllare le acque fluviali lungo il corso dei fiumi e dei torrenti per evitare di accertare la gravità degli sversamenti
  6. La scelta oculata dei punti di prelievo da parte di Legambiente ( per legge-guarda caso- tutti i fiumi e torrenti sono inquinati) .
Pubblicato in Calabria
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