Redazione TirrenoNews
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L’assessore Stillitani lascia l'Udc e si dimette da assessore regionale
Martedì, 15 Gennaio 2013 19:44 Pubblicato in CalabriaAppena aveva conosciuto la composizione della lista Udc alla Camera l’assessore Francescoantonio Stillitani aveva annunciato l’abbandono dell’UDC e le dimissioni da assessore. Ed è stato di parola. Tra i pochi! Ed oggi ha consegnato al governatore Peppe Scopelliti le dimissioni da assessore regionale al Lavoro. Consapevole di essere stato nominato assessore in quota all’Udc, Stillitani ha dichiarato di ritenere «giusto mettere a disposizione del presidente Scopelliti, che ringrazio per la fiducia sinora accordatami, l’incarico di assessore al lavoro, formazione professionale e politiche sociali e rinnovo la mia piena fiducia e il mio appoggio a Scopelliti».
Poi ha affermato «Non me la sento di continuare a militare nell’Udc e perciò lascio il partito, non condividendone più la logica gestionale che ritengo oggettivamente ingiusta».
«Non mi riconosco più nell’Udc. In merito alle scelte di politica nazionale ho espresso le mie considerazioni in altre sedi. In merito alle scelte sulle composizione delle liste alle prossime elezioni, senza ipocrisia, dico di non condividerle. I propositi, le ambizioni, gli obiettivi di ognuno di noi devono essere coerenti e corretti». Per la cronaca va detto che Stillitani era stato piazzato (l'offerta è stata rifiutata dal diretto interessato) al quarto posto della lista calabrese dello Scudocrociato per Montecitorio e non al terzo (come lui auspicava) dietro Lorenzo Cesa e Roberto Occhiuto. I vertici del partito gli hanno preferito il presidente del consiglio regionale Franco Talarico e questa scelta non è stata mai accettata dall'esponente politico vibonese. Che ora cambierà scranno anche in consiglio regionale, andando a sedere tra i banchi del gruppo.
E non ha fatto come altri che hanno immediatamente aderito ad un altro partito o coalizione . Affatto. Anzi ha dichiarato di non voler aderire a nessun altro partito.
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Tortora, la maggioranza “attacca” l’ex assessore Maria Lamboglia
Martedì, 15 Gennaio 2013 19:42 Pubblicato in Alto Tirreno«A nome del Gruppo di maggioranza, letta la vittimistica e pretestuosa motivazione dell’ex assessore Maria Lamboglia, assunta ad alibi della sua sostituzione in Giunta, fiduciosi e rispettosi delle prerogative del sindaco che, da parte sua, chiarirà tutti i motivi della revoca in Consiglio Comunale, intendiamo anticipare e puntualizzare che le ragioni della revoca sono molteplici, qualificate e adeguatamente evidenziate nell’atto notificato alla stessa Lamboglia: questioni politiche e amministrative relative al suo mancato apporto in settori nevralgici, quali sono quelli del sociale, della cultura e dell’istruzione; questioni che già da molto tempo tutti i componenti del Gruppo di maggioranza avevano a più riprese sollevato, sollecitandone al sindaco una definizione nel senso che ora è avvenuto».
Una presa di posizione assunta dopo il tentativo di difesa dell’ex assessore Lamboglia la quale aveva dichiarato che il suo allontanamento sarebbe stato dovuto ad una sua denuncia di una situazione non regolare che interessava una dipendente del comune.
E la maggioranza continua evidenziando che . «La vicenda cui fa riferimento l’ex assessore piccola parte della corposa motivazione contenuta nell’atto di revoca, denota comunque, nei modi e nella sostanza (denuncia-esposto di un singolo assessore senza opportuna delega e riferita a un dipendente comunale), che la stessa non ha avuto rispetto del ruolo che ricopriva, in quanto membro di un organo collegiale come la Giunta comunale, alla quale avrebbe potuto e dovuto sottoporre il caso, esimendosi da rivalse personali. Un episodio, quindi, che denota e aggrava un comportamento di scarso profilo istituzionale, di sfiducia verso l’organo cui apparteneva e, soprattutto, l’interesse a perseguire logiche personali e biechi dispettucci che non appartengono a quest’Amministrazione Comunale. Con l’occasione di questa puntualizzazione, facciamo i migliori auguri di buon lavoro all’assessore Accardi nonché ai nuovi Delegati alle funzioni relative ai Servizi sociali, alla Pubblica Istruzione e alla Cultura, affinché, d’ora in poi, possano riuscire a dare tempestive e adeguate risposte amministrative ai cittadini utenti tutti».
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Salta dal letto la signora che abita in Via Duomo, nei pressi della antica magione dei Del Giudice, proprio quella che fu colpita nel febbraio del 1943 ( 70 anni fa!) dalle bombe alleate. Un forte rumore l’ha svegliata. Si siede sul letto. Pensa ad una scossa di terremoto e così si alza , apre i battenti interni del balcone che dà sulla sottostante piana di Amantea, ma non scorge niente di anormale. Aspetta per vedere se c’è lo sciame. Poi il sonno la vince. Ed il mattino aspetta le prime telefonate perché qualche amica le chieda se ha sentito il terremoto. Niente. Allora pensa ad un brutto sogno.
Ed invece il rumore non era un incubo. Affatto. Era il rumore di un altro pezzo del vecchio muro della vecchia casa del Giudice che era caduto sulle pietre sottostanti.
Se ne è accorta quando è scesa da casa ed ha visto che ormai chi potesse transitare da via Duomo ( interrotta da tempo proprio per tale crollo e per i prossimi e ben prevedibili) avrebbe un panorama inconsueto sulla piana.
Le è venuto un sorriso quando le ho fatto notare il classico errore dell’amministrazione comunale che ha apposto la striscia “Lavori in corso”. Già forse sarebbe più corretto dire “Crolli in corso”!!!
Poi qualche altra riflessione sul fatto che l’ultimo crollo improvviso ha totalmente chiuso la griglia di raccolta delle acque piovane che non vengono canalizzate nel normale percorso di deflusso ma ristagnano o seguono altre nuove vie.
A proposito dopo settant’anni non è cambiato niente. Che non abbiano scambiato questi ruderi per quelli del Colosseo o simili? Perché non si elimina questo pericolo permettendo alla gente di utilizzare una pubblica via che non può certo restare infinitamente chiusa.
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