BANNER-ALTO2
A+ A A-

liiiiiIl cinema di Eisenstein sta alla Rivoluzione come i Persiani alla Grecia di Maratona. Che un dogma attraversi la comunità umana, e immediatamente toccherà l’artista, risuonerà nel manufatto estetico. Lo si è visto in Russia, prima che l’arte venisse istituzionalizzata e diretta dall’alto.

Hanno ragione quelli che affermano che, stiamo viaggiando sull’autostrada della fine della quasi libertà . Ribellarsi è l’unica cosa che può bloccare quei personaggi che pensano di amministrare una Regione semplicemente mungendo le tette di una vacca d’oro. Questi furbastri vanno combattuti. Ci fosse stata una sola volta in questi lunghi mesi in cui l’Amministrazione regionale si sia degnata di dare una, una sola risposta completa, esauriente alle richieste dei cittadini.

In tutto questo tempo ho scoperto che ai signori della Regione si può solo chiedere che tempo fà...Prova ne è questo mio breve scritto il cui contenuto è uguale a centinaia di altri disseminati nel territorio Calabrese.

Dal loro zelo ottuso sprezzante e autoritario, non si avrà, come sempre, nessuna risposta degna di tale nome. Loro insisteranno fino alla fine a giocarsela da generosi vittime sacrificali che amano il proprio paese! E attenzione, non si fa qui il solito attacco alla sola Amministrazione, ma al “sistema di potere” che regge questa nazione da tempi ormai troppo lontani, senza che nulla cambi.

Credo sia giunto il momento che ogni singolo Calabrese sappia come stanno le cose realmente. Questi padroni della Regione credo che abbiano preso spunto e imparato molto da Gianni Alemanno, quando era sindaco di Roma, uno dei primi amministratori pubblici ad aderire ai salvaciclisti.

Ecco alcuni suoi solenni impegni da sindaco della città Eterna relativi ai temi del traffico, delle buche stradali, della ciclabilità. “Bisogna fare un grande sforzo sulla manutenzione delle strade romane. Non ci sono formule magiche, bisogna semplicemente applicarsi ogni santo giorno, prendere a calci chi non fa il proprio dovere”.

La Calabria, grazie alla fantasia dei suoi “amministratori”, viene invece trattata a base di “cerotti”: un cerotto all’antico collegio dei Gesuiti, di Amantea un altro al palazzo Florio, incerottato da oltre due anni in pieno centro. Mi fermo qui. Per ora. A conferma del perché, nella mia terra natia, avere la faccia come il culo significa non conoscere vergogna, fare qualunque cosa senza scrupoli e senza pudore. Non paghi di non conoscere vergogna per quel che hanno fatto col mandato che è stato affidato loro, gli Amministratori regionali si apprestano a chiudere il proprio regno da farsa con un colpo di mano che a loro sembra probabilmente un capolavoro di sagacia. Poveracci, adesso che sono rimasti col culo – pardon, con la faccia – per terra, si saranno voluti garantire delle “cattedre” adeguate alle proprie capacità professionali.

Scommetto che li troveremo presto ad abbaiare alla luna. Imprecare invano, gridare inutilmente contro qualcuno che è lontano e non può, perciò, più sentirli o che non se ne preoccupa più di tanto. Una delle rubriche più fortunate del settimanale “Cuore” s'intitolava “Hanno la faccia come il culo”. Poi purtroppo il settimanale satirico fondato da Michele Serra chiuse i battenti: ormai la realtà superava la fantasia. Oggi quella rubrica occuperebbe l'intero giornale, per eccesso di fornitori.

Anche i vari Sparaballe regionali, sotto le bombe, gli accoltellamenti, gli incendi di macchine e ristoranti, andrà in giro a invitare i propri concittadini a “non fare di tutta l'erba un fascio”, perché il paese dei suoi mandanti è più virtuoso e “sobrio” di altre città calabresi e “da tempo hanno messo in discussione le giostrine affaristiche e corruttive che erano legate ai sottosistemi di potere delle maggioranze precedenti”.

