Onestamente abbiamo sempre pensato che il generale Mariggiò non sarebbe riuscito a ripulire un ente come Calabria verde.
Una impresa titanica, non umana
E sembra proprio che sia così.
Almeno a leggere l’articolo di Paolo Orofino:
“Catanzaro. Lievitano le firme false a Calabria Verde.
Le prime indiscrezioni trapelate, si riferivano a circa trenta firme disconosciute dall’ex dg di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, firme utilizzate per il rilascio di concessioni a privati di terreni gestiti dall’azienda forestale regionale.
Ma altre fonti qualificate ci dicono che gli atti ufficiali di Calabria Verde recanti falsificazioni sarebbero più duecento.
L’imitazione di una firma, addirittura, sarebbe stata apposta pure su una determina, che risulta siglata il giorno "x", da un dirigente che, invece, era assente quel giorno era assente per malattia.
Tutto gira attorno alle concessioni di appezzamenti affidati a privati per il pascolo di bestiame.
Com’è noto, spesso tali concessioni di terreni pubblici, servono ad agricoltori o allevatori per dimostrare la disponibilità di superficie specificata dalle normative, al fine di poter accedere ad incentivi e contributi comunitari.
Adesso tutte le concessioni, e sono proprio tante, che portano la firma falsa dell’ex direttore generale della azienda ex Afor, rischiano di essere annullate e revocate. I primi sospetti nascono quasi per caso.
Un paio di settimane fa, l’ex dg Furgiuele veniva convocato dai carabinieri per riferire su una situazione sviluppatasi in un Comune del cosentino.
Ma quando i militari dell’Arma hanno mostrato all’ex direttore generale un documento d’interesse investigativo, Furgiuele all’istante si accorgeva che la firma sul foglio in visione non era la sua.
La circostanza della firma disconosciuta dall’ex manager ha messo in allarme gli attuali vertici dirigenziali di Calabria Verde e soprattutto il commissario straordinario dell’ente, Aloisio Mariggiò, che ha avviato un’indagine interna, con controlli mirati negli uffici preposti al rilascio delle summenzionate concessioni.
E qui l’amara sorpresa: le firme falsificate e “negate” da Furgiuele erano ben più di una.
In un primo momento si è parlato di una trentina di firme mendaci.
Poi, man mano, che le verifiche sono proseguite, è venuto fuori che gli atti che qualcuno ha firmato, imitando indebitamente la firma di Furgiuele, sono oltre duecento.
Il commissario Mariggiò ha, quindi, inoltrato relativa denuncia all’autorità giudiziaria, comunicando alla magistratura inquirente le irregolarità ravvisate.
Le concessioni “incriminate” riguardano appezzamenti su tutto il territorio regionale, specie in zone montane e collinari.
Per questo le procure interessate al caso potrebbero essere diverse.
Certamente indagherà la procura di Catanzaro, città dove si trova la sede centrale di Calabria Verde, ma non si esclude che possano intervenire anche altre procure, se dovessero emergere ipotesi di reato connesse alle firme falsificate.
Si ha l’impressione che su Calabria Verde, dopo quelli degli ultimi due anni, stia per abbattersi un nuovo ciclone giudiziario e potrebbe essere un ciclone devastante.”