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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

“Egr. Sig. Direttore, torno a Lei con la solita richiesta di ospitalità perché tra le attese deluse del sindaco di San Pietro in Amantea vi fu la richiesta di rispetto a chi chiede dei diritti, nello specifico il diritto a sapere e, non rendendosi conto del peso delle parole espresse, tentò di rispondere senza rispondere.

Ero partito dalla convinzione che, più che parlare forte e lanciare anatemi, fosse stato necessario parlare chiaro e perciò avevo posto a pilastro del mio atteggiamento la dignità della persona, indipendentemente dal suo orientamento politico. Poiché ciò è stato ritenuto minimale; della nota allegata, depositata il 17.9 2018 al n. 2281 del protocollo del comune di S. Pietro in Amantea, avrei preferito non parlarne né, tanto meno, renderla pubblica.

Un primo cittadino, anche se vince con il 71,2% dei voti non può negarsi, né comportarsi elargendo “edulcorate” valutazioni, come fece. Ciò potrà capirsi, credo, attraverso la lettura della nota allegata che spero avrà la bontà di pubblicare”.

         Ferruccio Policicchio         Vico Bellavista, 4 87030 S. Pietro in Amantea (Cs)

Al sig. sindaco Comune di S. Pietro in Amantea (Cs)

(Rif. nota n. 1572 del 22.08.2016)

Oggetto: Per saperne di più, ma anche per ridere un po’ in un giorno di mezza estate tra canti,  

             mangiate e ballate.

Con ritardo, e me ne scuso, riscontro alla nota citata a margine, a sua volta risposta alla lettera aperta dello scrivente, datata 15.8.2016, avente il medesimo oggetto.

Lei, in detta nota, asserendo “che il ridere fa bene alla salute”, senza soddisfare alcuna delle domande poste ha usato espressioni quali:

  1. 1)(…) legge con rassegnazione e poco gusto le cose che scrive, tant’è che, in merito alla nota ultima, non intende rispondere (…). Infatti, non ha dato alcuna risposta agli interrogativi.
  2. 2)(…) Avrebbe, però, argomenti e capacità per rispondere alle basse volgari insinuazioni che solo in una mente piena di perfidia e cattiveria possono albergare … Non ti curar di loro (…).

Devo riconoscere che ha chiuso, con una metafora ottima, anche se in modo incompleto.

Sulla porta – prima di entrare «ne la città dolente, tra la perduta gente» – il Sommo notò, non capendone il significato, la scritta: «Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate» e il Maestro così spiegò: «Qui si convien lasciare ogne sospetto;ogne viltà convien che qui sia morta» e solo più avanti dice: «non ragioniam di loro ma guarda e passa».

Infatti, pur avendo “argomenti” e “capacità” non ha dato alcuna risposta ai quesiti posti, né tantomeno ha intrapreso altre vie per difendersi dalle basse volgari insinuazioni che solo in una mente piena di perfidia e cattiveria possono albergare.

  1. 3)(…) Quanto al contenuto degli atti la Sua nota intelligenza è tale che ogni risposta è superflua (…).

Potrebbe spiegarsi meglio?

  1. 4)(…) Le do un consiglio (non richiesto): si legga bene gli atti troverà risposta alle sue domande che, verosimilmente La tengono sveglia la notte e si faccia quattro risate, anzi otto sedici … (…).

Dio, quanto è buono! Ho accolto il consiglio, questo il motivo del ritardo, ma lei non deve dare consigli non richiesti deve dare risposte alle istanze poste dai cittadini.

  1. 5)(…) Tanto rispondere a Lei è inutile, anche perché il Popolo, i Cittadini quelli che devono (dovevano) capire, cioè quelli che né Lei né qualche accolito, avete capito ne capirete mai, hanno capito e capito bene e la valanga di voti, confluiti sulla persona di che le scrive e dei suoi collaboratori, bastano e avanzano a capire tutte le risate che da qui all’eternità può farsi in beata solitudine.

Potrebbe essere più chiaro sulla dizione “qualche accolito”? Quanti e chi sarebbero?

