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Francesco Gagliardi

Nato in San Pietro in Amantea.
Insegnante elementare in pensione. Ex coordinatore provinciale per l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari.
Ha frequentato l'Università Statale dell'Alabama U.S.A. Ha combattuto in Korea con U.S. Army.
Corrispondente del giornale "Il Popolo", "Giornale d'Italia", "Il Quotidiano di Roma" ora "Avvenire".
Suoi articoli sono stati pubblicati da "Oggi Famiglia", "Calabria Ora", "il Quotidiano", "Mezzoeuro", "La Provincia", "Idee per la sinistra", "Iniziativa". Consigliere comunale dal 1964 al 1970. Assessore e Vice Sindaco dal 1975 al 1985.
Ha pubblicato: Storia di San Pietro in Amantea; La Santona; Nell'Inferno di Korea; Viaggio nella memoria; Dolci e antichi ricordi; La valigia dei sogni; Paese di Maria e della Comunicazione; S.Pietro tra Storia, storie, leggende e attualità; Paese in lenta agonia.

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Un addio e un benvenuto.

Domenica, 15 Ottobre 2017 20:01 Pubblicato in Basso Tirreno

Sabato 14 ottobre è stato un giorno speciale che i cittadini di San Pietro in Amantea ricorderanno a lungo.

Il nostro piccolo paese ha vissuto due avvenimenti che hanno visto la partecipazione di tutta la comunità.

Alle ore 10 nella chiesa della Madonna delle Grazie ha dato l’ultimo saluto all’Ins. Francesco Guzzo, una persona molto amata e stimata e che ha ricoperto la carica di Sindaco per 25 anni dal 1970 al 1995.

Alle ore 19, sempre nella stessa chiesa, la comunità parrocchiale, con tantissimi fedeli venuti specialmente da Lago, ha salutato e festeggiato l’arrivo dei nuovi sacerdoti: Don Giancarlo Gatto e don Juan Paterno.

Don Giancarlo Gatto, che ricopre già la carica di Parroco nella vicina Lago, è stato nominato Amministratore parrocchiale, mentre don Juan Paterno il suo vicario.

Alla fine della bellissima e partecipata Santa Messa presieduta da don Gianni Citrigno, Vicario della Diocesi di Cosenza – Bisignano, inviato dall’Arcivescovo Mons. Nolè perché impegnato a Roma per la canonizzazione di fra Angelo d’Acri, è stata preparata una grande festa nei locali annessi alla chiesa.

C’è stato un bel momento di festa.

Per l’occasione si sono visti tantissimi personaggi di cui avevamo perso le tracce.

Da parecchi anni si erano allontanati dalla Parrocchia.

Alcuni addirittura andavano a Messa nel convento di San Bernardino e nella chiesa dei Cappuccini in Amantea.

Si erano allontanati dalla nostra Parrocchia perché con l’ex Parroco, Padre Pio Marotti, non andavano più d’accordo essendo stati esclusi, per vari motivi che non intendo elencare, dai comitati festa e dal Consiglio Pastorale e dal Consiglio per gli affari economici.

Ora che Padre Pio è stato trasferito nella Parrocchia Santa Maria La Pinta in Amantea sono ritornati in parrocchia come il figliol prodigo.

Sono stati loro che hanno preparato l’ottimo e ricco buffet. Sono stati loro che hanno invitato con un manifesto i cittadini sampietresi, a nome della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo, a partecipare numerosi alla messa vespertina d’insediamento.

Nell’omelia del Vicario Generale mi sarei aspettato, però, un piccolo accenno al parroco uscente, un ringraziamento per la disponibilità dimostrata ad assumere un nuovo servizio e per il lavoro svolto nella Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea per lunghi anni.

Devo ammettere che il mio cuore è in subbuglio, non si possono dimenticare i 12 anni che Padre Pio é stato in mezzo a noi.

