Il commissario regionale alla Sanità oggi a Buongiorno Regione respinge le critiche: "Quel video in cui parlo di mascherine era un'iperbole, non sono un negazionista".
E aggiunge: "Senza decreto di nomina, che non mi é stato ancora notificato, non posso svolgere le mie funzioni"
Il nuovo commissario straordinario alla Sanità della Calabria, Giuseppe Zuccatelli, resta incollato alla poltrona che il governo gli ha affidato dopo le dimissioni rocambolesche del suo predecessore, Saverio Cotticelli.
Intervistato a Buongiorno Regione dalla Tgr Rai, Zuccatelli ha risposto alle polemiche scoppiate dopo la diffusione di alcuni video in cui diceva che «le mascherine non servono a un ca***» e illustrava le sue personali teorie su come fosse necessario contagiarsi con il Coronavirus attraverso lunghi e approfonditi baci.
Di lasciare il suo incarico al momento, Zuccatelli non ha nessuna intenzione: «Io non mi dimetto spontaneamente dall’incarico per il quale sono stato designato – ha detto alla Tgr Calabria – ma se mi sarà chiesto dal ministro io sono disposto a farlo».
Un duro atto d'accusa . l'ultima lettera di Jole Santelli al governo sul piano Anti-Covid in Calabria
Tecnicamente Zuccatelli non ha ancora ricevuto l’incarico, come lui stesso conferma ancora questa mattina. Manca il decreto di nomina: «che non mi è stato ancora notificato» e quindi «non posso svolgere le mie funzioni».
Il commissario designato ha spiegato di essere comunque già al lavoro: «ho voluto parlare pubblicamente per i calabresi e per quello che stanno subendo».
Sul video che lo mostrava minimizzare l’utilità delle mascherine, Zuccatelli ammette di aver «detto una fesseria. Ma in quel periodo eravamo nella prima fase della pandemia», per quanto in realtà fosse già maggio.
Ribadisce, oggi, l’utilità tanto delle mascherine, quanto del distanziamento sociale e dell’igiene della mani. Ma quel che proprio non gli va giù è il fatto che quel video “rubato” sia stato diffuso: «Non ci sto a essere martirizzato per un video di 20 secondi.
Così come non ci sto a essere descritto in chiave macchiettistica».
La palla quindi passa al governo e al ministro Roberto Speranza, che sull’ormai sempre più controversa situazione della gestione sanitaria calabrese sta evitando dichiarazioni e decisioni.
Eppure solo poco dopo l’indicazione di Zuccatelli, il premier Giuseppe Conte aveva fatto sapere di aver contattato il fondatore di Emergency, Gino Strada, per un suo coinvolgimento sul caso calabrese.
Un annuncio rimasto lettera morta, stando almeno al comunicato che lo stesso Strada ha diffuso ieri, 15 novembre, quando ha confermato di non aver mai più ricevuto una sola telefonata da parte del governo, né di essere disposto a ruoli di facciata.