Una vicenda quella di Calabria Verde che si fa ogni giorno di più intrigata ed intrigante.
Sessanta agenti del Corpo Forestale dello Stato sono stati impegnati ad eseguire una serie di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Castrovillari.
Fra il materiale prelevato dagli inquirenti anche computers e hard disk.
Le perquisizioni sono state eseguite a:
Cosenza,
Catanzaro,
San Giovanni in Fiore,
Luzzi,
Amantea,
Belmonte Calabro.
Le attività rientrano nell’ambito di un’inchiesta sull'utilizzo del patrimonio boschivo.Nello scorso mese di marzo, infatti, la Procura della Repubblica di Castrovillari aveva sequestrato un bosco di oltre 1.300 ettari di proprietà di Calabria Verde a Bocchigliero (Cosenza) iscrivendo nel registro degli indagati cinque persone.
Le persone indagate sono nove ed a loro è contestato il reato in concorso di truffa aggravata.
Fra gli indagati figurano Gaetano Pignanelli, capo gabinetto del presidente della Regione, Mario Oliverio, (al centro nella foto)e Mario Caligiuri, capo struttura del Dipartimento Agricoltura della stessa Regione Calabria.
Marino De Luca impresa forestale
Gennarino Magnone agrotecnico
Antonietta Caruso, custode giudiziario del bosco.
Le altre persone indagate sono Leandro Savio, Aurelio Pio Del Giudice, Ivo Filippelli, Paolo Furgiuele.
L'inchiesta riguarda il rilascio di una concessione per lo sfruttamento di un bosco di 1.300 ettari a Bocchigliero, nel Cosentino, senza procedura di evidenza pubblica.
Savio avrebbe detto che «Il rilascio della concessione era già stato sollecitato dal capo di Gabinetto del presidente della giunta regionale, Gaetano Pignanelli, nonché dal capostruttura presso il dipartimento dell'Agricoltura Mario Caligiuri».
Sempre Savio avrebbe evidenziato «in primis l'interessamento di Gennarino Magnone – nominato consulente per il Piano di gestione in seno a Calabria Verde – al rilascio delle concessioni per la raccolta del legname in favore della ditta De Luca, nonché di altra ditta, Simon Legno, in quanto il De Luca si sarebbe recato direttamente presso gli uffici di Calabria Verde in compagnia di Magnone».
E a quel punto il consulente «avrebbe espressamente chiesto di avviare l'iter concessorio in favore del De Luca, pur a fronte della mancata presentazione della relativa domanda».
Per Savio ci sarebbe un'altro aspetto anomalo riguardo alla concessione, perché questa – secondo il suo racconto – «veniva consegnata brevi manu direttamente al De Luca dal Magnone».
Le indagini continuano e si ampliano.