Secondo l'originaria accusa, nel corso dell'attività dello stabilimento si sarebbero ammalate circa 159 persone tra dipendenti e familiari dei lavoratori, novantaquattro dei quali sono poi deceduti.
In primo grado erano stati tutti assolti compreso l'industriale Pietro Marzotto, presidente del gruppo tessile proprietario della Marlane.
La Corte di appello di Catanzaro, questo pomeriggio, ha confermato la sentenza di primo grado emessa il 19 dicembre 2014 dai giudici del Tribunale di Paola.
Durante il processo di appello il pg Salvatore Curcio aveva chiesto alla corte di far effettuare una nuova perizia per accertare il nesso di causalità tra le morti degli operai e l'attività produttiva cui erano addetti. Richiesta non accolta dai giudici.
In secondo grado il pg aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per Antonio Favrin, consigliere delegato della società "Marzotto spa" dall'ottobre 2001 all'aprile 2004, ed a tre anni ciascuno per Carlo Lomonaco ed Attilio Rausse, responsabili dello stabilimento, rispettivamente, dal 2002 al 2003 e dal febbraio 2003 all'aprile del 2004.
Gli ex responsabili e dirigenti dello stabilimento dovevano rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale.
Oggi 25 settembre tutti assolti i 12 imputati nel processo sulla morte di alcuni lavoratori dell'ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare
Tra loro anche Pietro Marzotto.
E poi l'ex sindaco di Praia a Mare Carlo Lomonaco, imputato in qualità di ex responsabile del reparto tintoria; Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo; Jean De Jaegher; Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi; Vincenzo Benincasa; Salvatore Cristallino; Giuseppe Ferrari; Lamberto Priori; Ernesto Antonio Favrin; Attilio Rausse; Ivo Comegna