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Riceviamo e pubblichiamo la lunga nota rimessaci da Gaetano Cortese, promotore del Titolo, Isca - Monumento Mondiale al Donatore® di ogni bene. Uno scoglio che sporge al mare, trasfigurato nel simbolo universale dei donatori, elevati degnamente a grandi eroi quotidiani.

Ci dispiace che Gaetano non sia potuto essere presente per la cerimonia voluta ancora una volta dal sindaco di Belmonte Calabro dr Bruno Francesco.

Gaetano però non ha voluto far mancare la sua voce :

“ Una verità assoluta della nostra esistenza quotidiana”.

Custodire il Creato e tutti i suoi eroi quotidiani va ben oltre la saggezza dell’uomo nel copiare la natura nella sua spontaneità!

Decennale e memorabile “lectio magistralis”, verso il simbolo del creato e di tutti i suoi eroi quotidiani, iniziativa sobria e lontana dal sensazionalismo

“Approfondimento” sul vero senso universale dei valori della vita e dell’eroismo quotidiano, ideata da Gaetano Cortese, promotore del Titolo, Isca - Monumento Mondiale al Donatore® di ogni bene. Uno scoglio che sporge al mare, trasfigurato nel simbolo universale dei donatori, elevati degnamente a grandi eroi quotidiani, un fatto storico e autorevolmente condiviso da tutte quelle persone sensibili ai veri valori della vita, <soprattutto a costo zero per Stato>

“Enciclica” dell’eroismo quotidiano, condivisa ed illustrata durante la Santa Messa in onore degli eroi di quotidiani di oggi, di ieri e di quelli che verranno, da Don Rocco Smaldone, delegato ufficiale dall’Ordinario militare per l’Italia, Mons. Vincenzo Pelvi.

Un riconoscimento dell’Ordinario militare,<riferisce Don Rocco> che mi incarica, di esprimere tutta la sua partecipazione e la sua ammirazione per questa iniziativa il quale non è solito delegare qualcuno a rappresentarlo, ma era impegnato in Sardegna per impegni precedentemente presi, ma non è in uso di incaricare persone che lo rappresentano se non sa che ciò che viene celebrato, ricordato, vissuto, è un fatto davvero importante quindi. Spero che questo può essere un motivo di orgoglio per tutti quanti. L’Ordinario militare, lo scriveva già nella lettera di risposta, che sarebbe venuto volentieri ma che purtroppo per impegni precedentemente presi glielo impedivano.

Allora indegnamente sono qui a rappresentarlo.

“Omelia del celebrante, alla fine della lettura del Santo Vangelo di Matteo: “Dal libro dell’Esodo” e della “Parabola” del “Seminatore”.

                           Mercoledi 20 luglio 20011            

Quando mi soffermavo un po’ su questa celebrazione, su questo momento, nell’ambito di questa lunga mattinata, leggevo il brano del Vangelo che la Liturgia di questo mercoledì, della sedicesima settimana ci viene proposto.

Mi vedevo quasi un po’ nell’ambiente di Gesù Cristo, il quale seduto su una barca, mentre si trovava in riva al mare, certo non c’era l’asfalto per terra, non cerano queste barche turistiche, c’erano barche di pescatori, barche di gente che lavorava sodo per sbarcare il lunario, c’era un ambiente molto più’ rudimentale di questo punto di vista però, forse paesaggisticamente il posto dove ci troviamo ora può rendere l’idea del posto lungo il mare dove si trovava Gesù al tempo.

E da un luogo come questo, da un luogo come può essere la spiaggia del mare Gesù’, annuncia la necessità di seminare il Regno di Dio.

Parla di tutto quello che il Padre gli ha affidato e dice che è indispensabile praticamente che il Regno di Dio venga annunciato, venga propagato diventi sempre piu’ anima degli uomini, anima delle persone.

Gesu’ annuncia la necessità di seminare in questo Regno, quello che stiamo facendo noi oggi qui,anche per i risvolti, le risonanze gli esiti che sicuramente queste celebrazioni fuori anno: la stampa, io ho visto alcuni ritagli di giornali degli anni precedenti, dove questa manifestazione trova poi la sua risonanza in campo nazionale e perché no, anche in campo internazionale, visto che c’è di mezzo Lourdes diceva il promotore dell’iniziativa della giornata degli eroi quotidiani.

Qui facendo i conti, vi consegnerà alla Chiesa, annunciare, seminare, il Regno di Dio e lo assegnerà espressamente ad ognuno prima di partire definitivamente per la casa del Padre, la dove il Regno è già attuale, il Regno di Dio li è già reale, questo il cammino, ma li intorno al Padre vivono già coloro che hanno incarnato i segni del Regno di Dio.

Gesu’ attraverso la Chiesa va seminando, la Chiesa annuncia questo compito, celebrare una manifestazione in onore degli eroi quotidiani senza che ci fosse una celebrazione Eucaristica non è possibile.

Però grazie a Dio ancora siamo in qualche modo permeate di questa spiritualità, di questa Cristianità e non può fare a meno di questi momenti Liturgici, di questi momenti Spirituali, che riguarda il nostro operare quotidiano.

