Turisti in carrozza! Si parte. Il capotreno con la paletta verde in mano dà l’OK e le ruote del trenino della Sila lentamente incominciano a muoversi mentre dal comignolo della locomotiva un fumo nero ed acre costringe gli intemerati affacciatesi dai finestrini a coprirsi la bocca. Noi siamo comodamente seduti nelle tre carrozze del Treno della Sila, altri abbassati i finestrini pronti a scattare foto del meraviglioso, bellissimo paesaggio silano attraversato dall’antico e caratteristico treno a vapore che sbuffa e fischia come una volta.
Siamo partiti da Moccone e si arriverà dopo circa mezz’ora di viaggio, lento e pacato, a Silvano Manzio. Ci saranno alcune fermate intermedie. L’Agenzia Mufasa Viaggi e Turismo di Amantea ci ha voluto regalare un viaggio di un giorno a bordo dell’antico trenino della Sila che attraverso l’altopiano silano e stando seduti sulle panche di legno delle tre carrozze trainate da una antichissima locomotiva dell’anno 1926 ( sono passati circa cento anni ed ancora è validissima) e allietati dalla musica di tre menestrelli, offre uno spettacolo fatto di paesaggi mozzafiato, di boschi e magnifici prati in parte soleggiati e in parte innevati. Le neve è poca, a dir la verità, perché quest’anno abbiamo avuto un inverno mite e la neve anche sui monti della Sila non è caduta abbondante come gli scorsi anni.
Un viaggio lento anche perché oggi non abbiamo fretta, mentre il trenino sbuffa, stride e fischia. E’ un viaggio turistico che partito da Moccone ( 950 metri sul livello del mare) sbuffando e fischiando arriva a Silvana Manzio, la più alta stazione ferroviaria a scartamento ridotto ad oltre 1400 metri d’altezza. Quello che ci aspetta è una esperienza e una emozione di un viaggio unico che non dimenticheremo. E’ come tornare indietro di 100 anni fatto di bei ricordi e di emozioni. Ecco perché anche io, che ho sempre camminato a piedi lungo i sentieri e le scorciatoie della Variante e di Cannavina per raggiungere Amantea, e che non ho mai viaggiato su questa tratta, ho voluto provare l’emozione di vivere un’avventura su un vero treno a vapore. Anche se per una sola ora, il trenino della Sila, che facendo ciuf, ciuf, avanza lentamente mi riporta indietro nel tempo quando da bambino a bordo di uno Accellerato me ne stavo con la testa fuori dal finestrino ad osservare i pali della luce che velocemente sfuggivano dal mio sguardo.
La locomotiva porta il Numero 353 e risale al lontano 1926. Vecchia locomotiva, quanto tempo è passato, quanti ricordi fai rivivere! Chissà quanti passeggeri hai trasportato. Ancora sei in servizio, ti hanno rimessa a nuovo malgrado gli anni. Sei pronta ad ingoiare tonnellate e tonnellate di carbone e a bere tanti metri cubi di acqua per compiere il breve viaggio andata e ritorno Moccone-Silvana Manzio, ma non ti lamenti. Ancora sviluppi una potenza di 800 cavalli e puoi raggiungere una velocità di oltre 40 chilometri all’ora. Ma i macchinisti non hanno fretta, non vogliono farti soffrire ed affaticarti. Ti fanno andare pian pianino, così i turisti potranno ammirare meglio il paesaggio silano. E potranno anche ammirare e fotografare gli altri ferrovieri che girano a mano, come si faceva una volta, la vecchia locomotiva nera su una vecchia piattaforma rotonda. Le tre carrozze sono state restaurate: fuori di colore verde. Le panche interne sono di legno come una volta. Il trenino si ferma a Sculca per fare rifornimento e il macchinista fa salire a bordo grandi e piccini nella locomotiva per far vedere il carbone ardente che brucia. A Silvana Manzio si scende, si mangia, si beve e si compra qualcosa, poi, dopo un’oretta si riparte. A Moccone, da dove in mattinata siamo partiti finisce il viaggio, il viaggio a bordo del treno a vapore delle Ferrovie della Calabria, un’esperienza unica che con il suo intatto fascino ha fatto fermare il tempo e ci ha riportato come in un flashback indietro negli anni felici della nostra fanciullezza.