Avere la faccia come il culo” (avrei potuto usare “faccia tosta”, ma il termine un po’ volgare rende meglio) è un antico detto che sta per “Non provare vergogna per le proprie azioni scorrette, essere sfrontato, spudorato”!

Molti penseranno che mi sto lanciando nella solita filippica contro gli amministratori locali che vogliono, con le loro scelte insensate e deleterie, uccidere varie città della Calabria. Invece no! I destinatari dei miei insignificanti strali oggi sono altri che, con il loro agire scorretto e subdolo, hanno continuato a rovinare quanto di buono si era ereditato dai secoli scorsi. Cosa c’è di male, direte voi, se viene deturpato un antico paese in nome e per conto della modernità e dell’efficienza? Nulla se la cosa fosse finita lì.

Ma la cosa non è finita lì! Bene, bravi e complimenti per il tentativo. Abbiamo scoperto il vostro sporco e patetico gioco, non riuscite proprio ad immaginare un’azione popolare senza il vostro colore preferito! Direbbero i protagonisti di un film americano, riferendosi al colore dei dollari e non della cacca.

Avete dimostrato, ancora se ce ne fosse bisogno, la vostra smisurata voglia di auto appagamento a tutti i costi che niente ha a che vedere con il raggiungimento del bene comune. Vi ho individuati in alta uniforme presso la chiesa di San Francesco qualche giorno fa, cercando dalla gente il plauso e il consenso per le vostre pecette.

I Calabresi dovrebbero essere stanchi di certe ed anacronistiche ideologie. Eppure, puntualmente Sparaballe dichiara come balle quelle altrui, mentre frotte di obbedienti ed osannanti fans si radunano nel sentenziare sulle cose “folli” che il sottoscritto va scrivendo.

Anche di fronte a tutto questo, schiere genuflesse di seguaci si arrampicano sempre più ripidamente come gechi a nutrirsi e a socializzare l’altrui vomito e per dire: “si padrone”, con la faccia, con l’organo fondamentale, come il culo, per espellere "le scorie" biologiche della società, ma che un po' tutti generalmente si vergognano di mostrare in giro. Per questi Amministratori, ahinoi, l'apparenza è più che sufficiente per sentirsi a posto con la propria coscienza. Mentre ai cittadini, che pagano sulla propria pelle gli errori e gli abusi di una classe dirigente inetta e incapace, crea disgusto.

Posso solo augurarmi che le persone in grado di intendere e di volere, abbiano capito e compreso che le responsabilità di ciò che accade non sono sempre dirette. Nel settore pubblico, quindi, ancor più che in quello privato, chi comanda e guida la baracca deve saperne rispondere in ogni momento e, qualora non ne sia stato in grado, bisogna mandarlo via staccando dalla poltrona quel sederone che vi sta incollato con l'Uhu Bostik.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

Leggi tutto... 0

gigino nuovaSi è sempre detto che gli uomini si distinguono dagli altri animali perché hanno sviluppato le religioni, ma allo stesso modo si può dire che gli esseri umani si distinguono dagli altri animali perché possiedono l’arte, la letteratura, la scienza o la filosofia. 

Le forti emozioni possono portare l'individuo all'isolamento dalla realtà ; alla difficoltà di stabilire, in modo spontaneo, un fluido rapporto di sintonia e comunicazione con gli altri. Senza avvertirne la mancanza. In breve, ingabbiare la propria vita in un universo molto personale, scarsamente comunicabile.

Di conseguenza, la estrema difficoltà a "capire" in quale maniera,il proprio agire può essere considerato "anormale" se portato a confrontarsi con quei comportamenti che normalmente vengono accettati come socialmente corretti e comprensibili.

Ricordo il giorno che ho incontrato Marc Chagall a casa sua “ La Collina” in San Paul de Vence, sulle alture di Nizza. A farmelo conoscere una mia anziana amica e sua amante, residente a Ramatuelle, nel Sud della Francia.

La cosa che non dimenticherò mai è stato lo spirito da ragazzino che gli ha permesso di trasmettere gioia e ottimismo a tutti coloro che venivano a contatto con le sue opere, anche dopo la morte, sopraggiunta all’età di 98 anni nel 1985.