La Chiesa dicevo, svolge questo compito, si prodiga in questa opera di promozione umana, perché cos’è la celebrazione della giornata del donatore, se non un opera di promozione umana, un opera di promozione umana tesa a fare emergere quelli che sono i veri valori della vita, quei valori che purtroppo nel mondo contemporaneo si vanno sempre piu’ dimenticando e trasgredendo.

Un po’ quello che il vostro sodalizio ha scelto come programma di vita fare, emergere davvero il senso vero dei valori della vita, è un compito questo che        

viene svolto, capillarmente e quotidianamente, questa celebrazione iniziata undici anni fa, adesso vede in campo nazionale, raccolti intorno ad un Altare tante città italiane tanti altri in campo nazionale quindi, vedete come dal piccolo seme piantato qui undici anni fa, ha germogliato via via, qualcosa che adesso potete, potrebbe essere questa l’idea sicuramente il vanto di questa piccola comunità Calabrese.

“Perché è nata una intuizione meravigliosa qui, per rispetto alla Madonna, diceva prima il promotore dell’iniziativa, lui è andato a Lourdes”.

“La Madonna evidentemente trova persone disponibili, che riescono a fare cose impensabili”.                

“Perché è una bellissima circostanza, una intuizione meravigliosa quella, che è venuta a chi è stato capace, di rendere possibile questa celebrazione, inerente l’eroicità alla quotidianità, la celebrazione degli eroi quotidiani, che è l’argomento di oggi”.

“Questa è una intuizione meravigliosa, l’eroicità della quotidianità”, perché abituati forse, a vedere l’eroismo come un fatto eccezionale, morale, perché no. E’ proprio la quotidianità, che deve caratterizzare l’essere eroe, abbiamo Santi meravigliosi di eroismo quotidiano nella vita corrente. Quante mamme vivono la maternità in modo eroico per esempio, eppure svolgono semplicemente il loro dovere di mamma.

Perché l’eroismo non è assolutamente non è, l’atto di un momento no, l’eroismo è la storia continua che prende tutta intera la vita di una persona. So che ci sono colleghi Carabinieri, se pensiamo a Salvo D’Acquisto, ma ce ne sono in altri ambiti delle Forze Armate. Non lo dobbiamo pensare come eroe del momento, che magari per farsi un nome, ha sacrificato la sua vita.

Negli atti del processo di canonizzazione, si va alla ricerca di una realtà importante, quest’uomo come viveva la sua quotidianità, a livello di spiritualità a livello di rapporto con Dio, perché se la sua vita non è costantemente improntata sulla logica del Vangelo, insomma se in un momento, può essere anche un modo per affermarsi alla futura memoria dei posteri, per essere magari sul palco e per avere queste prerogative.

E’ fondamentale questo, l’eroismo deve sempre diventare un fatto quotidiano nella vita in generale e tanto più nella vita testimoniale, un po’ come la Santità, se voi vi ricordate quella splendida lettera nel terzo millennio di Simeonte, che dice il Beato Giovanni Paolo II.

Alla fine del Giubileo del 2000 e all’inizio del terzo millennio, ribadiva molto semplicemente, che la Santità deve diventare un fatto ordinario della vita del cristiano, sono finiti i tempi del martirio cosi inteso come un momento culmine della vita di una persona.      

C’è bisogno di una eroicità quotidiana, perché solo se la Santità diventa un fatto ordinario possiamo ritornare per poter glorificare e santificare e a vivere la nostra vita secondo il Vangelo.

Dobbiamo passare da una Santità straordinaria ad una Santità ordinaria quotidiana certo non mancheranno sicuramente gli eventi eclatanti, gli eventi cosi eccellenti ma il mondo diceva Giovanni Paolo II deve essere santificato dalla ordinarietà della vita dei cristiani, dalla quotidianità della Santità.

La Santità deve diventare un fatto ordinario della vita di ognuno di noi, come la eroicità, lo deve diventare per la vita ordinaria di tutte le persone dall’inizio del esempio, tanto più in quella persone che credono.

Dice un saggio, che due o tre volte nella vita si ha l’occasione di essere un eroe nel senso classico, ma ogni giorno dice lui sia ha l’occasione di non essere vile, due o tre volte uno ha l’occasione per essere un eroe nel senso classico del significato del termine però, ogni giorno abbiamo la possibilità di non essere dei miti, di non tirarci indietro di fronte a quello che ci si chiede di fare.

Voi pensate, si fa testamento per la donazione degli organi, quello aiuto i quali pensano, che se il Signore dovesse chiederci un giorno di anticipare la morte per l’amore di qualcun’altro, non è tanto. E lo stesso giorno afferma, anche per far bene le cose piu’ faticose e volgari, cose di cui a malapena si osa parlare ma che sono utili e necessarie, anche questo è da eroi .                                  