In queste sue parole c’è il botto finale che a me danno il sapore di un puerile entusiasmo. Considerandosi un Unto dal Signore grazie alla valanga di voti ricevuti, di essi se ne fa scudo autorizzando sé stesso a non rispondere. Sono rabbrividito perché mi ha fatto tornare alla mente un altro politico miracolato, il quale, per la valanga di voti confluiti sulla sua persona, non intendeva rispondere alla Giustizia. E ciò, secondo il suo pensiero, l’ha autorizzata ad esimersi – anche se legge con rassegnazione e poco gusto le cose che scrivo – dal dare risposte ad un cittadino (che sa di non sapere) ritenendo lei che: rispondergli è inutile.

La sua elezione, avvenuta in modo bulgaro, non fu messa in dubbio, il suo operato si !

S’è scappato dalle domande significa che c’è qualcosa da cui scappare.

Insomma, si è sforzato ad esporre nulla di che andare fiero se non avrà dato risposta:

  1. Alla determinazione n. 1 del 12.01.2016, del segretario comunale di S. Pietro in Amantea, mal posta in albo on-line e da lei definita “pagliuzza”;
  2. Alla determinazione n. 31 del 22.07.2016, del segretario comunale di Falconara Albanese (Cs), dove viene trattato l’acquisto delle corone “rubate” alla scultura della Madonna delle Grazie del nostro paese;
  3. Alla sua denuncia circa i danni arrecati alla suddetta scultura della Madonna delle Grazie.

Resto in attesa di risposta agli interrogativi già posti e a quelli che qui si pongono.

Se vuole può esporre la presente nota in albo on-line del Comune; da parte mia verrà inviata al blog Tirreno news.

Per brevità e una più spedita e facile comprensione, allego copia della nota posta a riferimento.

San Pietro in Amantea 16.9.2018.                                        (Ferruccio Policicchio)

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Riceviamo e pubblichiamo

“Padre Rocco Predoti dopo aver letto il mio articolo pubblicato su Tirreno News ieri 20 settembre alle ore 11,15 :- Contrordine!

Padre Giuseppe non sarà trasferito in San Pietro in Amantea - con la massima celerità alle ore 14,31 ha voluto informare tutta la comunità che a Padre Giuseppe è stato chiesto di prestare servizio a Palmi in quanto la comunità di lì necessitava un frate.

Cosa che ha accettato di buon grado-. Mistero risolto.

Ma io mi domando e dico:-Ma la comunità di San Pietro in Amantea non necessita di un frate, di un sacerdote?

Evidentemente anche nella chiesa ci sono parrocchie di Seria “A” e parrocchie di seria “B”.

Già Palmi è una cittadina, San Pietro in Amantea un paese piccolo, piccolo, e poi come avrebbe fatto padre Giuseppe a raggiungere la parrocchia se non ha la patente di guida e non possiede una macchina?

Ma non aveva accettato Padre Giuseppe di buon grado il trasferimento nella parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea?

Abbiamo capito. Padre Giuseppe non verrà più a San Pietro, ha accettato una migliore sistemazione. E’ venuto meno, però, ad uno dei tre voti francescani:l’obbedienza.

E ora chi verrà a San Pietro in Amantea? Nessuno.

Ma forse io vi svelerò ancora una volta il secondo mistero.

Don Giovanni non ha lasciato la parrocchia il 15 settembre come aveva disposto l’Arcivescovo Mons. Nolé. Don Giovanni non lascerà la parrocchia neppure dopo aver celebrato il matrimonio il 22 settembre e la Santa Messa nella contrada Gallo il 29 settembre in onore di San Michele Arcangelo.

Non lascerà la parrocchia neppure dopo aver celebrato la Santa Messa del 30 settembre in Parrocchia.

Quando allora andrà via? Resterà ancora in mezzo a noi, così dicono, fino al 15 ottobre.

Ma non doveva andare in Argentina e non aveva il biglietto d’aereo in tasca? Mistero!

Valli a capire i monaci ed i preti.

Mi sa che la sua permanenza in San Pietro in Amantea durerà ancora a lungo e molti parrocchiani che gli girano intorno saranno felici e contenti.

La prorogratio sarà dal 15 settembre al 15 ottobre e poi al 15 novembre e poi al 15 dicembre e così via.

