Riceviamo e pubblichiamo
Domani alle ore 19.00, presso l’antico complesso monastico della Badia di Paola, si svolgerà un pubblico incontro con Francesco Bevilacqua, avvocato civilista ed amministrativista di professione, scrittore e giornalista per passione, che ama definirsi “cercatore di luoghi perduti” e “sciamano culturale" per il profondo interesse che nutre per il trekking e la sua terra.
L’evento promosso dagli Escursionisti Appennino Paolano, il circolo Auser di Paola e la Rete dei Beni Comuni, in collaborazione con l’Accademia Nuove Armonie e l’Antico Borgo di Badia, nasce da un’idea degli organizzatori, maturata prima dell’estate, di coniugare la passione per la natura e i paesaggi incontaminati della Calabria col potere evocativo della scrittura di “intrappolare” nelle pagine dei libri la meraviglia e lo stupore per la bellezza dei nostri luoghi. Ciò che affascina è l’immensità del patrimonio naturalistico calabrese, una ricchezza da preservare e custodire in quanto bene comune per rilanciare il futuro della nostra regione.
Attraverso la proiezione di filmati lo scrittore presenterà due delle sue opere: “Sulle tracce di Norman Douglas. Avventure fra le montagne della Vecchia Calabria” e “Lettere meridiane, cento libri per conoscere la Calabria”.
Il primo libro ripercorre le labili tracce di un eccentrico e colto viaggiatore britannico dei primi del Novecento, Norman Douglas, che attraverso un’entusiasmante viaggio tre le nostre terre solca antichi sentieri di montagna. Un viaggio che lo stesso autore decide di rivivere per ritrovare lo spirito del vecchio viaggiatore e il genio dei luoghi attraverso le impervie e solitarie montagne del Pollino, della Sila, delle Serre, dell’Aspromonte. Osservandole con gli stessi occhi incantati e contemplando la bellezza della sua patria. Con il secondo libro, invece, l’autore affronta quella che ben può definirsi “questione calabrese”, ovvero il riscatto di una comunità attraverso la cultura e la consapevolezza del proprio potenziale. Ma anche terra di assistenzialismo, sprechi, arretratezza, sottosviluppo, malgoverno, omertà, indolenza, ignavia. Con quest’opera vengono passate al vaglio dall’autore due scuole di pensiero: da un lato “chi considera la Calabria una terra irredimibile, in cui tutto è 'ndrangheta, malaffare, malapolitica e quant'altro”; dall'altro “chi considera la Calabria vittima di secoli di malgoverno e propugna, per reazione, una falsa retorica identitaria, rivendicando un autonomismo uguale e contrario a quello leghista”. Insomma, un’originale interpretazione della Calabria e dei Calabresi attraverso un catalogo ragionato di cento libri, tra narrativa, storia, geografia, scienze sociali, da leggere o consultare, per cercare di capire davvero perché Calabria e Calabresi sono come sono, al di là di ogni stereotipo, di ogni luogo comune, di ogni (auto)rappresentazione mediatica.