Il ricordo di questi anni, sono sicuro ci accompagnerà nella nuova pagina del libro della vita, come ci hanno accompagnato i distacchi degli indimenticabili don Gabriele Muti, don Giovanni Posa, don Pietro Cricelli, don Gianpiero Fiore, Padre Salvatore Sulla.

Ha dato il benvenuto il Sindaco, che per l’occasione indossava la fascia tricolore, Gioacchino Lorelli.

Dai volti dei parrocchiani si poteva notare tanta curiosità e attesa verso l’Amministratore e il suo Vicario.

L’accoglienza affettuosa che Don Giancarlo e don Juan hanno ricevuto sono certo che ci condurrà ad avere rapporti di amicizia vera e sincera, e come ha sottolineato anche il Sindaco, ad una fattiva collaborazione per il bene della Chiesa e della Parrocchia.

Preghiamo in attesa di avere ulteriori incontri e confidiamo nell’intercessione del nostro Santo Patrono San Bartolomeo Apostolo e della Madonna delle Grazie.

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Non si affitta ai meridionali

Lunedì, 09 Ottobre 2017 09:24 Pubblicato in Italia

manifestoNon si affitta ai meridionali

Era un classico cartello che veniva affisso ai portoni dei palazzi soprattutto a Torino negli anni “50 e “60.   Ma oggi anno 2017 sembra che il mondo torni sempre sui suoi balordi passi.

 

Amici lettori di Tirreno News questa è la scritta che è comparsa alcuni giorni fa sui Social. Non siamo agli anni del boom economico quando la gente del sud con la valigia di cartone legata con lo spago si recava a Torino in cerca di lavoro. Lasciava il mare, il sole, la propria terra e i propri affetti ed emigrava al Nord, specialmente in Piemonte, particolarmente a Torino, perché lì c’era la grande industria, c’era la FIAT, c’era dunque il lavoro.

La gente emigrava in massa e trovava gravi difficoltà non a trovare un lavoro dignitoso ma un alloggio decoroso. Sui portoni delle case spesso trovavano dei cartelli che avvisavano: Non si affitta ai meridionali. E già perché allora come ora noi meridionali siamo considerati degli appestati, portatori di malattie, mafiosi, camorristi, ndranghetisti, ladri, delinquenti, chiassosi, sporcaccioni, mal pagatori.

Come se al Nord queste categorie di persone non esistessero. Sono passati oltre 50 anni e purtroppo questi pregiudizi ancora non riescono a morire. Siamo rimasti dei terroni e questo basta. Quei fatidici cartelli affissi ai portoni delle case non si vedono più da diversi anni, però oggi al tempo di internet si trovano, eccome. Ne ha dato notizia “Il Messaggero” alcuni giorni orsono.

Ha raccontato la storia di un medico di Aversa che aveva accompagnato la figlia a Padova, nella città del Santo, per cercarle una pensione o una cameretta. La ragazza avrebbe dovuto seguire un corso di formazione. Non si è rivolto a nessuna agenzia immobiliare. Ha acceso il computer e subito è andato alla ricerca di una soluzione affidandosi ai social network. Ha trovato delle ottime abitazioni in affitto con prezzi abbastanza buoni, ma sorpresa delle sorprese, con queste limitazioni: Non si fitta ai meridionali, specialmente napoletani e siciliani.

La ragazza in cerca di alloggio è napoletana, quindi niente sistemazione. La notizia ha destato molto scalpore e a me è venuto in mente come venivano accolti i miei cari paesani quando a causa del lavoro che in Calabria mancava furono costretti ad emigrare in massa al Nord specialmente a Torino.