Qualche mese dopo nasceva mia figlia Lorenza. “Gli uomini frettolosi di oggi sapranno penetrare nel mio universo?”. Questa è stata la domanda che si faceva Chagall nel 1947 scrivendo la conclusione dell’autobiografia della moglie Bella, che lo aveva lasciato “nelle tenebre” morendo all’improvviso tre anni prima.

Il suo è sempre stato un linguaggio così universale da essere amato da tutti. La sua coerenza è stata semplicemente ammirevole pur avendo attraversato un secolo di guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche.

E' "una vita difficile" come solea dire il mio amico Zapata.Trasparente e chiara come il fango? Pe concludere: esistono almeno due modi per prendersi in giro. Uno è quello di credere a ciò che non è vero; l'altro è rifiutarsi di vedere ciò che è vero.

Aristotele, molto tempo fa, ha spiegato come l’uomo inizia a filosofare solo dopo che i bisogni materiali più elementari siano soddisfatti. La creazione di una classe agiata attraverso la schiavitù è stata l’effettiva base materiale sulla quale arte, scienza e tecnologia sono state sviluppate.Non bisogna essere dei geni per comprendere che le idee, le opinioni e le concezioni delle persone (in una parola, la coscienza) variano con il variare delle condizioni materiali di vita.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

Leggi tutto... 0

mareeeenIl grande Mare che ogni mattina mi saluta, è uno, eppure è tante cose. È un’unità organica, eppure è un insieme, una molteplicità di onde, suoni, colori, sensazioni ed esperienze.

Questa bocca non ha mai venduto menzogne,

né si è camuffata mentre stavo ai piedi degli dei:

queste mani non hanno lanciato altri che Zuby

nel mare di Ulisse.

Normalmente nel guardare l’Ulisse, lo sguardo diventa come un ramo, un cavo teso e al quale sia l'occhio che l'oggetto osservato reciprocamente si appoggiano mentre il tempo che scorre via fa da sostegno ad un intreccio di questa fattezza. Questa disposizione d'animo racchiude in sé qualcosa di dolorosamente dolce.

C’è qualcosa, in questo retrogrado e poco motivante mondo, che proprio non va. Qualcosa che gira male, qualcosa che impedisce lo sviluppo e la crescita positiva dei più giovani. Qualcosa che genera una preoccupante demotivazione. Qualcosa che favorisce un frustrante sistema anti-uomo. Qualcosa che sta minando il nostro Sacro Mare che instancabilmente bagna a Mantiella a terza.

Amantea non può permettersi più uomini mediocri. Un mio carissimo amico di Reggio Calabria, qualche tempo fa era venuto a trovarmi e un tardo pomeriggio sul terrazzo di casa mia, mentre ammiravamo il Grande mare, cominciò a parlarmi della metamorfosi di significati delle parole, a partire da: “Colludere”, un termine latino che vuol dire “giocare insieme”.

Ero tornato in Calabria pensando di scrivere alcuni articoli sulle bellezze di questa Terra, ma gli eventi mi hanno dissuaso quasi immediatamente, perché l’unica cosa sensata da fare era sì scrivere, ma su cosa avveniva e avviene nel paese che mi ha visto nascere.

Venendo da Roma in macchina, mi ero fermato a bere un caffè presso il bar dell’amico Dario sulla SS18. Appena uscito, dopo aver salutato l’amico, sulla strada la prima sorpresa. Un anziano hippy che a voce alta diceva:

“Ahi serva Amantea, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello”.

Dopo il primo momento di sgomento e panico, attraversai di corsa la statale per scomparire in un piccolo tunnel che mi portò dritto davanti al Mare dei mari.Mi rivolsi all’Ulisse per chiedergli aiutocantandogli:

Amor ti vieta di non amar

La man tua lieve, che mi attira e respinge,

cerca la stretta della mia.