Ma se non voleva lasciare la parrocchia di San Pietro in Amantea perché non lo ha detto al Vescovo il 26 luglio quando sono uscite le nuove nomine ed i trasferimenti?

Da questa vicenda sia il Vescovo, sia i frati cappuccini di Amantea, sia il parroco di San Pietro ne sono usciti con le ossa rotte.

Hanno fatto una pessima figura. E adesso attendo altre puntuali e tempestive note.

Francesco Gagliardi”

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Ennesima presa in giro dei parrocchiani di San Pietro in Amantea.

Il Padre cappuccino del Convento di San Bernardino, Padre Giuseppe Montesanto, nominato Parroco della Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo non verrà più a San Pietro in Amantea perché è stato trasferito altrove.

 

 

 

Quindi il suo trasferimento in vigore dal 15 settembre è stato revocato.

In una lettera pastorale datata 26 luglio scorso Mons. Nolè, Arcivescovo della Diocesi di Cosenza – Bisignano, aveva invitato tutti i sacerdoti che erano stati trasferiti a voler curare con fedeltà e verità il passaggio delle consegne che avrebbe dovuto avvenire alla presenza di un Vicario o di un incaricato del Vescovo.

Nel comunicare le nuove nomine e i trasferimenti Mons. Nolè aveva invocato su tutti copiose benedizioni e l’assistenza materna di Maria nostra Madre e Regina.

Don Giovanni Paterno, l’attuale Parroco, è stato trasferito in Argentina, suo paese d’origine, per un’esperienza pastorale.

Però devo sottolineare con vivo rammarico che fino ad oggi non c’è stata alcuna consegna.

Il Parroco di San Pietro in Amantea è ancora Don Giovanni Paterno.

Tanto è vero che sabato prossimo celebrerà nella chiesa della Madonna delle Grazie un matrimonio e il 29 settembre celebrerà nella Contrada Gallo la Santa Messa in onore di San Michele Arcangelo.

Al suo posto sarebbe dovuto arrivare Padre Giuseppe Montesanto, OFM Conv. Amministratore. Nel borgo già fervevano i preparativi per dare un addio al caro e simpaticissimo Don Giovanni che aveva portato nella nostra chiesa una ventata di novità, tra le quali lunghe e appassionate prediche, e un caloroso benvenuto, come sempre i miei paesani hanno fatto, al nuovo Parroco Padre Giuseppe, che nuovo non era, perché varie volte si è recato nella chiesa della Madonna delle Grazie e ha celebrato le sacre funzioni quando era Parroco un altro frate cappuccino, lo scorso anno trasferito nella Parrocchia di Amantea Santa Maria La Pinta.

Tutti ora ci domandiamo:- Dove è stato trasferito Padre Giuseppe? Mistero.

Perché Mons. Nolè lo ha nominato parroco di San Pietro in Amantea appena due mesi fa e ora apprendiamo la notizia che il frate è stato trasferito altrove?

Chi verrà a San Pietro in Amantea?

Per il momento tutto tace.

A pensare male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca.

Vuoi vedere che Don Giovanni, che proprio oggi si è recato dal Vescovo, resterà ancora per un po’ in mezzo a noi e che il suo trasferimento in Argentina è stata una farsa?

Oggi 19 settembre si è recato a Cosenza e ha presentato formali dimissioni dalla Parrocchia facendo un dettagliato resoconto all’Arcivescovo dell’appena un anno trascorso in mezzo a noi.

Domenica scorsa, alla fine della Santa Messa, ha avvisato tutti i parrocchiani presenti che avrebbe celebrato la sua ultima Santa Messa il 30 settembre e ha invitato tutti, ma proprio tutti, anche quelli dei paesi confinanti che gli sono stati vicino in questo breve periodo ad essere presenti nell’ultimo commiato.

Molti parrocchiani hanno saputo apprezzare la sua umiltà, la sua devozione alla Madonna, la sua preparazione teologica, la sua responsabile e generosa collaborazione alla vita della Parrocchia e della Diocesi.

Se andrà via ci mancherà per davvero, come del resto ci sono mancati tutti quei santi sacerdoti che lo hanno preceduto.

Voglio ricordare Don Gianpiero Fiore, Padre Salvatore Sulla e perché no? Padre Pio Marotti.

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