I rigurgiti del passato purtroppo sono ritornati. Molte persone che vivono al Nord hanno giustificato quei cartelli e hanno scritto che la proprietà privata è sacra e ognuno può fare quello che vuole. La casa è mia, quindi l’affitto a chi voglio io. Sì, affittala a chi vuoi, ma non puoi discriminare una ragazza sol perché è nata al Sud dell’Italia. Questo è razzismo, questa è discriminazione bella e buona, frutto di ignoranza e dei pregiudizi di queste brutte bestie che ancora albergano nei cuori e nella mente dei cittadini del Nord Italia, i quali non sanno che quando noi mangiavamo con la forchetta e con il cucchiaio loro mangiavano con le mani. Per non parlare dei saccheggi subiti da parte dei nordisti e dei Savoia al tempo dell’Unità d’Italia.

Amantea, citta' di burattini? Esagerato!

Domenica, 08 Ottobre 2017 09:00 Pubblicato in Basso Tirreno

Carissimi amici, ho letto e riletto con interesse l’articolo pubblicato su Tirreno News del 6 ultimo scorso: “Amantea, città dei burattini e delle marionette”.

Ma davvero la bella cittadina a noi tanto cara è popolata di marionette, burattini, mentitori, bugiardi, gatti e volpi, Mangiafuochi e chi ne ha più ne metta?

 

Stento a crederci

Eppure conosco tantissime persone buone, brave, intelligenti, impegnate in politica e nella società civile.

Quante persone non hanno il naso lungo, perché non dicono bugie.

Non hanno nulla di che vergognarsi perché non hanno commesso imbrogli, ladroniggi, spacciato droghe.

Se ne stanno da parte, non prendono parte ai pettegolezzi e non hanno nessun interesse ad entrare in qualche modo nella storia.

E sono la maggioranza dei cittadini della nobile città di Amantea.

Ci sono, come del resto ci sono in tutti i paesi di questo mondo, altre persone, purtroppo, che aspirano a posti di comando che con lusinghe e sotterfugi si fanno infinocchiare dai molti burattinai che sempre ci sono stati e che, ahimè! con loro dobbiamo convivere.

La favoletta di Collodi citata nell’articolo, molto ardito e divertente, ci fa capire che il burattino Pinocchio può ancora insegnare qualcosa, non solo ai piccini, ma anche e specialmente a noi adulti.

Pinocchio è un burattino vispo, allegro, vivace, imprevedibile come erano e come sono tutti i ragazzi del mondo nel loro comportarsi quotidiano e concreto.

Ieri come oggi i ragazzi ma anche gli adulti si ritengono capaci di agire da soli, di sapersi muovere con perizia e saper superare tutti gli ostacoli che si sovrappongono al loro cammino pieno di spine e di pericoli e di innumerevoli tentazioni del male.

 

Vogliono fare sempre da soli. E poi sbagliano, vengono imbrogliati, cadono nelle grinfie di imbonitori e come il povero Pinocchio vanno a finire in padella come i pesci, finiscono a fare il cane da guardia come Melampo, si fanno ingannare dalle astuzie del Gatto e della Volpe. Pinocchio, però, a differenza dei burattini Mantioti, senza guida e senza esperienza va in giro per il mondo.

Quelli che vivono in Amantea sono rimasti abbarbicati ai loro posti.

Pinocchio in fondo è buono ed è capace di riconoscere l’errore commesso.

I burattini di Amantea non vogliono riconoscere un bel niente, a quanto pare.

E Pinocchio, nel suo peregrinare, non commette mai lo stesso errore.

Gli amici di Amantea, invece, non hanno mai imparato la lezione

Alla fine si pente, dopo aver sperimentato sulla propria pelle tutte le lusinghe di questo mondo, le falsità della gente, le adulazioni, gli inganni, le promesse non mantenute.

Ha sbagliato tante volte, ma poi si è corretto.

E’ spesso caduto ma poi si è rialzato.

 

Voglio sperare che tutti i burattini evocati nell’articolo e che hanno sbagliato un giorno si possano pentire, si possano correggere, si possano rialzare.

Questi cambiamenti si verificheranno allorquando tutti noi diventeremo più buoni e sapremo riconoscere gli errori commessi.

Se qualcuno si sentirà offeso chiedo umilmente perdono.

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