Nei terreni sottoposti ad indagini è emersa la presenza elevata di Vanadio e Nichel (superiori alla soglia prevista dai parametri normativi), Cromo totale, arsenico di valori molto alti in un bidone di plastica chiuso; Cromo totale e arsenico superiori ai limiti; Rame e mercurio con valori elevatissimi rispetto ai valori limiti; Cromo totale con tenori elevatissimi libero, anche in sacchetti di plastica; Cadmio in alta concentrazione; Arsenico in concentrazione 5 volte superiori ai limiti; Zinco; Cromo VI in tenori molto alti; Materiale giallo; Berillio, Vanadio, cromo totale, arsenico, mercurio e piombo; Amianto; Materiale fibroso; Coloranti azoici.
Ovvio quindi la nomina di un consulente al quale sono stati posti diversi quesiti. Tra gli altri il seguente: “Dica il consulente se in relazione alle patologie, per le quali ha già concluso per la riconducibilità alla esposizione di ammine aromatiche e metalli pesanti, ci sia un periodo minimo di latenza; se le ammine aromatiche ed i metalli pesanti in tesi utilizzati nel ciclo produttivo dell’industria tessile Marlane, agiscano quali fattori di promozione delle patologie tumorali, e se le esposizioni in ipotesi, successive alla conclusione del processo di induzione e comunque alla insorgenza della patologia, abbiano inciso sulla progressione della malattia e comunque sul periodo di latenza. Ai fini dell’eventuale ulteriore ed utile valutazione e caratterizzazione delle sostanze chimiche costituenti coloranti indicati nelle schede di sicurezza agli atti è autorizzato ad avvalersi a suo giudizio dell’ausiliario di esperto chimico”.