Fabrizio Barca non ha peli sulla lingua. Solo le mani sono impegnate. Reggono un grosso bastone nodoso con il quale mena fendenti al Pd calabrese.
L'ex ministro del governo Monti e candidato in pectore alla segreteria del Pd , a Roma, sul Tevere, sopra un barcone incontra i cittadini.
E’ un appuntamento organizzato dai militanti di Sel e Pd.
Il tema è il futuro della sinistra italiana.
Interviene la deputata Marianna Madia che tuona contro quelle che definisce «vere e proprie piccole associazioni a delinquere sul territorio» che gestiscono a livello locale il potere nel Partito democratico.
Risponde Barca: «Quello che racconta Marianna Madia in Calabria, ad esempio, lo vedi benissimo, assume toni drammatici. In quella terra il partito è diviso tra veri e propri capibastone che vengono dal passato e un 25% di partito straordinario. Quello che ci hai detto in modo molto libero la gente lo vede».
Poi riferendosi ai risultati non proprio brillanti ottenuti dal Pd alle ultime amministrative. In calabria dove i democrat hanno perso la battaglia elettorale in tutti i grossi centri chiamati al voto, conclude: «Le persone a quel punto scelgono altri»
Barca qualche settimana fa in un tour in Calabria aveva dichiarato «Se il Pd è un pochino più onesto degli altri partiti, se crede di cambiare le cose, la gente lo voterà. Se, invece, crederanno che tutto è come prima, voteranno il partito originale e nessuno può meravigliarsi se il Pdl prende una valanga di voti».