La giustizia ha deciso per quella verità che nessuno si aspettava.
La storia è sempre la stessa quella di una industria di cui nessuno controlla come necessario e come dovuto il rispetto delle più semplici ed elementari regole sanitarie.
Poi si constata la presenza di centinaia di ammalati e centinaia di morti.
Malattie e morti solo statisticamente eccessive.
E così la Marlane di Praia a Mare, come altre fabbriche italiane diventa la "fabbrica della morte".
Un fabbrica che nelle ipotesi della accusa avrebbe indotto 159 ammalati (tra dipendenti e familiari dei lavoratori) di cui novantaquattro dei quali sarebbero poi deceduti nel corso degli anni
La causa ipotizzata le esalazioni tossiche respirate nella fabbrica tessile.
Le prime vittime alla Mariane risalgono ai primi anni Settanta, precisamente al 1973 quando morirono due operai trentenni che lavoravano con gli acidi.
Poi secondo le ipotesi della Procura di Paola sessanta operai che hanno lavorato nella fabbrica tessile si sono ammalati di cancro e presenterebbero tumori alla vescica, ai polmoni, all'utero e al seno che andrebbero fatti risalire - così come i morti già accertati, più di quaranta - all'uso di alcune sostanze per la produzione, in particolare coloranti azoici che contengono ammine aromatiche, presunte responsabili delle patologie tumorali ed all’uso di amianto, presente sui freni dei telai utilizzati nello stabilimento di Praia.
Poi la prima iscrizione a ruolo nel 1999
Cinque anni dopo, nel 2004, la fabbrica venne chiusa.
Nel 2006 il secondo filone di indagine, con sette indagati, e nel 2007 il terzo ,con quattro indagati. I tre procedimenti confluirono in un unico fascicolo.
Dopo un lungo iter la richiesta dei pm Linda Gambassi e Maria Camodeca che hanno sollecitato pene detentive per i dirigenti dell'Eni e della Marzotto dai 3 ai 10 anni di reclusione.
Ora la pronuncia dei giudici dopo 10 ore di Camera di Consiglio.
Nessun colpevole.
I giudici del tribunale di Paola hanno assolto tutti i 12 imputati del processo Marlane con formula piena.
Il fatto contestato non sussiste e comunque non sarebbe provata la connessione tra morti e la fabbrica
Le morti ? Per caso!
Ed ora?
Ora la parola passa al procuratore Bruno Giordano il quale ha dichiarato “Prendiamo atto della decisione dei giudici e della circostanza che gran parte delle parti civili sono state risarcite”
Ed a chi si chiede se la Procura ricorrerà in appello sempre il PM risponde “Leggeremo con molta attenzione le motivazioni della sentenza. Solo dopo decideremo il da farsi”.