Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del consigliere regionale Salvatore Magarò.
Magarò ha perfettamente ragione quando afferma che “In Calabria i cittadini hanno il diritto di trovare sulle prossime schede liste pulite, senza alcuna ombra e neppure sospetti di condizionamenti” e che “non è possibile delegare alla magistratura il compito di vigilare sulla composizione delle liste elettorali”.
E questo ad ogni livello, e non solo regionale.
Purtroppo Magarò dimentica che la Calabria è il “paese” della “ndrangheta e che gli “ndranghetisti sono tantissimi e votano condizionando i politici e la politica che si affida a loro e che intende farsi condizionare.
Allora, al contrario di Magarò, noi riteniamo che la Magistratura sana senza alcuna delega debba ancora di più attentamente e costantemente controllare ad ogni livello, cominciando dai comuni una politica malata ed i politici venduti alla “ndrangheta ed al potere sporco, controllando ogni atto della P.A., anche quelli minori, dietro i quali spesso si nascondono illegittimità, malaffare, imbrogli, interessi sporchi.
Ecco la sua nota:
“La Politica calabrese deve riuscire a tirar fuori uno scatto di dignità e di rigore.
Non è possibile delegare alla magistratura il compito di vigilare sulla composizione delle liste elettorali.
In Calabria i cittadini hanno il diritto di trovare sulle prossime schede liste pulite, senza alcuna ombra e neppure sospetti di condizionamenti”.
E’ quanto dichiara Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta, che aggiunge:”Il procuratore Federico Cafiero De Raho ha detto parole sacrosante e merita di essere ringraziato anche per questo.
L’alto magistrato ha lanciato il suo allarme, a ragion veduta.
Ma ritengo che predisporre liste di candidati al di sopra di ogni sospetto, prima di qualsiasi intervento delle Procure distrettuali antimafia, sia un dovere preciso e inderogabile dei partiti e dei movimenti che intendono partecipare alle prossime competizioni elettorali”.
“Quello per l’affermazione piena della legalità – continua l’esponente politico – lo considero un impegno faticoso e difficile che prescinde dalle appartenenze ed esula dalle visioni politiche e necessariamente dev’essere collettivo e trasversale.
L’allarme di De Raho, non certo è fuori luogo. Tutt’altro. Non è possibile minimamente sottovalutare i rischi, sempre incombenti, di infiltrazioni nelle parti politiche impegnate nella competizione e di inquinamento delle liste e poi dello stesso esercizio del voto. Meno che mai in Calabria.
Qui la politica non può neanche dribblare un preciso dovere, quello di rispettare il Codice etico di autoregolamentazione delle candidature. In Calabria, infatti, non si parte da zero perché tutte le parti politiche hanno sottoscritto un protocollo che impegna partiti, movimenti e liste a non inserire tra i candidati persone che intrattengano rapporti con la ‘ndrangheta ed a rifiutare i voti della criminalità.”
“Prima delle procure e degli apparati investigativi, è dunque l’intera politica regionale ad essere chiamata in causa – conclude Magarò – a garantire, anche nel rispetto degli impegni solenni liberamente sottoscritti, la massima libertà delle prossime consultazioni elettorali.
E’ fondamentale assicurare che sia i cittadini chi esercitano il diritto di voto, sia coloro che partecipano attivamente alla vita politica, siano liberi da possibili loschi condizionamenti e possano esprimersi in piena libertà nelle cabine elettorali”.
Reggio Calabria, 10.09.2014 L’Ufficio Stampa di Salvatore Magarò