I Greci, specifica non si sono vergognati di porre tra le grandi fatiche di Ercole, anche la pulizia di una stalla, ci si dimostra la propria eroicità, voi pensate come nel positivo opposto quello che può essere pulire una stalla si colloca inoltre nel positivo e si interessa di vita umana, si interessa di vita delle persone, allora il tempo, per ritornare alla quotidianità della nostra vita in senso eroico, il tempo ci è dato per essere vissuto da eroe.                                                                                  

Nella lettera pastorale educare alla santificazione del tempo che il nostro militare ha scritto qualche tempo fa, lui ha sottolineato come il tempo non sia un puro succedersi di atti bensì, il tempo e la condivisione che rende possibile la realizzazione della persona, in una società sempre piu’ frettolosa e aggiungerei anche sempre piu’ egoista.

La sfida dice lui che ci sta davanti esige di vivere il tempo in modo serio dando una regola di vita al quotidiano, senza lasciarsi travolgere dalla cultura degli invidiati.

L’ Ordinario diceva nel terzultimo funerale che celebrava, al massimo la vita non è stata tolta perché è stata donata. Questa è la quotidianità della eroicità, che deve caratterizzare la vita di ognuno di noi.

E quanto credo, con il vostro impegno avete scelto di fare voi, l’Ass. Marinai d’Italia, Guardia Costiera, il carissimo Franco PATE e Tirrenonews, in quanto collaboratori e il promotore di questa alta e nobile iniziativa.

Dare senso alla vita, scegliendo di donarla gratuitamente.

Non c’è amore più’ grande di quello dice Gesù, di colui che ha dato la vita per i fratelli e lo ha fatto o lo fa in modo veramente gratuito.

“Nella grandiosità che fa si che il dono della vita sia reale, perché se ci sono interessi, ricavi e eccetera del dono, non servirà a nulla”.

Allora come Dio proprio che si dona senza aspettarsi nulla da parte nostra. Allora adoperatevi cari amici sempre di piu’, affinché la luce irradiata dal faro, c’è un faro ad Amantea no, c’è una luce che indica la scogliera, fate in modo che alla luce artificiale che parte da quel faro che pure è tanto importante, si unisca quella della vostra testimonianza di vita e del vostro impegno per la vita, sia Lodato Gesu’ Cristo.

                       “La perseveranza pagherà”.

“La forza delle proprie idee, vince sempre e annulla quella dei demagoghi, degli ignoranti e degli ipocriti”.

                                                    Copyright: Rivenuntus®

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Domenica 21 Luglio 2013

PROGRAMMA:

ORE 09,00

•          Ritrovo presso il C.E.A.M. WWF di Belmonte Marina (Saluti e presentazione delle Attività della Giornata).

•          SEMINARIO: "Un modello di Rete Ecologica Regionale: Il Bacino Idrografico del Torrente Veri" a cura del dott. Nicola Cantasano (Resp.le Scient.co C.E.A.M. WWF “Scogli di Isca” – C.N.R.)

ORE 10,30

•          Escursione nel Fiume Veri: partenza da località Parte, attraversamento della zona di fondovalle ombreggiata da splendidi ontani, passaggio attraverso lo “Stretto del Gambero” per raggiungere la cascata ai piedi del “Mulino di Pulibio”. Chi desidera proseguire potrà raggiungere il mulino tramite un’arrampicata alla corda. Dopo una breve sosta, si rifarà il percorso a ritroso.

•          I bambini, che non faranno l’escursione (accompagnati dagli attivisti e dai genitori che lo riterranno opportuno), in località Oliveta riscopriranno la panificazione fatta in casa come una volta. Il pane “alla majlla” sarà cotto nel forno a legna.

N. B. Si consiglia un abbigliamento comodo e un ricambio (almeno di scarpe e calzini) dal momento che lungo il percorso, in alcuni tratti, si cammina nell’acqua.

ORE 13,00

•          Nell’area del Fiume Veri si degusterà il pane da “majilla” cotto nel forno a legna. Per addolcire l’evento saranno gradite specialità dolciarie a cura dei partecipanti.

•          Seguirà “Musica Live” offerta da “CICCIO GRASSULLU”.

•          Arrampicata sugli alberi con corda a cura di “KROKICIO”

Da non perdere!!!!

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Siamo sul lungomare di Belmonte calabro , dopo il Lido Pablo Beach e prossimi al “CLUB ONTARIO” di Franco Pate.

Tanti gli amanti della natura, gli attivisti del WWF, le mamme con i bambini, giovani e ragazze , stampa, gente comune, rappresentanti delle istituzioni

Arriva l’autovettura della Polizia provinciale da cui scendono due guardie che portano una scatola di cartone. Una normale scatola di Ace con l’adesivo del CIPR ( Comitato Italiano Protezione Rapaci).

Dentro un bellissimo Gabbiano reale recuperato ad Amantea e curato presso il CRAS di Cosenza.

Ecco sulla spiaggia uno dei responsabili del WWF di Belmonte lo ha in mano e, mentre decine e decine di astanti lo guardano, con attenzione, lo lancia lievemente in alto.

Il Gabbiano riassapora la libertà, si alza, gira intorno all’area, saluta i suoi amici e via con forza prende il volo diretto chissà dove.

Un volo deciso, ali che battono fortemente l’aria . Si dirige verso sud, lungo la battigia e scompare quasi subito ai nostri occhi

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