Non importa quanto abbia cercato di evitare l'incertezza della vita. Ad un certo punto questa sensazione di jim-jam mi ha travolto proprio come è stato per qualsiasi altro rappresentante della mia generazione. “Niente panico” - continuavo a ripetermi mentre prendevo decisioni importanti riguardo al mio futuro, navigando incautamente su di una navegreca, lamoderna Argos,prima di scoprire che avrei voluto essere il suo capitano capace di scegliere la direzione e la rotta sul Mare della vita.

Così avrei indirizzato la prua verso il bosco più vicino, dove entrando avrei trovato un infinito numero, di ulivi selvatici, ma che sarebbero cresciuti così intrecciati e lavorati insieme, da non permettere, con il vento umido, di giocare tra i loro rami e tantomeno al sole cocente di perforare i loro rifugi, né acquazzone attraversare le propriefrasche, diventate così spesse e piegate l'una nell'altra.

Qui, mi addentrai, feci il mio letto di foglie che cominciavano a cadere.

Ve ne erano una tale abbondanza che due o tre uomini avrebbero potuto stenderle su una ampia area, tali da proteggerle dalla furia dell'inverno, sebbene l'aria respirasse acciaio e soffiava come se stesse per eruttare.

Strisciando dentro, accumulai una scorta di foglie tutt'intorno a me, come un uomo farebbe un alloggio su un fuoco d'inverno, e misdraiai in mezzo.

Ricco seme di virtù che giace nascosto nelle povere foglie! Qui Minerva mi diede presto un sonno profondo; e qui tutte le lunghe fatiche trascorse sembravano concluse e rinchiuse nella piccola sfera delle mie palpebre disinfiammate e chiuse.

Mentre questi pensieri mi distraevano con la varietà del pericolo, un'onda più grande spinse contro una roccia aguzza il mio corpo nudo, che si squarciò, desiderando che mi spezzasse tutte le ossa, così rude fu lo shock.

Ma in questa estremità mi ha spinto chi non mi ha mai deluso. Minerva (che è la saggezza stessa) mi ha messo nel pensiero di non continuare a nuotare come uno che indugia nel pericolo, ma di forzare fisicamente la riva e di abbracciare la roccia che mi aveva lacerato così brutalmente. Con entrambe le mani strinsi, lottando con l'estremità, finché la collera di quel marosito che mi aveva spinto su di essa,finì.

Poi di nuovo la roccia respinse quell'onda così furiosa, che mi strappò dalla mia presa, inghiottendomi nel suo ritorno, e la roccia aguzza, a cui mi aggrappai per soccorso, strappò la carne dolorante dalle mie mani nel separarsi, che cadevo e non potevo più sostenermi.

Finii sott’acqua e, oltre l'aiuto del fato, lo, sfortunato figlio Ulisse, avrei perso ogni parte che avevo in questa vita, se Minerva non avesse spinto il miobuonsenso in quel pericolo a tentare un'altra strada e ad esplorare qualche altro rifugio, cessando di cercare quell'approdo.

Voglio affrettarmi al domani

Vagheggiare sogni diversi ogni giorno sotto tanti desideri.

Quel bambino ha sofferto così tanto tempo per diventare me!

Ci allontaniamo man mano che i giorni si accumulano.

Non credo che io possa riconciliarmi

Non credo che migliorerò.

Quando ero ragazzo, il mare di Ulisse non si prosciugava mai nel mio cuore.

Ora sono rimaste solo deboli tracce di allora.

Sulla sua battigia Il suono del mio respiro è pieno di turbamento.

La brezza continua a soffiare sulla mia testa.

Avrei voluto diventare un'onda e filare ovunque.

Quando aprivo lentamente gli occhi finivo sotto una piccola paura.

Ogni istante del mondo arrivava da me diventando un regalo abbagliante.

Avevo molti dubbi ma sentivo di poter finalmente rispondere a me stesso.

I ricordi oltre l’orizzonte del grande Mare mi chiamavano.

La voce, dimenticata da molto tempo,

torna contro l'onda nel luogo dove è nato il Mare di Ulisse dentro di me.

Gigino A Pellegrini

Leggi tutto... 0
BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy